Minzolini e il tracollo del Tg1: criticare è giusto, gettare fango è sbagliato

A causa di fatti legati solo ed esclusivamente al mio carattere, al mio modo di pensare, quindi praticamente alla mia propensione naturale, sono un individuo a cui nella vita, spesso, piace “muovere delle critiche”, renderle evidenti magari attraverso la scrittura (proprio come sto facendo adesso), esternare le mie posizioni di pensiero, magari confrontandomi con gli altri, facendo trionfare le mie idee e le mie opinioni, per quanto mi possa essere possibile.
Nello stesso tempo, però, ritengo di essere un soggetto dotato anche del cosiddetto “senso della misura”, cioè quell’aspetto che tutti dovremmo avere nel nostro carattere secondo cui è lecito criticare gli altri, però evitando sempre che la critica possa “sfociare” nel tentativo maldestro di “gettare fango” su altre persone, anche quando fossero persone che la pensano diversamente da noi in molti settori della vita.
Dico questo per “guardare” - in modo differente da come solitamente fanno altri soggetti - in relazione ad un argomento che, al momento in cui scrivo, campeggia con titoli enormi sulle pagine di molti giornali italiani: il fallimento degli ascolti del Tg1 e del suo Direttore Augusto Minzolini. Intendiamoci, anch’io in passato, attraverso la pubblicazione di alcuni articoli scritti per il mio blog, mi sono scagliato ferocemente contro l’attuale direzione del principale Telegiornale del nostro Paese, al cui vertice vi è l’ex analista politico de “La Stampa”, poiché ritenevo (e ritengo ancora) che Minzolini abbia compiuto degli “errori madornali” nel dirigere il Tg1.
Errori che adesso sta inevitabilmente pagando “a caro prezzo”, con un inarrestabile calo degli ascolti, facendosi superare dal bellissimo Tg3 di Bianca Berlinguer e addirittura dalla diretta concorrenza, il Tg5 di Clemente J. Mimun. Ora, come dicevo, a me piace criticare ma allo stesso tempo detesto compiere operazioni sullo stile “macchina del fango” nei confronti di chiunque, meno che mai nei confronti di un collega giornalista, molto più autorevole di me, come può essere appunto Augusto Minzolini.
Proprio per questo, desidero fornire una chiave di lettura diversa rispetto a come si sono espressi altri colleghi sul caso del tracollo del Tg1 e il ruolo di Minzolini. Buttiamo le carte in tavola: una cosa è dire che Minzolini ha diretto finora malissimo il Tg1, sulla quale sono d’accordo e ne spiegherò, in seguito, anche il motivo. Un’altra cosa è dire – come dicono in molti, sbagliando - che il Tg1 sia diventato il “peggiore telegiornale del nostro Paese”, un’affermazione falsa perché priva di fondamento e spiego subito il perché.
Non è vero che il Tg1 non è più il principale notiziario televisivo italiano, per alcune semplici ragioni:
1) Il Tg1 (ma, in fondo, tutta la Rai), possiede, ancora oggi, i migliori giornalisti professionisti del panorama televisivo italiano, senza ombra di smentita.
2) L’autorevolezza del Tg1 non è una cosa che può essere cancellata nemmeno in seguito alla pessima direzione di Augusto Minzolini, talmente è radicata nel cuore di tutti gli italiani.
3) La veste grafica del Tg1 di Minzolini è la migliore in assoluto tra tutti i telegiornali italiani.
4) Il Tg1 è il telegiornale dove c’è un “fiorire” di giornaliste conduttrici, soprattutto la notte, di bellissimo aspetto (e questa non è una cosa di poco conto, credetemi) che, oltretutto, risultano essere pure delle validissime professioniste.
5) La serietà del Tg1, in ogni caso, non è stata “scalfita” neppure dal fatto che il direttore Minzolini abbia voluto “cavalcare” il berlusconismo, proprio perché nei settori diversi dalla politica, il Tg1 non ha perso per niente l’essenza di essere al di sopra delle parti e, quindi, del tutto neutro.
E adesso, veniamo al motivo per cui Augusto Minzolini ha diretto male il principale telegiornale italiano. Un “giornalista”, uno di quelli veri che si reputano giornalisti nel significato più profondo del termine, non deve mai rispondere a nessun “padrone” dell’operato delle sue azioni in campo giornalistico, deve rispondere semmai solo ai propri lettori o ai propri telespettatori (nel caso di Minzolini). Evidentemente, quando Minzolini faceva l’analista politico per il quotidiano torinese “La Stampa”, era molto apprezzato perché rispondeva soltanto ai propri lettori.
Cambiando “casacca” e diventando direttore del Tg1, Augusto Minzolini si sarà fatto trasportare dalle decisioni di “persone sbagliate”, forse si sarà anche montato un po’ la testa, e i risultati sono quelli pessimi di questi ultimi giorni. Praticamente Minzolini doveva corrispondere del suo operato al Governo dell’ex Premier Silvio Berlusconi, ecco il motivo del tracollo degli ascolti del Tg1.
La gente, piano piano, si è accorta di queste “incongruenze” e ha rivolto il telecomando del televisore altrove, dove l’informazione politica – e sottolineo politica – non era manipolata dall’ex governo. Questo non significa, però, che da quando si trova a dirigere il Tg1, Minzolini sia diventato un “deficiente”. Forse, chissà, potrebbe ancora riuscire a correggere il tiro e a riportare il suo telegiornale alle posizioni alte che gli competono. In ogni caso ritengo che comunque parecchio fango sia stato gettato sul Tg1 e su Minzolini. E il fango, si sa, non fa mai bene.
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