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Manipolando l’Arpac si controllano i territori: Mastella sindaco di Napoli?

Manipolando l'Arpac si controllano i territori, si rilasciano le autorizzazioni per le discariche o per gli impianti industriali, si possono condizionare le analisi, modificare i documenti. Proprio ieri la Corte Europea ha condannato l'Italia per inquinamento industriale.

La Campania dei veleni, mille volte più velenosa e pericolosa di Fukushima, perchè qui, in Italia e non lontano migliaia e migliaia di km.

Mastella ha dichiarato, soprattutto a Lettieri, di non volersi ritirare dalla candidatura: che prenda esempio dal super ministro della prima Repubblica, - Geronimo -, il quale decise di dimettersi da ogni incarico perché raggiunto da avvisi di garanzia, (alcuni a firma di Di Pietro) e fu scagionato da tutte le accuse. Cade l'accusa di associazione per delinquere contestata agli imputati coinvolti nell'inchiesta sulla gestione dell' Arpac, in cui è coinvolto l'ex ministro Clemente Mastella. Lo ha deciso il gup di Napoli De Gregorio al termine dell'udienza preliminare. Diversi imputati, tra cui Mastella, sono stati rinviati a giudizio per: truffa, appropriazione indebita e abuso d'ufficio. Ma se cade l'accusa di associazione a delinquere, gli altri reati contestatigli, con chi li compie? Non vengono compiuti grazie ad un sodalizio criminale? Tramite e per conto di un pugno di uomini? E questo pugno di uomini, non costituiscono, forse, una associazione a delinquere? Andiamo con ordine.

Arpac, Agenzia dell'ambiente della regione Campania, l'Udeur, il partito di Clemente Mastella e il Consiglio regionale della Campania presieduto dalla moglie Sandra Lonardo. «In tali Enti pubblici gli indagati prestavano la propria attività, talaltra vi entravano grazie ad un più vasto sistema clientelare poggiante sulla forza derivante dal solido legame con i vertici del partito Udeur. Ciò allo scopo di procurare, ad associati e terzi, ingiusti profitti, ingiusti vantaggi e comunque l'asservimento della funzione pubblica agli interessi del gruppo».

Clemente e Sandra Mastella, indicati come "capi e promotori" del sodalizio criminale, assieme all'ex segretario regionale del partito Antonio Fantini e Carlo Camilleri, imprenditore e consuocero dell'ex ministro della Giustizia. La loro partecipazione viene definita "attiva" in molti singoli episodi che riguardano nomine, promozioni e assunzioni, "sempre privilegiando logiche clientelari a scapito di quelle meritocratiche". Camilleri è l'uomo che gestisce "gli affari", come appalti e nomine, appoggiandosi a Sandra Lonardo "punto di riferimento" politico sul territorio, accusata "di aver controllato con logiche ricattatorie e minacciose la spartizione e lottizzazione della copertura di posti e incarichi strategici". Nell''inchiesta si parla di appoggi elettorali al clan di Marcianise (Caserta), filone poi finito, per competenza, alla Dda. Pellegrino Mastella, uno dei figli di Clemente, girava con una Porsche Cayenne procurata dal titolare di un autosalone di Marcianise attualmente detenuto al 416-bis. La – carriera – di Mastella ha origini lontane: "nel 1994 fonda il CCD di cui diviene presidente, e al cui progetto aderisce immediatamente Lorenzo Cesa, che viene messo a capo della segreteria politica. In quel periodo Cesa era, da pochi mesi, sotto processo (nonché reo confesso) per un importante caso di corruzione legato al ministero dei Lavori Pubblici".

14 ottobre 2007 Clemente Mastella viene iscritto nel registro degli indagati della procura di Catanzaro nell'ambito dell'inchiesta "Why not" del sostituto procuratore Luigi De Magistris: l'ipotesi di reato è abuso di ufficio, (reato confermato ieri durante l'udienza preliminare ). Il ministro è sospettato di essere coinvolto in una "rete" costituita da politici, imprenditori, giudici e massoni finalizzata ad ottenere finanziamenti dallo Stato e dall'Unione Europea.

L'8 marzo 2008 la Procura Generale di Catanzaro, depositaria delle indagini dopo l'estromissione del sostituto procuratore De Magistris, chiede l'archiviazione delle accuse a carico di Mastella, che esce dall'inchiesta. Nelle motivazioni, il Gip ha affermava che "non vi erano neanche gli estremi per poter iscrivere Mastella nel registro degli indagati". Ma, nel 2009, la procura di Napoli capovolgerà la decisione della Procura Generale di Catanzaro, sbugiardando le motivazioni per le quali veniva accolta la richiesta di archiviazione: l'avocazione dell'inchiesta Why Not verrà giudicata illegittima e si riterranno fondate le accuse, rinviando a giudizio Clemente Mastella e sua moglie Sandra Lonardo. Le amicizie di Mastella non sono state delle più raccomandabili, tra queste si ricordano: l'amicizia con l'ex-presidente del consiglio comunale di Villabate condannato per mafia Francesco Campanella. Rapporti tanto stretti che Mastella fu testimone delle nozze del Campanella nel 2000. Alle stesse nozze fu testimone anche il presidente della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e condannato in primo grado nel gennaio del 2008 a 5 anni di carcere per favoreggiamento ''semplice'' ad uomini vicini al superboss Provenzano. Questo il curriculum vitae dell'uomo che ha deciso di candidarsi come Sindaco di una città come Napoli, simbolo di ogni paradosso giuridico. Ci chiediamo come si possa continuare in questo modo, dando spazio a persone raggiunte da così tante e gravi accuse, perché, se è vero che fino al terzo grado di giudizio esiste la sacrosanta presunzione di innocenza, è pur vero che le accuse hanno così tante prove schiaccianti che non lasciano dubbi sull'operato, immorale, di Mastella. Guardate la Campania, anche voi vedrete queste prove schiaccianti.

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