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1° Maggio: Festa contro tutte le Mafie

La storia si ripete, purtroppo. Nel 1947 durante la festa del 1° Maggio, a Portella della Ginestra la mafia eseguì la condanna a morte di contadini presenti alla manifestazione e guidati dai sindacalisti contro il latifondismo. La sentenza fu emessa, secondo le accuse di Pisciotta, da politici della DC . 

“Io dò una cosa a te, tu dai una cosa a me”. Questa frase, molto ricorrente nei discorsi dei mafiosi è anche la conclusione dei discorsi di molti politici italiani. “Io ti faccio avere gli appalti tu mi fai liberalizzare l’eroina”. “Io ti dò un ponte, tu mi dai i tuoi voti”. “Io ti elimino un giudice, tu mi dai un feudo”. E così facciamo l’Italia feudale alla faccia del federalismo di Bossi.

Dal 1947 ad oggi il concetto della politica italiana non cambia, anzi si rafforza sempre di più la corruzione e la sua concussione alla mafia è sotto gli occhi di tutti. C’è lo dice Di Pietro in TV che la mafia è nelle Istituzioni ma anche il Procuratore Grasso, quando diceva l’altra sera di dargli la benzina, ha lasciato intendere che non hanno tutti i mezzi per combatterla. E come si può definire uno Stato che “taglia” o non aumenta i mezzi a chi deve lottare contro una organizzazione malavitosa che fattura ogni anno 100 miliardi?
 
Mai più appropriato è stato il termine “una montagna di merda” affibbiato alla mafia e a chi la sostiene. Non comprerei mai un grammo di droga per il solo fatto di non ingrossare i loro portafogli. Non pagherei mai un cent. di “pizzo” a costo di sparargli a vista e finire in galera.

Non darei mai il mio voto a gente collusa con “cosa…loro” neanche se mi dessero una consulenza milionaria alla Regione. E, badate bene, che la loro puzza si sente da lontano; la loro dialettica si capisce al volo; si vestono con abiti firmati ma non possono mai celare le loro caratteristiche somatiche: quelle del mafioso.

Certo, ormai in tutto il mondo, si vede e si sente l’odore delle montagne di merda. Si sente nelle Borse, nelle banche, nei governi. Ormai è globale.
 
C’è chi non può pagarsi la rata dell’auto e chi compra industrie con i soldi dello Stato. Riescono ad imbrogliare anche i sindacalisti e non solo italiani, facendoli dividere come tanti oligofrenici fra loro, ma di tutto il mondo, accettando tutte le “schifezze” che di volta in volta gli vengono imposte dai politici asserviti ai padroni.

Anche il precariato.
 
Già sono al lavoro i ricercatori per sperimentare un vaccino contro l’influenza dei maiali. Sarà un precario, a trovarlo per primo e a far guadagnare qualcosina a quei poveri fannulloni che investono in Borsa? E si, adesso il giocare in Borsa si definisce investire o capitalizzare.

In fin dei conti definire una crisi globale di porci è, come dire, “una montagna di merda”. 

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