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Manifesto satirico per una buona Politica

Vorrei sollevare alcune riflessioni in merito alla recente proposta avanzata dal Ministro delle Politiche Giovanili Giorgia Meloni di uniformare l’eleggibilità alla Camera dei Deputati a partire dai 18 anni similarmente a quanto avviene per gli Enti Locali con le relative e corrispondenti cariche amministrative.

Tale lodevole intenzione può rappresentare senz’altro un piccolo passo verso lo svecchiamento della nostra stagionata classe politica, sicuramente pronta per una lauta pensione ed un “buen ritiro”.

Tuttavia ciò non può bastare se non interveniamo “alla radice” limitando i mandati dei nostri parlamentari (e non solo loro) al massimo, dico io, di tre legislature non cumulative: abbiamo ancora, per fare un esempio, nonno Ciriaco De Mita da Nusco (già presidente del Consiglio nel biennio 1988-1989) che alla soglia degli 85 anni e dopo 48 anni di “onorato servizio tra le stanze dei bottoni” gironzola da tre anni nelle continentali stanze del Parlamento Europeo. Oppure per restare nella nostra italica terra evidenzio come il triumviro del Partito Democratico composto da Walter Veltroni l’Africano (per la sua passione umanitaria verso il continente nero), Piero Fassino l’Ossicino (per via della sua esile corporatura) e Massimo D’Alema l’Armatore (per la sua grande passione velistica) alcuni anni fa hanno stipulato un accordo dove si afferma come oltre i 60 anni d’età essi non avrebbero avuto più posti di rilievo all’interno del partito, non avrebbero più frequentato e teorizzato “la politica del salotto tv”. I risultati sono davanti agli occhi di noi tutti. Veltroni dopo essere stato scalzato alla guida del Pd prima da Dario Franceschini e poi da Pierluigi Bersani si è “rituffato” nell’opposizione fondando la corrente Modem, rinviando, ahimè, il suo viaggio missionario in Africa. Fassino fra pochi giorni si accingerà a concorrere alla carica di sindaco di Torino contro i candidati di altre realtà politiche (Coppola per il centro destra e Musy per il nascente Terzo Polo), mentre D’Alema al di là di guidare il Copasir (organismo per il controllo e la sicurezza della Repubblica) continua ad “ungere” con la sua mano santa personalità alcune delle quali finiscono, poi, per essere triturate in inchieste giudiziarie (vedi caso “Tedesco” in Puglia). In tre fanno 180 anni di vita!

Il sedere dei nostri rappresentanti è divenuto, ormai, un’unica entità inscindibile con la fodera delle poltrone, meglio se rosse con lo schienale in cuoio!

Nel Regno Unito abbiamo un primo ministro di 45 anni, negli Stati Uniti abbiamo Obama di 50 anni; in Italia abbiamo Silvio Berlusconi di 75 anni ed il capo dell’opposizione morale, Romano Prodi (che seppur formalmente “in pensione” continua a dirigere ed influenzare le anime del partito di Via Sant’Andrea delle Fratte) di 72 anni!

Il provvedimento del Ministro Meloni non può bastare, quindi, se non si da il buon esempio. Non basta se non riportiamo, poi, il significato di “politica” , la gestione della “cosa pubblica” al suo vero, intimo ed originario fine: il perseguimento del bene comune della Collettività, rispondendo concretamente al mandato di governo affidato dagli elettori.

No dobbiamo sprecare la naturale giovialità, l’entusiasmo, la creatività, qualità proprie della classe giovanile (non solo, naturalmente); dobbiamo far si che queste caratteristiche si rapportino indissolubilmente con l’umiltà e il rispetto e la difesa della dignità umana altrui: gazzarre, insulti e liti da “osteria”, eresie linguistiche (che farebbero rivoltare dalla tomba il Grande Dante) non possono esistere ed essere tollerate mai, soprattutto in luoghi dove si decide le sorti economiche, politiche e sociali del nostro amato Paese. Non facciamo crescere dei giovani, potenziali futuri amministratori, con la mentalità del vecchio politicante. Sbrighiamoci tutti! Se non ora quando!

 

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