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Modena: la battaglia di via Galvani

Centinaia di manifestanti più o meno pacifici/irrequieti contro una dozzina circa di agenti in assetto antisommossa. Poi cassonetti spostati per le strade, manifesti elettorali strappati e traffico paralizzato. E la provincia emiliana, a suo modo, "imita" i disordini romani.

"Indovina dove andiamo, indovina dove andiamo". Il coro dei mille del corteo è piuttosto allusivo. In principio previsto per le vie del centro, quasi in contemporanea con quello degli insegnanti Cgil, i manifestanti dei collettivi, gli autonomi e gli "studenti autorganizzati" (ennesima sigla di scolari sorta in città), giocano un tiro mancino alla Digos e alle forze dell'ordine tutte: niente sfilata in via Emilia Centro, l'antica via romana che percorre il centro storico di Modena, bensì inversione di marcia, blitz presso la stazione delle corriere Atcm con annesso blocco di protesta per il caro-biglietti, poi su viale Monte Kosica, lo stradone che porta alla stazione dei treni.

Sulla lingua di asfalto si può ammirare il corteo in tutta la sua imponenza: saranno un migliaio di persone, tanti i giovanissimi che vanno a costituire il grosso dei manifestanti, ma le vere anime sono i ragazzi del centro sociale autonomo Guernica, di ispirazione marxista, spesso confusi con gli anarchici.

Odiati da molti (tutta la politica, eccetto, talvolta, Prc), apprezzati da alcuni per alcune tematiche sulla casa e sugli spazi di aggregazione, il Guernica porta con sé anche gli studenti del Cas (Collettivo Autonomo Studentesco) che, di fatto, monopolizzano il megafono e guidano il corteo con una Ford nera che porta a bordo un gruppo elettrogeno con casse e musica a tutto volume.

La polizia non fa mancare la sua presenza, anche se decisamente sottodimensionata considerando la quantità di manifestanti. Il 9 dicembre scorso, erano presenti 60 universitari per una manifestazione organizzata dal Collettivo "Lettere in Movimento" (Facoltà di Lettere dell'Università di Modena e Reggio Emilia": le Forze dell'Ordine, a livello di numeri, hanno ampiamente sorpassato i manifestanti con 8 volanti tra Municipale, Carabinieri, Polizia di Stato più due camionette piene zeppe di agenti in assetto antisommossa, sempre della Polizia di Stato, pronti ad intervenire in caso di necessità. Qui, invece, davanti alla testa del serpentone ci sono sì e no una dozzina di poliziotti con caschi e scudi, stessa cosa in coda.

La Polizia Ferroviaria non rimane con le mani in mano e previene episodi di stampo "bolognese": della stazione chiusi tutti gli accessi laterali, chiuso l'ingresso principale, chiuso il cancello dello scalo merci.

Il corteo si accorge di tutto questo e allora si dirige verso via Galvani, dopo avere superato lo Stadio Alberto Braglia e la successiva rotatoria. La Ford nera sgomma e schizza via Verso Piazzale Natale Bruni. Ricomparirà dopo qualche tempo davanti al Palazzo dell'Amminsitrazione Provinciale in viale Martiri della Libertà di nuovo davanti al corteo.

Via Galvani, marciapiedi compresi, è una strada larga circa 15 metri e viene usata esclusivamente dai mezzi pubblici per collegare la stazione dei treni con il resto della città.

I treni. I binari. Gli agenti in testa, a una trentina di metri dall'incrocio, capiscono le intenzioni dei manifestanti e, per quei pochi che sono, creano il cordone proprio sotto il semaforo. Da una parte loro, dall'altra un migliaio di persone, con in testa alcuni del Guernica, più diversi studenti minorenni che reggono uno striscione con la scritta "Que se vayan todos". Edo, uno degli speaker, urla "Non ci ferma più nessuno", mentre la pressione del corteo sul cordone si fa sempre più forte e ai lati, sui marciapiedi, compaiono due ragazzi con altrettanti fumogeni accesi in mano. Non si sa quale sia stata la scintilla, non sia cosa sia stato precisamente a provocare la reazione (forse degli spintoni, degli insulti?), ma parte la carica dei manganelli. Dopo pochi istanti una forte esplosione causata da due Mefisto, un petardo di libera vendita.

Gli agenti sono troppo pochi e il cordone ormai si è sfilacciato. Gli studenti corrono verso gli ingressi della stazione dei treni, ma lì le porte sono chiuse e debitamente sorvegliate da un altro cordone di Polizia e Carabinieri sensibilmente più numeroso che non entrerà in azione.

 

http://gazzettadimodena.gelocal.it/multimedia/2010/12/14/video/corteo-degli-studenti-gli-scontri-27431709/1

http://multimedia.quotidiano.net/?tipo=media&media=13050

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