Lo strappo di Fini e le scorie del berlusconismo
Fini ha chiesto a Berlusconi di salire al colle e di rassegnare le dimissioni. Con tutte le cautele del caso, sembra sia possibile prevedere la fine ravvicinata di un impero.
Entrambi segnano la fine di un impero ma non di un ciclo politico.
Se Berlusconi è sulla via del tramonto perché non comanda più da solo, il berlusconismo è vivo e vegeto. Basta considerare la reazione tiepida della gente alle catastrofi del Veneto e di Pompei. Le responsabilità politiche sono evidenti. Bondi è il ministro dei beni culturali,Tremonti il responsabile del dicastero dell’economia. Non si scappa: o è colpevole l’uno oppure l’altro o, come è preferibile, tutte e due. Nel Veneto la destra comanda da tanto tempo, il governatore è della destra, il Ministro dell’ambiente è della destra, entrambi sono responsabili e che cosa viene fuori, solo una flebile minaccia di non pagare le tasse. Silenzio, un terribile silenzio degli elettori di destra su questi casi. Nessuno chiama a rispondere Tremonti, Bondi, Zaia o Galan per quello che non hanno fatto, per il loro sostegno al ponte di Messina mentre la cultura e il territorio di questo Paese franano.
Ma qual è il ceppo sociale che segue Berlusconi e quali le idee operative?
Il numero delle persone che seguono la politica è fortemente aumentato. L’interesse per la politica era prima un fatto elitario, ora è di massa. Prima seguivano la politica solo i soggetti che sapevano leggere e scrivere, dotati di una buona capacità critica, di analisi e di ragionamento. Oggi non è più cosi. Oggi segue la politica la sora Cesira che vede la tv mentre fa il sugo, chi considera la politica come spettacolo, chi considera normale l’uso privato del potere e quel servilismo che travolge ogni dignità di giornalista o di politico.
E’ in questo bacino che il Cavaliere trova i suoi seguaci, Ma c’è anche il berlusconismo degli anti berlusconiani anche quelli di sinistra, di coloro che antepongono la persona alle idee, degli industriali che guardano all’utile di oggi più che a quello di domani, degli operai che, abbandonati dalla sinistra, hanno perso la loro capacità di analisi politica, si sentono soli e allora si aggrappano a chi gli sta più vicino fisicamente (la Lega) o attraverso la tv (Berlusconi).
Tutto ciò perche ancora non è venuta fuori un'alternativa politico- culturale al berlusconismo, e fino a quando non ci sarà questa benedetta alternativa, esisterà sempre il berlusconismo, anche con la sinistra al governo.
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