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Movimento 5 Stelle: ma se fai queste critiche, perché stai con loro?

A volte mi sento dire (mi è capitato anche in una trasmissione su La7) “Ma visto che fai queste analisi critiche nei confronti del M5s, perché poi stai dalla loro parte?

In effetti è vero che spesso sono molto esplicito nelle mie critiche perché non ho nè la vocazione dell’avvocato di ufficio né quella del diplomatico, non mi piacciono né le difese di ruolo né i contorti giri di parole e se qualcosa non mi convince preferisco dirlo nel modo più chiaro e diretto.

Detto questo, le ragioni per cui sto dalla parte del m5s sono molto più numerose ed importanti dei dissensi che, il più delle volte, dipendono dalla pasticcioneria un po’ arruffona con cui spesso procedono. Vorrei spiegare perchè indicare tre ordini di motivi strettamente correlati fra loro.

In primo luogo, il successo elettorale del M5s è il riflesso della rivolta popolare che si sta manifestando in tutta Europa contro i partiti tradizionali che, ormai, rappresentano una casta omogenea incapace di affrontare la crisi ed interessata solo al mantenimento dell’ordine neo liberista che non vuol rimettere in discussione per nessun motivo. Per ora la rivolta sta assumendo questi toni e queste forme, per fortuna in Italia non si esprime attraverso movimenti di destra o propriamente fascistoidi, ma attraverso il M5s che, magari, su diversi punti ha idee non chiarissime (del tipo “né di destra né di sinistra”) e spesso sovrappone idee e posizioni non del tutto coerenti, ma resta pur sempre nel campo della democrazia.

La mia estrazione politica è molto precisa e nota, io penso in termini di conflitto di classe e potete capire che su diversi punti dissento, ma se c’è una rivolta popolare che si muove sul terreno della democrazia (e non delle nostalgie fascistoidi, razziste e xenofobe), io sto dalla parte della rivolta popolare, anche se non è esattamente come la vorrei. Le rivolte non si scelgono, capitano e ti obbligano a scegliere se stare con loro o con il sistema di potere. La mia cultura politica mi ha sempre chiesto di schierarmi contro il sistema.

Piaccia o no, il M5s è l’unico strumento a disposizione, per quanto imperfetto, per la lotta al sistema. Ditemi cosa altro c’è e discutiamone, io per ora non vedo niente altro.

La conseguenza è che nella maggior parte dei casi mi trovo nel M5s chi si oppone alle stesse cose cui mi oppongo io: dalla riforma costituzionale al “riassetto di Bankitalia, dall’uscita dall’Euro alla questione della lotta alla legge truffa elettorale, dallo scontro sul job act e dell’abolizione dell’art 18 a quello sulla “buona scuola”, dalla lotta al Muos e degli F35 al rifiuto delle Olimpiadi. Non conosco altre forze politiche con cui registro tante convergenze su temi così importanti.

Dunque, diciamo che una volta su 10 mi capita di essere in dissenso (ad esempio sulla questione dell’immigrazione, nel qual caso devo però ricordare che l’unica consultazione on line svolta sul tema, ha mostrato un orientamento molto diverso da quello della dirigenza) e quando capita lo dico lealmente a viso aperto, che credo sia il modo più onorevole di osservare l’obbligo di lealtà verso una forza politica con cui si collabora. Magari alcuni del M5s non gradiscono e preferirebbero solo lodi, ma forse anche loro un giorno capiranno che le critiche non indeboliscono ma rafforzano una parte politica che sappia usarle opportunamente.

E con questo credo di essere stato chiaro.

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