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Marius: tempo di uccidere

Lo scorso 9 febbraio la “civilissima” Danimarca è stata teatro di un drammatico episodio che si è consumato in uno zoo di Copenaghen: un cucciolo di giraffa di 18 mesi, nato da due esemplari consanguinei, è stato giustiziato con un colpo di pistola alla testa.

La brutale decisione è stata presa a causa della legge vigente negli zoo europei che vieta la riproduzione tra parenti, e che ha reso vane le richieste delle numerose strutture internazionali disposte ad accogliere il piccolo Marius, per sottrarlo all’atroce destino. Come se ciò non fosse stato abbastanza crudele, il corpo del cucciolo è stato dato in pasto ai leoni davanti ad una folla di bambini.

Questo fatto ha levato un’ondata d’indignazione in tutto il mondo occidentale, tanto da indurre il direttore dello zoo danese a dimettersi, dopo aver ricevuto minacce di morte, e il caso è arrivato fino al Parlamento Europeo.

L’eurodeputato Andrea Zanoni, in seguito alle migliaia di e-mail di protesta ricevute, ha chiesto al Ministro per l’Alimentazione, l’Agricoltura e la Pesca della Danimarca che il delitto non rimanesse impunito. Alcuni decenni fa questo fatto non avrebbe scatenato una tale indignazione, perché dei diritti degli animali se ne parlava poco o nulla.

A partire dal 1978 invece, grazie alla “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale”, presentata dalla L.I.D.A. (Lega Italiana dei Diritti Dell’Animale), è stato possibile aprire un varco a questa causa. Oggi tali argomenti sono discussi all’ordine del giorno, tanto che si stanno diffondendo sempre di più le campagne contro la vivisezione, le sperimentazioni animali, gli zoo ed i circhi, per non parlare dell’aumento smisurato che si è registrato negli ultimi anni di vegetariani e vegani. È in marcia dunque una vera e propria rivoluzione a favore dei nostri coinquilini terrestri, anche se c’è sempre molto da fare (vedi il fatto sopracitato).

Davanti ad episodi gravissimi come l’attività svolta dall’industria Green Hill, che praticava la vivisezione su più di 2500 esemplari di Beagle, si è levata una protesta tale da bloccare l’azienda. Altra prova di cambiamento in tal senso, è stata la risoluzione adottata nel 2012 dalla regione Emilia-Romagna, che ha vietato i circhi con gli animali esotici nei loro spettacoli. Al centro della protesta c’era il trattamento delle bestie, che erano costrette a pessime condizioni di vita, e a crudeli addestramenti effettuati con scariche elettriche e botte per renderle più mansuete.

Questi sono solo alcuni esempi che dimostrano la crescente sensibilità nei confronti dei diritti degli animali. Intanto il terremoto che si è levato intorno al caso del giraffino Marius, è servito, sempre in Danimarca, a salvare Marius 2, un maschio di giraffa di 7 anni che conviveva con un altro esemplare più giovane e dello stesso sesso. Essendo programmato l’arrivo di una femmina, uno dei due doveva essere eliminato per evitare rivalità pericolose. La morte del piccolo Marius, oltre ad aver salvato la vita di Marius 2, deve essere anche un chiaro monito per tutti sull’inutilità degli zoo, vere e proprie carceri per gli animali, luoghi tristi e diseducativi dove non devono assolutamente essere portati i bambini, perché è proprio partendo dall’infanzia che si deve insegnare il rispetto per la vita dei nostri amici pelosi e non.

Laggi anche: Marius col senno di poi
 
Foto:Alois Staudacher/Flickr

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