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Maryam al-Khawaja, l’indomita attivista del Bahrein, ora lotta anche contro il cancro

Lunedì 19 febbraio Maryam al-Khawaja (qui una sua videointervista al Corriere della Sera), la coraggiosa attivista per i diritti umani con passaporto del Bahrein e della Danimarca, tra le 100 donne più influenti al mondo nel 2023 secondo la Bbc, ha annunciato ai suoi 120.000 follower su X di avere il linfoma di Hodgkin al terzo stadio:

“L’ho scoperto a gennaio. Mentre la lotta per la mia salute è in una fase critica, una cosa è molto chiara: è arrivato il momento della libertà. Libertà per mio padre, Abdulhadj al-Khawaja, E anche per il popolo palestinese. Chiedo al governo della Danimarca di usare i suoi poteri diplomatici per rendere la libertà a mio padre, cessare di vendere le armi a Israele e chiedere il cessate il fuoco a Gaza”.

Abdulhadj al-Khawaja, il più importante difensore dei diritti umani del Bahrein, è stato arrestato nel 2011 in occasione delle proteste della “primavera araba”. Sta scontando una condanna all’ergastolo.

Le torture che ha subito dopo l’arresto gli hanno arrecato problemi di salute cronici, aggravati negli ultimi due anni da un glaucoma e da aritmia cardiaca. Ciò nonostante, non ha mai ricevuto cure mediche adeguate: le autorità hanno annullato visite in ospedale e lo hanno sottoposto a condizioni inumane di trasferimento da e per il carcere di Jaw, dove si trova tuttora.

A causa di uno sciopero della fame, intrapreso nell’agosto 2023 con altri prigionieri di coscienza, le sue condizioni di salute sono ulteriormente peggiorate, tanto che si sono resi necessari due ricoveri di emergenza.

Un mese dopo Maryam (nella foto insieme alla segretaria generale di Amnesty International, Agnès Callamard) si è era vista negare l’imbarco su un volo della British Airways diretto verso il Bahrein. Voleva vedere suo padre, temendo che non ci sarebbe stata un’altra possibilità. Quel timore ora è purtroppo molto concreto. A meno che le autorità bahreinite non mostrino umanità, scarcerino Abdulhadj al-Khawaja e gli consentano di lasciare il paese per andare a salutare la figlia in Danimarca.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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