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Home page > Attualità > Monica Vitti come un’eclisse

Monica Vitti come un’eclisse

Quello che noi chiamiamo eclissi, non è altro che un bacio tra il Sole e la Luna.” ha scritto Rinaldo Sidoli e penso a Monica Vitti scomparsa in un giorno fatto tutto di due : 2.2.2022, e lei è andata in eclissi totale.

Era nascosta da anni, protetta con delicatezza infinita ed amore dal suo compagno Roberto Russo che ha chiesto a Walter Veltroni di dirlo a tutti. Ora sarà ricordata e ognuno, ogni piccola grande persona penserà condividerà qualcosa di lei, lo faccio anche io. E mi chiedo nel privato se la chiamassero Monica o Maria Luisa, la dolcissima diva scomparsa a 90 anni e da decenni tra le mura di casa.
 
L'avevo ricordata su FB a gennaio 2019 quando  porta attraverso la città il suo strumento musicale... è una concertista e sale sull'autobus con quell'ingombro immenso nel film a episodi Noi donne siamo fatte così Era solo il 1971.
Monica scrisse anche come un presagio: “A un certo punto della vita, a mia insaputa, devo aver deciso di dimenticare. Non dimenticare i dolori o gli errori, ma dimenticare fatti, persone, o forse solo confondere tutto.”
 
Mi chiedo pure quando vide il mare l'ultima volta: Con il mare ho un rapporto travolgente, quando lo vedo muoversi, impazzire, calmarsi, cambiare colore, rotta, è il mio amante.
So che tanti hanno amato la Monica Vitti che faceva ridere io ho invece molto amato proprio quella Monica che Alain Resnais, regista francese ne parlò senza parlare di lei, come l'eclisse che nel film non si vide affatto: «L'eclisse è una scommessa folle: presentandoci dei personaggi "inattivi", alla deriva in paesaggi vuoti, il regista ci invita a scoprire le tempeste che si agitano all'interno dei personaggi.»
 
Rividi dopo anni  quel film di Antonioni, l'Eclisse, il lungometraggio che girò a Piazza di Pietra nel 1962, dove i fili dei telefoni erano lunghi ed elastici fino a raggiungere dalle cabine, il Recinto delle Grida, lavoravo negli anni 70 per la Banca Commerciale Italiana proprio in Borsa... E dopo l' Eclisse seguì l'Avventura e la Notte.
 
Nella sua biografia scritta su wikipedia scopro oggi che "i familiari la chiamavano "setti vistìni", per via della sua freddolosità che la portava a indossare i vestiti l'uno sull'altro. Sette sottane, traduzione del nomignolo infantile, diventò poi il titolo del suo primo libro autobiografico, edito nel 1993, seguito da Il letto è una rosa (1995).Scoprì la passione per il teatro durante la guerra, mentre - racconta lei stessa - giocava con i burattini dilettando i fratelli, distraendoli così da un periodo molto buio..."
 
Leggerete tanto di lei, come io un articolo scritto il 3 novembre scorso per i suoi 90 anni da Eleonora Marangoni.
Ciao Amica cara dalla voce roca, chissà se avevi ancora un micio, amavi tanto i gatti...e sei fuggita via per sempre, come uno di loro, senza nessun rumore.
 

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