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Marx aveva ragione?

Meno religione più ricorso alla droga.

Alcune statistiche, comparse negli ultimi mesi in molti giornali e riviste, evidenziano il costante e forte aumento del consumo di droghe come alcool, estasi, eroina, cocaina e psicofarmaci nei paesi cosidetti progrediti, sia negli Stati Uniti sia negli stati europei. Anche in Italia la diffusione di droghe leggere e pesanti è in continua espansione, interessando sia giovanissimi che adulti. Sono stati trovati quantitativi significativi di cocaina nelle fogne e nei fiumi che attraversano alcune grandi città.Contemporaneamente si legge e si constata nella realtà di tutti i giorni la rarefazione di comportamenti di pratica religiosa.



Ad esempio i matrimoni avvenuti in municipio stanno superando il numero di quelli celebrati in chiesa. Alcuni principi fondanti del cattolicesimo vengono contestati con sempre più frequenza. Sembra quindi che il grande Carlo Marx avesse ragione quando definì la religione l’oppio dei popoli. Infatti collegando i due fenomeni, diminuzione dell’impegno religioso e aumento del consumo di stupefacenti, si potrebbe ipotizzare che molte persone, allontanandosi dalla religione o non riuscendo più a riconoscersi nei principi religiosi, siano incapaci di gestire le difficoltà della vita senza ricorrere a psicofarmaci o ad altre sostanze. Forse l’adesione ad una fede religiosa liberamente cercata e scelta, potrebbe dare all’uomo quell’aiuto per affrontare "il male di vivere" senza rischiare gli effetti collaterali fisici e psichici della droga tanto dannosi alla società.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.130) 30 gennaio 2009 15:08

    Ha detto bene signora Martina: religione liberamete scelta! A me che fui opurtunamente indottrinato da quando piccolo molti anni fa quando più che alontanarmi dalle droghe, mi ha creato dei grossi problemi, che questi si poi, per risolverli ho dovuto ingoiare psicofarmaci che ai quei tempi erano una porcheria, con efetti colaterali enormi.

  • Di (---.---.---.130) 30 gennaio 2009 15:21

    Aggiungo, l’uomo può avere bisogno di un essere superiore quando venendoli a mancare i genitori come punto di riferimento e suoi protettori, invoca a qualcuno fabbricato dalla sua mente, il quale possa invocare con la fede e lo aiuti.

  • Di Peppe (---.---.---.116) 30 gennaio 2009 17:45

    Prima di tutto Marx voleva eliminare la religione: "La religione è il sospiro della creatura oppressa, è l’anima di un mondo senza cuore, di un mondo che è lo spirito di una condizione senza spirito. Essa è l’oppio del popolo. Eliminare la religione in quanto illusoria felicità del popolo vuol dire esigere la felicità reale. L’esigenza di abbandonare le illusioni sulla sua condizione è l’esigenza di abbandonare una condizione che ha bisogno di illusioni."
    Seconda cosa non vedo una relazione tra allontanamento da una religione e uso di stupefacenti, visto che per la maggior parte delle volte sono le religioni a reprimere, soggiogare e imprigionare psicologicamente l’uomo. Quindi sarebbe il passaggio da una droga all’altra, da un mondo di illusione all’altro?

  • Di Gloria Esposito (---.---.---.178) 30 gennaio 2009 18:03

    Anche secondo me non esiste la relazione tra "matrimoni in municipio" e "droga "cioè mi sembra un po’ azzardato dire che la chiesa tiene lontani dalla droga oppure che ci sia una relazione inversa tra le due.Forse il problema non è tanto essere cattolici quanto vivere in una società fatta spesso di cose irreali dove contano solo i soldi, la bellezza e l’essere popolari.Per non far drogare un figlio spesso basta spiegargli che fa male e che le cose che contano nella vita costano sacrifici come hanno fatto i miei genitori con me:non ho mai neanche provato uno spinello e assicuro che non mi rivedo nella chiesa.
    Saluti a tutti,cmq articolo con spunto interessante

  • Di Truman Burbank (---.---.---.195) 30 gennaio 2009 23:01

    Non serve scomodare Marx per ciò che si spiega semplicemente con il mercato. Con la crisi che avanza il sistema mediatico attacca e demonizza il fumo del tabacco, sapendo che i sostituti sono già sul mercato. Così, grazie all’imponente pressione dei mass-media, il consumo di tabacco viene sostituito dal ben più redditizio consumo di oppiacei e cocaina. Così i costi dell’invasione dell’Afghanistan rientrano almeno in parte, rivendendo l’oppio ed i costi del Plan Colombia rientrano per intero con i proventi della cocaina.

    Il metodo è sempre lo stesso, quando una merce comincia ad essere poco redditizia essa viene sostituita con una più costosa. Nel settore farmaceutico è esattamente uguale. I farmaci fuori brevetto vengono sostituiti da farmaci in monopolio. E il popolo bove continua ad ingoiare pasticche.

  • Di (---.---.---.130) 31 gennaio 2009 04:39

    Desidero opinare dei popoli bovi che usano pastiche. E sono l’anonimo. Ci sono varie speci di pastiche.
    E fortuna che hanno progressato nei farmaci. Il signore che dice: è il mercato, lui sa cosa è l’eletrosok? Io si.
     

  • Di killego (---.---.---.41) 3 febbraio 2009 18:34
    Religione e Droga?! Sono stupito non tanto per l’accostamento, che è azzeccattissimo, quanto per l’autrice che l’ha proposto, madre, over 60, probabilmente indottrinata verso una fede cattolica e che piuttosto che vederci (intendo noi giovani) allo sbando totale mette quasi in discussione i mezzi (non i valori per carità) della chiesa cattolica e intuisce il potenziale curativo, per la fragile psiche umana, che ha o perlomeno dovrebbe avere una religione QUALSIASI. Già perché se per un attimo svestiamo le religioni del loro, attualmente inutile e autolesionista, misticismo ciò che resta è una pratica, badate “pratica”, per il benessere mentale. Senza mettere in discussione la verità sulla resurrezione di Cristo che rappresenta le fondamenta del cattolicesimo e che, a fronte di una visione fenomenologica di Dio, può anche essere comprensibile, i suoi insegnamenti, al pari di quelli di Buddha, sono semplici ma essenziali pratiche per evitare l’unico inferno che ha ragione di essere temuto: quello in terra ma senza forma, quello delle turbe psichiche, dei ripensamenti e delle indecisioni, dei timori e dei sensi di colpa, in una parola quello mentale. La chiesa dovrebbe rinnovarsi, recitare l’ennesimo mea culpa e riproporsi in chiave moderna, perché sono ancora in molti a credere nell’uomo barbuto ma la maggior parte o non si pone neanche il problema o, se proprio deve ascoltare storie fantasiose, quelle che erano metafore per conquistare o intimidire l’uomo comune e giungere al numero più elevato di seguaci, allora, probabilmente, preferirà immergersi nella lettura di Tolkien, e l’unico signore al quale crederà sarà quello “degli anelli”. Se vi state chiedendo perché sia stata montata, e ad oggi sostenuta, questa farsa globale, vi rispondo dicendo che la conoscenza è potere e la conoscenza di pochi è potere per pochi. Potere che comunque si sta affievolendo, fortunatamente non tutti gradiscono le posizioni della chiesa sui temi di grande attualità (e se mi consentite, e parlo da scienziato, negare l’eutanasia è inumano come lo è lasciare vivere un essere umano attaccato ad una macchina, senza la quale la vita lo avrebbe naturalmente abbandonato). Immaginate che la religione sia proposta in questa chiave e nessuno andrà più a confessarsi se non da uno psicologo (e del resto sia il Cristo che la sua controparte orientale erano davvero degli studiosi pragmatici della psiche umana). Facendo un passo indietro, il messaggio che vi voglio proporre è che l’inferno è uno squilibrio psichico di natura ed entità variabile, probabilmente scaturito da uno dei sette peccati capitali che io vi riassumo in uno e uno soltanto, il “desiderio”, il quale, impossessatosi di voi, come un demone vi divorerà dall’interno fino alla comparsa di una sintomatologia. Si somatizza cioè il problema che, ripeto, è quasi sempre una mancanza, e si sfocia nella patologia, sede e gravità della quale dipenderanno, almeno in parte da fattori genetico-ambientali.
    Da qui il paradosso: desiderare è la forza motrice dell’uomo, non desiderare è la chiave per la sua salvezza. Questo è un tema dibattuto da millenni dalle religioni e dalle filosofie, vivere da eremiti e cercare la beatitudine lontani dalle tentazioni, o vivere la propria vita confrontandoci giornalmente con essa, cercando di raggiungere un obiettivo e mettendo alla prova la nostra capacità di resistenza alle perturbazioni materiali ed emotive. Liberarsi dall’atavico egoismo umano e acquisire una coscienza globale tale da permetterci di vivere con serenità nella società senza rappresentarne una cellula tumorale (intendendo con questo una cellula che non coopera più col sistema “organo” e utilizza le risorse disponibili per la propria crescita ed il proprio interesse e per questo, quando l’organo sarà compromesso, porterà alla rovina l’intero organismo), questa è la sfida dell’uomo consapevole. L’uomo comune però, senza mete tangibili, senza ambizioni o comunque senza questo o quello, l’indispensabilità dei quali è dettato più che altro dalle mode del momento, cade in depressione, si ferma e non trova né la forza né il motivo per continuare ad andare avanti. La soluzione a questo problema proposta da Confucio resta forse una delle più geniali e ancora attuabili mai avanzate e su questo vi invito ad informarvi se ne avete l’interesse.
    Le sostanze ad effetto psicotropo sono soltanto l’ennesimo “strumento”, e gli sciamani che studiano per anni come convogliarne gli effetti a proprio piacimento lo sanno bene, messo a disposizione (da chi vi fa piacere credere…) dell’uomo come una sorta di scorciatoia verso un benessere, o equilibrio psicofisico, che altrimenti potrebbe essere raggiunto, se non è innato, soltanto con anni di PRATICA religiosa o filosofica che sia. L’uso di tali sostanze (come delle medicine che ormai ingurgitiamo senza confrontarci con chi è del campo) non deve mai essere preso alla leggera e dovrebbe essere ad appannaggio esclusivo di persone che abbiano conoscenza e maturità tali da non farsene sopraffare. Conoscere se stessi e acquisire un profondo senso civico sono le basi per una crescita spirituale, anche involontaria, che può trovare spunti e insegnamenti in una qualsiasi delle religioni o filosofie pensate dall’uomo dell’antichità.
    Detto ciò, complimenti per gli spunti interessanti trattati però in maniera un po’ leggera e frettolosa, ma soprattutto complimenti per la sua apertura mentale, è raro trovare persone della sua generazione che la pensano come lei.

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