M5S: fu vero flop?
Il prof. Becchi in un suo commento sui risultati delle Amministrative pubblicato sul Blog di Beppe Grillo si chiede giustamente "perché chi non ha votato M5S dovrebbe essere felice del risultato elettorale?". Rimando alla sua risposta, che è perfetta e non c'è altro da aggiungere in merito.
Ma ci sono altre due domande a cui rispondere:
1) perché ci sono così tanti delusi? e, in sottordine, 2) è stato vero flop?
La risposta alla seconda domanda è necessaria conseguenza della prima: quello che mi propongo di dimostrare è che stato un successo, andato forse anche oltre le aspettative di chi aveva una visione più lucida e meno offuscata dalle proprie speranze e aspettative.
Per quanto riguarda invece la prima domanda:
- I tanti delusi si basano sul confronto Politiche/Amministrative, confronto che è stato ampiamente dimostrato improponibile da tanti commentatori, causa la diversa natura delle due consultazioni. I nostri politicanti lo sanno benissimo, anche se ora esultano non per il loro risultato ma per il supposto flop M5S. E comunque ricordo che queste sono le consunte diatribe post-elettorali della prima e seconda (sigh!) Repubblica, dove tutti i convenuti affermavano di aver vinto o nel peggiore dei casi pareggiato.
- Chi sono dunque i delusi? Non si tratta di elettori che alle politiche avevano scelto convintamente il Movimento, avendone apprezzato e sposato gli intenti. E neppure dei cosiddetti troll, subito pronti al crucifige del perdente, almeno non nella maggior parte dei casi. Si tratta di persone che hanno votato M5S non perché ne condividessero la politica, ma perché deluse dai tradimenti dei loro partiti di appartenenza (in maggioranza, a parer mio, PD e LEGA).
Hanno votato contro, non per, sbagliando grossolanamente, in attesa di poter tornare a votare per il loro vecchio partito, emendato e riformato secondo i loro desideri.
Oppure, e questo è doloroso, si tratta di disperati che hanno sperato, anch'essi sbagliando grossolanamente, di vedere attuati in brevissimo tempo provvedimenti atti a sollevarli da subito dalla loro drammatica condizione (e questo è il motivo principale dei successi di Berlusconi, che parla sempre alla pancia della gente, come i patrizi romani del tardo Impero).
Flop quindi? Non direi assolutamente. Ora sappiamo che c'è uno zoccolo duro di veri aderenti al Movimento, valutabile almeno al 10-12% degli elettori. Se lo avessimo pronosticato nel 2008, chiunque ci avrebbe riso sopra: e sto parlando di 4 anni fa, data di nascita del Movimento.
Questi non si fanno più incantare dai partiti e da chi li rappresenta e nello stesso tempo non si ritirano nel guscio vuoto dell'astensionismo, ma condividono e sostengono attivamente lo spirito e le idee del M5S.
E sappiamo anche, e ne abbiamo la prova provata, che c’è una percentuale altissima di elettori, valutabile ad oltre il 30%, che non si fa più abbindolare da false promesse, ma che sono troppo timorose e piene di pregiudizi, abilmente alimentati da una informazione asservita ai poteri forti, che estendono la diffidenza verso la politica preferendo astenersi piuttosto che rischiare un’altra delusione del tipo di quella ben rappresentata dalla vicenda Lega.
È lì che bisogna guardare, perché queste persone sono stanche di chiacchiere e vogliono vedere fatti.
Sbaglia chi tenta di addossare la responsabilità di un flop che non c‘è stato ai mezzi di informazione o, peggio, agli elettori; se il Movimento saprà resistere sulle proprie posizioni, senza cedimenti al dio Consenso (assimilabile oramai allo share televisivo, che non certifica la qualità della proposta, ma la massificazione delle menti), il tempo darà ragione alle idee ed alla sincera richiesta di una buona politica.
E, d’altra parte, qual è l’alternativa? I partiti tradizionali sono irriformabili, sia per l’incapacità manifesta dei propri dirigenti, sia perché troppo invischiati in lobby e in un sistema para-mafioso.
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