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Ma quale scontro, Di Maio e Grillo marciano divisi per colpire uniti

Il nervosismo di Renzi è palpabile, la sua fretta di concludere le riforme istituzionali è evidente e non perché l’Europa è in febbrile attesa di queste riforme, ma per la paura di non avere i numeri per farle. PD e Forza Italia sono in tilt, dilaniate dalle fronde “Min”, sempre più forti e sempre più aggressive.

Il fatto è che la coppia Di Maio/Grillo sta rottamando la coppia Renzi/ Berlusconi. Di Maio e Grillo sono un'accoppiata vincente perché l’accoppiata protesta e il dialogo è vicente. Una svolta strategica, che ha spazzato via il carattere monolitico dell'accordo del Nazzareno e realizzato la piattaforma politica per la costruzione di una riforma e di una maggioranza alternative a quella di Renzi e di Berlusconi. E non fa niente se la stampa ha voluto creare uno scontro tra i due per indebolire la incisività delle loro azioni. Se Grillo critica ferocemente Renzi, non sconfessa Di Maio che dialoga con lui, ma lo supporta nella trattativa, evidenziando i punti deboli della linea negoziale del segretario del PD. 

I due hanno un unico obiettivo, anche se lo perseguono con strumenti diversi. Marciano divisi, per colpire uniti. Protesta e dialogo viaggiano insieme e si aiutano a vicenda, anche perché si muovono sulle gambe di due persone duttili, capaci di conciliare la disponibilità al dialogo con la durezza della protesta ed oltretutto legate da un rapporto affettivo molto intenso. Grillo è padre politico di Di Maio e Di Maio è il figlio politico di Grillo. E in politica, anche se tutto è sangue e merda, questi rapporti contano. Certo, nel M5S ci sono sensibilità diverse, come in tutte le forze politiche. C'è chi è favorevole e chi contrario al dialogo. Ma ciò non mette in forse la linea perseguita, articolata in un obiettivo comune, in strumenti operativi diversi, ma gestiti unitariamente.

L’obiettivo comune è frenare la svolta autoritaria e la deriva presidenzialistica, o quantomeno provarci. Non si puo assistere inerti alla deriva di un Paese che va a rotoli e crogiolarsi in una protesta annacquata e derisa da una stampa asservita che ogni giorno edulcora il dramma istituzionale ed economico che vive il paese.

In uno scenario in cui il partito personale manda in soffitta il partito collegiale, "la ditta” di bersaniana memoria, il combinato disposto legge elettorale/riforma del Senato consente al segretario del partito di maggioranza di nominare i parlamentari, eleggere il presidente della Repubblica e i membri del CSM. E ciò non solo aumenta i poteri del premier, ma indebolisce il potere delle istituzioni di controllo, nel partito e nel Parlamento.

Lo strumento è identico: la trattativa.

E anche se si dialoga, ha fatto bene Grillo a protestare contro l’arrogante gestione della trattativa del PD. Non bisogna avere paura della verità, anche quando rischia di pregiudicare una trattativa cosi necessaria in questo momento per la democrazia e per il Paese. Se il PD mantiene segreti gli accordi con Forza italia e svolge in streaming, come è giusto, le trattative con il M5S, bisogna denunciare questa anomalia e richiedere trasparenza per tutti.

Se il PD apre alla trattativa con il movimento e poi considera intoccabili le intese con Berlusconi, o è antidemocratico o non conosce che cos’è il dialogo. Questa contraddizione va rimarcata, e ripetuta con forza.

Se il PD richiede impegni scritti al movimento e niente a Forza Italia, se il PD ha più fiducia in Berlusconi che in Di Maio, questo va detto per la dignità del movimento e per quella dei compagni eredi di Berlinguer.

Ma la verità a brutto muso non deve frenare il dialogo, l'attacco e la protesta non sono un preliminare per rompere la trattativa, ma per gestirla al meglio. Queste verità, che sono anche le ragioni del M5S e i torti evidenti del PD, non possono restare nella naftalina della protesta, ma devono essere giocate sul tavolo delle trattative.

E allora, ha fatto bene Di Maio a fare la conferenza stampa per illustrare i punti di condivisione e di dissenso delle riforme. La rottura della trattativa avrebbe consentito a Renzi di realizzare il suo obiettivo: relegare il M5S nella protesta e quindi bloccare il processo di coesione tra minoranze di PD e Forza Italia e il movimento.

E tutto ciò è integrazione di due linee ,che non sono in contrasto, ma interagiscono e si supportano reciprocamente.

Photo: Politica Italia, Flickr

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