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Milei buon economista cattivo diplomatico

Che Milei fosse un personaggio un po' istrionico lo.avevamo capito dal momento della sua elezione. Con il passar dei mesi si sta dimostrando un buon economista ma un cattivo diplomatico. 

Sul piano dell'economia si è ritrovato un paese con le casse vuote, abituato a stampare moneta per coprire le spese dello stato centrale e a sostenere, pagando, un cambio con il dollaro sopravvalutando il valore del pesos per non pagare eccessivamente le importazioni. Aveva una inflazione elevata perché stampava moneta. Ha subito cambiato rotta. Ha smesso di stampare moneta e ha ridotto drasticamente le spese dello stato. Ha portato il bilancio in attivo. Ha smesso di sostenere il cambio del pesos a trecento pesos per un dollaro. Lo ha fatto avvicinare a quello che sarebbe il cambio se lo si lasciasse fluttuare. Lo ha portato a ottocento pesos per un dollaro. Probabilmente se fosse libero di fluttuare arriverebbe a mille. I due provvedimenti hanno avuto come effetto un impoverimento della popolazione, che da adesso in avanti riceverà meno sussidi e le merci importate dall'estero le dovrà pagare di più. Infatti le manifestazioni di protesta non sono mancate. Sono arrivati però degli elogi dal Fondo monetario internazionale, al quale deve restituire un prestito. A dicembre dello scorso anno l'inflazione su base mensile era del 25%. A febbraio era dimezzata, ma rimane a due cifre, ripeto su base mensile. Su base annuale per il momento rimane alta. Alla classe media sono richiesti sacrifici: spendere meno di spesa, non mandare i figli nella scuola privata, prendere meno l'auto. In realtà sembra che i ristoranti sono pieni, ma i poveri aumentano. E le manifestazioni contro Milei non mancano. Milei fa frequenti viaggi all'estero per incontrare imprenditori e per convincerli a venire ad investire in Argentina. A metà di maggio prima di partire per la Spagna alcuni ministri del governo spagnolo gli hanno dato del drogato. Lui avrebbe dovuto esigere delle scuse per via diplomatica. Invece è venuto in Spagna per incontrare imprenditori, non ha fatto nessuna visita formale al re o al parlamento o al premier, ma è andato a un convegno di Vox, il partito conservatore spagnolo, ed ha lanciato una invettiva contro il socialismo e senza fare il nome ha fatto riferimento a una recente accusa di corruzione rivolta alla moglie del premier. Il riferimento era sin troppo chiaro e per adesso Sanchez ha richiamato l'ambasciatore spagnolo a Buenos Aires, chiedendo delle scuse, che non sono arrivate. Per un premier interessato come ha detto ad avvicinare il suo paese alla Nato e il Mercosur - di cui l'Argentina fa parte - all'Unione europea è partito con il piede sbagliato.

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