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Migranti e rifugiati: riguardo alla presunta invasione. Numeri e dati

Italia invasa? Falso!

Europa invasa? Falso!

Gaia Terra invasa? Sì... dagli alieni extraterrestri! La forza potente della verità dei “numeri”.

 “Chi decide di fuggire dalla guerra o dalla povertà si lascia tutto alle spalle, scappando per continuare a vivere, a prescindere da tutto” 

 da Le cicogne nere. Hidma. la mia fuga - a cura di Abdelfetah Mohamed                                      

 

Mentre nella Gaia Terra si assiste ad una dirompente crescita di persone che scappano dai loro paesi nativi, chiedendo rifugio e protezione dopo drammatici viaggi di fuga, a seguito di guerre, persecuzioni per motivi razziali, religione, appartenenza a specifici gruppi sociali o politici, fame, disastri ambientali, desertificazione e carestie, violazione dei diritti umani, specie nei paesi “occidentali” avanza in maniera veloce e tragica un processo di decadimento dei valori umanitari democratici universali.

Ritornano in maniera preponderante forme becere di nazionalismo, conflittualità e contrapposizione tra Stati.

Eppure gli Stati di questa parte del mondo sono detentori della parte immensamente più grande della ricchezza mondiale, con capicordata Stati Uniti e Europa

Tranquillamente continuano a fare i loro affari di egemonia e sfruttamento delle parti deboli del mondo, godendo degli immensi “frutti di ritorno”. In una maniera sempre più devastante per i Valori fondamentali dei Diritti Umani e Sociali - conquistati a duro prezzo nello scenario mondiale a seguito della sconfitta del nazifascismo e delle dittature più rilevanti - e per le condizioni di vita delle persone che vivono nelle zone povere del mondo.

Mentre con le loro azioni contribuiscono in maniera determinante a creare le condizioni di fuga, avanza in parti importanti delle loro strutture politiche e sociali, in maniera veloce e tragica, un processo di decadimento e disprezzo per gli “altri” considerati diversi, quindi odio e razzismo.

In questo spicchio di mondo tutti (o quasi), gridano all’invasione! 

Faro e guida sono rappresentati dall’ideologia politica delle destre, vecchie e nuove, che come al solito vorrebbero la botte degli affari globali piena e la “selettività” nella distribuzione degli “immensi utili”, mantenendo la fatture della “razza eletta incontaminata”, nel tipico modello fantascientifico-fiabesco-nazionalista-razzista. 

Le sinistre, fortemente contaminate negli spezzoni “storici”, non sono in grado di reazioni significativamente decisive.

Si costruiscono smisurati muri e recinzioni, si blindano mari e confini di nuovo “santificati” nelle glorie patrie, con continui e ossessivi messaggi si vogliono recingere le menti e le scelte dei cittadini.

Avvengono eventi inimmaginabili fino a poco tempo addietro: decine di migliaia di bambini strappati ai loro genitori (USA) e rinchiusi dentro enormi gabbie, navi con profughi vaganti nel Mare Mediterraneo, data la chiusura dei porti, ferrei controlli alle frontiere a caccia di uomini, donne e bambini fuggiaschi. Decine di migliaia di persone sono morte annegate nel Mediterraneo, a pochi passi dalle nostre città. Il mare è pieno di cadaveri!

Nella ricostruzione della grande tragedia umana un grande contributo alla conoscenza è stato dato dal quotidiano Inglese “Guardian”. Il 20 giugno ha pubblicato una lista di 34.361 persone che sono morte cercando di raggiungere l’Europa (la Fortezza Europa). I dati – la lista per le difficoltà oggettive non è completa - sono stati raccolti dalla Ong olandese “United for Intercultural Action”; la ricerca è iniziata 25 anni addietro.

Nel 1993 è stata recensita la morte di 91 persone, nel 2017, 3915. La maggior parte delle persone morte non hanno un nome. Sono sconosciute le ragioni della fuga, le sofferenze, le fattezze umane, le speranze. Il quotidiano Il Manifesto ha pubblicato l’elenco completo il 22 giugno.

Resteranno sempre ignote le moltissime persone morte lungo il percorso del loro lungo e travagliato viaggio, a partire dai loro paesi di origine, prima di affrontare i mari. La parte più consistente riguarda certamente l’Africa. I “numeri” sono di grandi dimensioni.

Gli esseri umani che cercano rifugio, da parte dei vocianti, scatenati impegnati da diffondere odio e diversità da “spianare”, vengono descritti come i nuovi untori del XXI secolo, da scacciare e rinchiudere nelle galere. Gli organi di informazione, in gran parte, deliberatamente o in forma inconsciamente “robotica”, sono diventati i veicoli amplificatori di questi messaggi.

I fuggiaschi, come dichiarato nell’ultimo rapporto di UNHCR – Agenzia Onu Global Trend – in ricorrenza della Giornata Mondiale del Rifugiato, sono 68 milioni… persone non container di merci.

Molti governanti e tutte le forze politiche di destra (specifiche o in foggia travisata) in Europa gridano forsennatamente al respingimento come se i loro stati interessati fossero le mete principali od esclusive dei fuggiaschi. Dati i messaggi politici promulgati, da parte della gran parte delle popolazioni non c’è una visione e una conoscenza comune sulla drammatica questione.

Pur vivendo in una fase storica di interconnessione informativa planetaria, continua e pluriarticolata, mai verificatasi nella storia umana, si è ritornati ad una condizione di dealfabetizzazione di massa. Non tanto sull’elementare tradizionale sapere del “leggere e scrivere”, ma sulla conoscenza delle vicende e sui parametri che caratterizzano il mondo.

Il forte processo di ritorno all’esaltazione di modelli teorici e operativi nazionalisti (sovranismo o quant’altro), di riduzione dell’interesse complessivo, con l’attenzione rivolta solo alle vicende della cosiddetta “casa propria”, di estrema semplificazione dei messaggi della propaganda e di lettura degli eventi, onnubila i cervelli ( cosa già tragicamente vista nella storia recente). Vieta di pensare in maniera attenta e toglie qualsiasi volontà di approfondimento, di pesare in maniera appropriata: “numeri”, fatti e luoghi.

In Italia (conosciamo in maniera più appropriata le dinamiche in atto, ma c’è un filone comune che lega i paesi europei) è stato artificiosamente creato un modello di attenzione rivolto alla “sicurezza” personale mirato solamente ai pericoli (furti, rapine, violenza alle persone... complessivamente sono in calo) che in maniera esaltata possono derivare dalla presenza di profughi e migranti. Una forsennata campagna di disinformazione, sottile e persuasiva, ben giostrata ed alimentata, pur in un quadro nominale di pluralità, come già avvenuto negli anni bui della dittatura, ha creato di nuovo il “nemico”.

Le persone profughe e migranti, spogliate dalle sembianze e dagli umori umani, sono state fatte diventare orripilanti “oggetti”, privi di sembianze umane, che devono essere discriminati, perseguiti e cacciati, distrutti. Questo “nemico” è la causa unica ed esclusiva di tutte le distorsioni sociali che attanagliano l’Italia. Tutto il resto non esiste più!

Infatti, è quasi svanito, rimosso, messo nelle ultime fila della discussione e della gestione politica, l’oggettivo comune sentire sul concetto di sicurezza che riguarda tutta l’articolazione della vita quotidiana. Giusto per ricordarne alcuni di principali sul: mantenimento del posto di lavoro e le grandi difficoltà della precarizzazione; salario e stipendio iniquo e insufficiente; utilizzo adeguato e soddisfacente dei servizi sociali, asili, scuole, sanità; integrità fisica nell’esplicitazione dell’attività lavorativa (13.000 morti negli ultimi dieci anni); stradale (nel 2016, 3.283 vittime – entro il 30° giorno- e 249.175 feriti); alimentare, dato l’ampio uso di prodotti chimici nelle lavorazioni; inquinamenti velenosi che pervadono le nostre città e i territori, che determinano la morte di molte decine di migliaia di persone ogni anno; abitazione, negli ultimi anni sono in forte crescita gli sfratti; violenza sulle donne, femminicidi, stupri, persecuzioni, tutti in continuo aumento; penetrazione delle organizzazioni mafiose in tutte le aree territoriali nazionali con tutte le nefaste conseguenze sul piano economico e sociale.

Segmenti sociali e della struttura civile resistono, con grandi difficoltà, cercando di riportare all’analisi, all’impegno comune, alle lotte, tutta la gamma delle sicurezze che, in particolare in maniera drammatica, riguardano i soggetti più esposti, a partire dai milioni di disoccupati e dei milioni di poveri. 

Inoltre, sul piano interno, riguardo profughi e migranti l’attenzione è esclusivamente rivolta all’Italia.

Sulla cosiddetta “invasione”, il modo di comunicare di gran parte dei rappresentanti della politica e delle forze di governo, l’impostazione dei cosiddetti confronti, dei momenti di approfondimento televisivi, il modo di dare i notiziari, il tam-tam diventato dilagante, il metodo divulgativo generalizzato, mettono al centro dell’attenzione gli eventi che riguardano il nostro paese. Come se fosse solo l’Italia ad essere interessata della drammatica questione.

Di ciò che succede in Europa se ne parla in maniera del tutto sporadica, con un unico argomento all’attenzione: le quote dei profughi che dovrebbero essere trasferiti negli altri paesi europei.

Di ciò che succede nel “resto del mondo”, l’attenzione ufficiale emerge, sottovoce, solamente il venti giugno, in ricorrenza della Giornata del Rifugiato – approvazione nel 1951 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite della Convenzione sullo statuto dei rifugiati -.

Quindi, la gran parte degli italiani ha acquisito la percezione che l’invasione riguarda solamente l’Italia! Con conseguente dirompente crescita dei rigurgiti razzisti di odio, forieri di nuove persecuzioni.

Vengono dileggiati i valori costituzionali e le normative internazionali basati sul riconoscimento del diritto di asilo, quindi l’accoglienza, l’assistenza, l’applicazione dei diritti umanitari, il salvataggio a mare.

 

 

FUGGIASCHI NEL MONDO

 

 

68 milioni i fuggiaschi:

Dai dati riferiti al 2017 emerge che 40 milioni, pari al 65%, sono spostamenti all’interno del proprio paese (sfollati), 25 milioni i rifugiati, 3,1 milioni richiedenti asilo . Un aumento di grande rilevanza si è verificato nell’ultimo ventennio. Infatti nel 1997 i fuggiaschi erano 33,9 milioni.

Per lo più sono fuggiti e si trovano allocati nelle parti povere del mondo.

I paesi di maggiore provenienza - tutte aree di guerra - sono: Siria 6,3 milioni, Afghanistan 2, 6 m., Sud Sudan 2,4 m., Myanamar 1,2 m., Somalia 986.400, Sudan, Congo, Rep. Centroafricana, Eitrea, Burundi. 

Paesi che accolgono più rifugiati: Turchia 3,5 milioni ( quasi 3 milioni provengono dalla Siria), Pakistan 1,4 m., Uganda 1,4 m., Libano 989.900, Iran 979.400, Germania 970.400, Bangladesch 932.200, Sudan 906.600, Giordania 685.000 ( 2016), Congo 452.000 ( 2016), Kenia 451.000 ( 2016),

I bambini e i ragazzi al di sotto dei 18 anni rappresentano il 51% del totale dei fuggiaschi.

E’ bene che tutte le “oche starnazzanti” sull’invasione, date il loro scarso patrimonio culturale e di conoscenza geografica, apprendano che sui paesi soprariportati, due stati di piccole dimensioni hanno accolto moltissimi rifugiati: Libano e la Giordania. Hanno rispettivamente 6 e 9,5 milioni di abitanti, con un PIL pro-capite di 7914 e 4087 dollari – Pil Italia 30927 dollari, dati 2016. 

Riguardo i rifugiati storici, 11,5 milioni, la componente principale è rappresentata dai palestinesi, 5,3 milioni alla fine del 2016 (il numero più grande è allocato in Egitto), poi gli afgani in Pakistan (negli ultimi anni è iniziata la fase del ritorno).

Sugli sfollati interni (dati del 2016) al primo posto delle disgrazie di trova la Colombia con 7,4 milioni di persone, poi la Siria con 6,3 milioni, Iraq 3,6 milioni, Congo 2,2 milioni, Sudan 2,2 m., Nigeria 2,2 m., Yemen 2 milioni, Sud Sudan 1,8 m., Ucraina 1,8 m., Afghanistan 1,8 m.

Sui richiedenti asilo (3,1 milioni nel 2017) –la situazione europea sarà affrontata nel dettaglio successivamente - , riguardo i Paesi riceventi richiesta, al primo posto c’è la Germania, poi Stati Uniti (262.000 richieste nel 2016, provenienti dal Messico e dall’America centrale), quindi Turchia, Francia, Italia,Grecia, Austria, Inghilterra, Sud Africa, Uganda.

I richiedenti (dati 2016, primi dieci paesi) provengono dalle seguenti realtà – la gran parte interessate da situazioni di guerra:

Siria 347.000, Afghanistan 238.000, Iraq 135.000, Iran 61.000, Congo 60.000, Pakistan 58.000, Eritrea 57.000, Nigeria 56.000, El Salvador 43.000, Ucraina 39.000.

Gli apolidi ( senza cittadinanza/stato) rappresentano una consistenza molto significativa. Sono circa 3.2 milioni del totale delle persone considerate.

 

SITUAZIONE IN ITALIA

Richieste di asilo 2017

Tot. 130.139

 

 

Uomini 109.066

Donne 21.053

Di cui:

Minori non accompagnati 9782

Minori accompagnati 6527

 

ESITI:

RESPINTA  46.992 58%

Umanitaria 20.166 

Rifugiati 6827

Sussidiaria 6880 

Altri esiti  662

Totale esiti positivi 33.873   41%

 

TOTALE esaminati  81527  

 

Nello stesso anno ( 2017) in Europa ( a 32 paesi) sono state esaminate un complessivo di 973.415 richieste.

  • < > Eurostat – Ufficio Statistico della Comunità Europea -. EUROPA

     

     

    Nel dettaglio coma va la situazione in Europa? Al di là delle chiacchere divulgate ampiamente in Italia le fonti Eurostat sono molto illuminanti.

    Nel periodo che va dal 2008 al 2017 nell’UE-32 sono state prese in esame un totale di 4.555.530 richieste, pari allo 0,89% della popolazione residente al 2017.

    Complessivamente, nello stesso periodo, le domande avanzate nell’UE-32 sono state 5.740435, pari al’1.22% della popolazione residente al 2017.

    Numeri grandi? Ebbene, nel contesto geografico europeo, tra i tanti stati, due “micro paesi” come il Libano e la Giordania hanno assorbito 1.675.000 rifugiati.

    Nel 2017 in EU-32 le richieste di asilo e misure complementari concesse sono state 538.120. Così suddivisi:

    • Stato di rifugiato 271.630

    • Protezione sussidiaria188.960

    • Protezione umanitaria77.530

    • Rifugiati reinsediati23.925

     

    In rapporto ad ogni milione di abitante (popolazione al’1 gennaio 2017), al primo posto c’è la Germania con 325.370 permessi concessi, 3945 per milione di abitanti - 82.521 milioni. di abitanti -, segue l’Austria con 33.925 permessi, 3865 per milione./ab. – 8,773 m. di abitanti -, al terzo posto la Svezia con 31.235, 3125 per milione/ab. – 9,995 m. di abitanti.

    Dal quarto al sesto posto seguono: Lussemburgo con 1130, 1915 per milione/ab – 590.667 abitanti; Malta con 815, 1770 per milione di ab., 460.297 abitanti; Svizzera con 14.785, 1775 per milione/ab., 8,420 m. abitanti.

    Dal sesto al nono posto: Belgio con 12.895, 1135 per milione/ ab., 11,351 m. di abitanti; Cipro, con 1300, 1110 per milione/ab., 854.802 abitanti; Grecia con 12.015, 1115 per milione di ab., 10, 768 m. di abitanti;

    Dal decimo al dodicesimo posto: Norvegia con 5270, 1000 per milione di ab., 5,258 m. di abitanti;

    Finlandia con 4255, 775 per milione/ab., 5,503 milione di abitanti; Liechtenstein con 25, 660 per milione/ab., 37.810 abitanti; 

    Dal tredicesimo al quindicesimo posto: Francia con 40.575, 605 per milione/ab., 66.989 m. di abitanti; ITALIA  con 35.130, 580 per milione di ab., 60,589 m. di abitanti; Paesi Bassi con 9090, 530 per milione di ab., 17,82 m. di abitanti;

    Dal sedicesimo al diciottesimo posto: Danimarca con 2750, 480 per milione di ab., 5,749 m. di abitanti; Islanda con 125, 370 per milione di ab., 338.349 abitanti; Bulgaria con 1705, 240 per milione di ab., 7,102 m. di abitanti;

    Dal diciannovesimo al ventunesimo posto: Regno Unito ( Inghilterra) con 15.645, 240 per milione di ab., 65,809 m. di abitanti; Irlanda con 720, 150 per milione di ab., 4,784 m. di abitanti; Lettonia con 275, 140 per milione di ab., 1,950 m. di abitanti;

    Dal ventiduesimo al ventiquattresimo posto: Ungheria con 1290, 130 per milione di ab., 9,798 m. di abitanti; Lituania con 295, 105 per milione di ab., 2,848 m. di abitanti; Spagna con 4700, 100 per milione di ab., 46,528 m. di abitanti;

    Dal venticinquesimo al ventisettesimo posto; Slovenia con 150, 75 per milione di ab., 2,066 milioni di ab.; Estonia con 95, 70 per milione di ab., 1,316 m. di abitanti; Romania con 1330, 70 per milione di ab., 19,644 m. di abitanti; 

    Dal ventottesimo al trentesimo posto: Portogallo con 500, 50 per milione di ab., 10,310 milioni di ab.; Croazia con 170, 40 per milione di abitanti, 4,154 milioni di ab.; Rep. Ceca con 145, 15 per milione di ab., 10,579 m. di abitanti;

    Dal trentunesimo al trentaduesimo posto: Polonia con 560, 15 per milione di ab., 37,973 m. di abitanti; Slovacchia con 60, 10 per milione di ab., 5,435 m. di abitanti.

     

    Sul totale delle richieste presentate sono stati concessi 558.330 permessi.

    La situazione è molto differenziata. La Germania rappresenta il 58% degli asili concessi nell’UE-32 – nel 2016 ,sono stati il 57% ( UE-28) -.

    C’è, come ben visibile scorrendo l’elencazione, un consistente numero di paesi che, trincerati nei loro confini con una chiusura razzista di stampo medioevale, mantengono una posizione totalmente divergente dagli stati europei che sono il polmone principale dei fuggiaschi.

    Per esempio nel 2016 Grecia, Irlanda, Polonia e Ungheria hanno avuto un tasso di rifiuto delle domande di primo grado di oltre il 75%.

    E’ questa la contraddizione principale su cui si regge la Comunità Europea. In questa maniera, a parte le questioni di gestione economica e finanziaria, vengono infranti i valori culturali fondamentali che hanno retto la costruzione della “nuova Europa” dopo la fine della seconda guerra mondiale, definiti appositamente per evitare il ritorno dei nefasti nazionalismi che nei primi 45 anni del novecento hanno flagellato il continente con oltre cento milioni di morti ed immani distruzioni.

    Il rischio palese, già in corso in maniera avanzata, è la distruzione del concetto di Unione Europea, con il ritorno di tutti i fantasmi e i tragici pericoli del recente passato.

    Infatti, non si vogliono adottare politiche comuni sull’accoglimento dei rifugiati, a partire da modelli condivisi di accoglienza e dai ricollocamenti. Come drammaticamente emerso ulteriormente nel vertice europeo di alcuni giorni addietro.

    Da rilevare, inoltre, come ben noto da parecchi anni, che una quantità considerevole di rifugiati approdati in Italia non intendono restare nel nostro paese. Dato i vincoli in atto, cercano nelle maniere più pericolose, foriere di morte, di uscire verso gli altri Stati confinanti, per raggiungere altre mete.

     

    RICHIESTE ASILO IN ITALIA 2018

     

    Nel primo semestre del 2018 la situazione generale ha già avuto un cambiamento sostanziale.

    In ITALIA il decremento sulla richiesta di asilo è stato notevolissimo:

    • Gennaio, 6874 persone ( 5700 uomini, 1174 donne; di cui 656 minori non accompagnati, 47 minori accompagnati).

    • Febbraio, 5942 (4797 uomini,1145 donne; di cui 598 minori non accompagnati, 20 minori accompagnati).

    • Marzo, 6100 ( 4887 uomini, 1213 donne; di cui 572 minori non accompagnati, 18 minori accompagnati).

    • Aprile, 4525 (3556 uomini, 969 donne, 411 minori non accompagnati, 8 minori accompagnati).

    • Maggio, 5172 ( 3997 uomini, 1175 donne; di cui 340 minori non accompagnati).

    Totale 5 mesi: 28.613. Media mese 5722.

    Nel 2017 le richieste di asilo sono state 130.139. Media mese 10.844.

     

    E’ interessante soffermarsi sulle decisioni assunte in Italia riguardo la richiesta di asilo nei primi 5 mesi del 2018 – complessive 40.123 :

    • Gennaio, esaminate 6550, respinte 3950 60%

    • Febbraio, esaminate 6631, respinte 4099 62%

    • Marzo, esaminate 9843, respinte 6099 62%

    • Aprile , esaminate 8000, respinte 4781 60%

    • Maggio, esaminate 9099, respinte 5595 60%

     

    Arrivi profughi via mare (Mediterraneo) in Italia:

     

    al 12 giugno 2018: 14.286

    2017: 119.369

    2018: 182.436

     

    Arrivi nel Mediterraneo:

     

    al 12 giugno 2018:

    Grecia: 12.065 2017: 29.718 2016: 173.450

    Spagna 8.727  2017: 22.103 2016: 8.162

     

     

    Profughi annegati nel Mediterraneo

     

    al 12 giugno 2018: 784  2017: 3081  2016: 5096

     

     

    RICHIESTE DI ASILO NELL’UNIONE EUROPEA 2018:

     

    • Gennaio 53.175 - 2017: 61.528

    • < >45.908 - 2017: 58.946 –< >47.957 - 2017: 66.433 –< >49.716   - 2017: 49.966 –

    Totale 4 mesi: 196.756  -tot. 4 mesi: 236.873 differenza: - 40.117 -17% 

     

    Rimane di approfondire l’aspetto dei “rimpatri” forzati. E’ bene lasciarlo ad altra occasione.

     

    Un dato è certo. In Italia stiamo vivendo la fase più oscura dalla fine della guerra. Nel corso del 2017, con gli appositi accordi definiti, si era lasciata mano libera alla Libia, zona di guerra, priva dei requisiti basilari di libertà, solidarietà e assistenza. Un grande carcere per i profughi.

    Ora, dalle decisioni governative assunte da Lega-5 Stelle, viene rimpolpato il ruolo della Libia e vietati gli sbarchi in Italia da parte delle navi delle ONG – attori principali dei salvataggi a mare -, con tutte le traversie per i profughi già determinatosi.

    I morti in mare si sono intensificati.

     

    Se non ora quando? La dimostrazione dello sdegno da parte di quegli italiani, sono tanti, che mantengono alto nel cuore e nella mente la difesa dei valori prioritari della Costituzione, della memoria sugli eventi fondativi della nostra libertà e sulle decine milioni di italiani che nel corso degli ultimi 150 anni sono stati costretti a fuggire migranti dal proprio paese nativo. 

     

    n.b. fonti di informazione di riferimento: UNCHR, EUROSTAT, Ministero Interno

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