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Meglio un Mario Monti che mille grillini

La ventata di antipolitica che ha provocato una bassa affluenza alle ultime elezioni amministrative, e la conseguente scalata di Grillo impensierisce molti, catalizza le attenzioni dei media ed atterrisce i partiti tradizionali che vedono dissolversi gli equilibri dominanti fino a pochi mesi fa.

Grillo ed il suo Movimento 5 stelle sono saliti sul carro dei vincitori portando un approccio nuovo e più diretto alla democrazia. L’avanzata di questa forza extra-parlamentare, immune ai giochi di palazzo, sta scardinando non solo le dinamiche obsolete che regalano i rapporti tra i vari partiti, ma anche le relazioni che intercorrono tra i cittadini - la cosiddetta “partitocrazia” e le Istituzioni rappresentative, che in definitiva sono gli strumenti attraverso i quali la volontà popolare dovrebbe essere esercitata.

Attualmente, polarizzando la situazione, ci troviamo da un lato un governo dei tecnici che amministra il potere sostenuto da quasi tutti i partiti presenti in Parlamento, dall’Europa e dai più importanti istituti finanziari nazionali ed internazionali, e dall’altro una forza enorme chiamata “anti politica” che fa del rifiuto, della protesta e della voglia di un rinnovamento radicale il proprio obiettivo. In mezzo a queste due entità si trovano i movimenti politici tradizionali, frastornati ed indeboliti dagli ultimi scandali, dai magri riscontri elettorali e da una deligittimazione galoppante che investe i simboli, i leader e le classi dirigenti. A cosa porterà questa situazione? Ancora non è chiaro, certo però è che alcuni dati sono sicuri.

Il berlusconismo, come lo abbiamo conosciuto, è (per fortuna) morto e sepolto. I dati da prefisso telefonico del PDL in molte realtà locali indicano che la profezia di Indro Montanelli si è realizzata: dopo 20 anni di (mal) governo del Cavaliere, gli italiani sono ormai vaccinati contro la pseudo-destra degli interessi “particolari” che ha dominato l’Italia negli ultimi 20 anni. Il Pd anche a seguito della vittoria di Hollande in Francia rappresenta il perno su cui si potranno innestare dal 2013 nuove politiche ed alleanze, che potrebbero portare le forze di sinistra a vincere le elezioni politiche e determinare l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica.

Allo stato attuale - fatta eccezione per le cause collaterali che provocano - tra le urla, i vaffa, i post e le invettive scomposte di Grillo ed i provvedimenti forse non pienamente equi ed equilibrati del governo Monti, è meglio scegliere i secondi. Tra un riformismo serio seppur sofferto e difficile, di cui è portatore il governo dei professori ed un populismo all’ennesima potenza come quello di Grillo non si può che stare con il pragmatismo dei tecnici. Se in futuro dovesse vincere a livello nazionale il partito guidato dal comico genovese, sarebbe l’ennesima occasione per farci ridere dietro dall’Europa e dal resto del mondo. Ma forse gli italiani se ne accorgerebbero dopo un altro ventennio.

Questo articolo è stato pubblicato qui

I commenti più votati

  • Di (---.---.---.195) 11 maggio 2012 01:10

    peccato per il finale dell’articolo.... sembrava quasi un articolo condivisibile, poi la slinguata su monti proprio non ci sta. devi essere o anestetizzato o retribuito per promuovere un governo che di pragmatico ha solo la freddezza e la cattiveria per accanirsi contro le parti deboli del paese. non tocca i capitali, non tocca le banche, non riforma la finanza, non aggredisce i grandi evasori, non ha un piano a medio-lungo termine, non si cura di mettere in salvo l’unica risorsa che ci garantiva la sopravvivenza (la piccola impresa), non è capace di rilanciare un piano energetico decente, non ha intaccato per niente la disfunzionalità delle istituzioni, niente legge elettorale niente abolizione delle province niente riduzione dei costi dei vitalizi, ecc. ecc. ecc. eccetera

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.195) 11 maggio 2012 01:10

    peccato per il finale dell’articolo.... sembrava quasi un articolo condivisibile, poi la slinguata su monti proprio non ci sta. devi essere o anestetizzato o retribuito per promuovere un governo che di pragmatico ha solo la freddezza e la cattiveria per accanirsi contro le parti deboli del paese. non tocca i capitali, non tocca le banche, non riforma la finanza, non aggredisce i grandi evasori, non ha un piano a medio-lungo termine, non si cura di mettere in salvo l’unica risorsa che ci garantiva la sopravvivenza (la piccola impresa), non è capace di rilanciare un piano energetico decente, non ha intaccato per niente la disfunzionalità delle istituzioni, niente legge elettorale niente abolizione delle province niente riduzione dei costi dei vitalizi, ecc. ecc. ecc. eccetera

  • Di (---.---.---.195) 11 maggio 2012 01:19

    e dei conflitti d’interesse ne vogliamo parlare?

  • Di (---.---.---.168) 11 maggio 2012 10:44

    Spero vivamente, chi scrivi questo articolo si prenda tutte le responsabilità di quello che dice, spero ne sia convinto, io non lo sono...

  • Di (---.---.---.204) 11 maggio 2012 11:58

    Il governo Monti è, comunque, ferocemente dipendente dall’attuale parlamento.

    Anche se Monti avesse le idee assolutamente giuste su cosa fare, ogni provvedimento che prende è poi sottoposto al vaglio di un parlamento che è ancora quello di prima, di sempre verrebbe da dire.

    In questa situazione, mettere mano ai conflitti d’interesse - che sarebbe fondamentale - è impossibile. Non vale neppure la pena di spenderci energie.

    Tanto, non c’è forza in cielo o in terra che potrebbe convincere i PdL - e, neppure, quota parte del PD - a muovere contro B.

    Lo stesso vale per la legge elettorale... tanti dei nostri rappresentanti rappresenta solo il proprio capo partito, e non ha dubbi sulla propria - nulla - capacità di convincere gli elettori che loro, proprio loro, sono la persona giusta per rappresentarli.

    Grillo mi lascia perplesso, non è un genio. Dice una marea di castronate, è un populista della malora, un ipocrita della malora che fa il "verde" e poi corre sull’autostrada come un pirla con la Mercedes 560, è tutto questo e probabilmente anche altro. Monti è nettamente meglio, e siamo d’accordo.

    Ma quello che è certo, quello che mi spaventa, è che la storia del movimento 5S ci dimostra che la nostra classe politica è disposta a tutto per ignorare i malumori dei cittadini, chiudersi a proposte di rinnovamento esterne alla casta e mantenere lo status quo.

    L’alternativa non è tra Monti e Grillo (anche se Grillo adora metterla in questi termini). L’alternativa è tra Grillo e qualcun’altro.

    Qualcuno che proponga un altro modo, un po’ meno democratico, di canalizzare il malcontento di tanta parte degli italiani che non possono riconoscersi più nella classe politica attuale.

    A quel punto, ben venga grillo ed il movimento 5S.

    • Di Sandro kensan (---.---.---.54) 11 maggio 2012 13:04
      Sandro kensan

      Che bel commento, complimenti, lo avrei scritto io. Poi la chiosa finale sul movimento cinque stelle è l’avanzata inarrestabile dei nazisti in tutta Europa, giustissimo.

      Concludo anch’io: "A quel punto, ben venga grillo ed il movimento 5S."

      Saluti :)

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