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Ma a Tremonti l’economia chi la insegna?

Ma a Tremonti l'economia chi la insegna?

Sobrio titolo de il Giornale sul teatrino di ieri sera ad Annozero, con il ministro dell’Economia che “spiega” la manovra al segretario Pd. C’è soprattutto una frase di Tremonti che va evidenziata, meglio se con la matita blu: «Abbiamo l’Istat, l’Isae è un po’ troppo». Se Tremonti sapesse cosa fanno Isae ed Istat, avrebbe evitato di pronunciare una simile sciocchezza.

Come si legge sui siti dei due istituti citati,

L’Isae è un ente pubblico di ricerca che svolge principalmente analisi e studi a supporto delle decisioni di politica economica e sociale del Governo, del Parlamento e delle Pubbliche Amministrazioni. L’ISAE effettua, anche attraverso accordi e convenzioni con soggetti pubblici e privati, indagini presso imprese e famiglie, previsioni macroeconomiche, analisi nazionali ed internazionali e studi di macro e microeconomia della finanza pubblica. Vengono esaminate inoltre le politiche economiche di regolamentazione e le tematiche ambientali.

Mentre missione dell’Istat

è quella di servire la collettività attraverso la produzione e la comunicazione di informazioni statistiche e analisi di elevata qualità, realizzate in piena autonomia e sulla base di rigorosi principi etico-professionali e di più avanzati standard scientifici, allo scopo di sviluppare un’approfondita conoscenza della realtà ambientale, economica e sociale dell’Italia ai diversi livelli territoriali e favorire i processi decisionali di tutti i soggetti della società (cittadini, amministratori, ecc.).

Pensare che i due istituti svolgano attività simili è del tutto fuori dalla realtà, e conferma per l’ennesima volta che Tremonti non sa di cosa parla, ogni volta che discetta di analisi economiche, che peraltro a lui non sono mai piaciute. Ma non è solo questo: quanto risparmierà lo stato con la scomparsa dell’Isae? Una cifra poderosa: 135.000 euro annui. Avete letto bene, centotrentacinquemila euro annui. Se questo è il modo per realizzare risparmi, siamo messi bene.

Ma Tremonti ha già la motivazione, che ricorda molto quella dei conservatori americani, che sostituirebbero il welfare con la filantropia:

«Perchè devi dare 100.000 euro al presidente dell’Isae? Ma dalli ai poveri, Bersani!»

Tremonti poi ci spiegherà, al di là di questa battuta da populista sfigato, in che modo il presidente dell’Isae cesserà di percepire quello stipendio, divenendo dipendente del ministero dell’Economia. E soprattutto, come pensa Tremonti di risparmiare sui 10 milioni di euro di dotazione finanziaria annua dell’Isae, che per l’80 per cento va alle retribuzioni del personale a tempo indeterminato. Tutto personale che andrebbe ricollocato presso altri enti pubblici, poiché è piuttosto improbabile che vengano adottati licenziamenti.

Se Tremonti vuole fare filantropia e tagliare strutture parassitarie può cominciare con il ministero per l’Attuazione del Programma di governo, guidato dal democristiano Gianfranco Rotondi (quello che voleva abolire la pausa pranzo, perché dannosa alla produttività), che nel 2008 ha pesato sul bilancio dello stato per 8 milioni di euro, con i suoi 15 funzionari (utilmente ricollocabili altrove) ma soprattutto con quattro membri di un comitato interno presieduto da “Geronimo” Paolo Cirino Pomicino. Nel 2009 il ministero di Rotondi ha inoltre fatto ricorso a 20 consulenti esterni, spendendo 210.000 euro, più di quanto speso l’anno prima in consulenze dal MIUR. Non solo: Rotondi ha pure l’ufficio stampa, e quattro “esperti” in comunicazione. Pensate, per usare le argomentazioni di Tremonti, quanti poveri riusciremmo a sfamare togliendo di mezzo questo cosiddetto ministero. Si potrebbe inoltre mappare le fondamentali consulenze dei ministri, pare ci sia ancora molto grasso da eliminare, e non stiamo parlando solo di seborrea.

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