Lo straordinario bonus per le famiglie
Insieme alla social card, l’altra "grande" misura anticrisi presentata con molta enfasi dal Governo è il bonus straordinario per le famiglie a basso reddito.
Il bonus consiste nell’erogazione di una somma una tantum che può andare dai € 200 nel caso di un single con meno di € 15.000 di reddito fino ad un massimo di € 1.000 per un nucleo familiare di oltre cinque persone con un reddito non superiore ai € 22.000, o per un nucleo familiare con figli portatori di handicap ed un reddito complessivo non superiore a € 35.000.
Leggendo bene le istruzioni emanate dal Ministero delle Finanze sorgono "lievissime" perplessità.
Innanzi tutto per aver diritto al bonus bisogna possedere un reddito da lavoro dipendente o assimilato al lavoro dipendente o da pensione.
Chi è disoccupato, e non possiede alcun reddito, se è riuscito a sopravvivere fino ad oggi è senza dubbio così bravo che può continuare a vivacchiare anche senza questo piccolo aiuto.
Discorso diverso per i lavoratori autonomi ed i piccoli professionisti i quali, evidentemente secondo il Ministero delle Finanze, quando dichiarano di possedere redditi bassi è perché sono evasori e pertanto non meritano alcun aiuto dallo Stato.
Qualcuno al Ministero non si prende con la matematica altrimenti non si capisce con quali criteri sono stati costruiti gli scaglioni di reddito e relativi bonus.
Il limite di reddito complessivo familiare per ottenere il bonus è il medesimo (€ 17.000) sia per una famiglia composta da due persone che per una famiglia composta da tre persone. Al Ministero evidentemente risulta che una coppia con un figlio spende per il proprio mantenimento come una coppia senza figli. Conviene affrettarsi a fare il secondo figlio, però attenzione al terzo, infatti un nucleo familiare di quattro persone ottiene il bonus se non supera i € 20.000 di reddito, ma anche il nucleo familiare di cinque persone non deve superare i € 20.000 di reddito. Se poi in casa ci sono i genitori anziani (magari con pensione minima e tanto di badante) bisogna correre a portarli all’ospizio (o più elegantemente casa di riposo).
Misteriosamente il single ha diritto ad un bonus di € 200, le famiglie con due e tre persone a € 150 ciascuno anche se di pari reddito (dev’essere inferiore a € 17.000), quella di quattro a € 125 pro capite, che scendono a 120 per quella di cinque magari di pari reddito (in entrambi i casi deve essere inferiore a € 20.000), da € 166 e rotti a scendere per le famiglie di oltre cinque persone.
Per parità non si potevano non creare discriminazioni anche fra gli handicappati.
Il bonus di € 1000 aspetta soltantoalle famiglie in cui siano presenti figli a carico con handicap e con reddito complessivo inferiore a € 35.000, ma non compete quando l’handicappato sia il coniuge o lo stesso richiedente, nel qual caso si applicano le regole ed i limiti ordinari.
I lavoratori autonomi anche se hanno figli handicappati rimangono pur sempre evasori e pertanto a loro niente bonus.
Verrebbe da pensare che al Ministero delle Finanze ci lavorino dei marziani, sarebbe utile, per toglierci il dubbio, che chi scrive queste regole si firmasse, almeno sapremo anche con chi prendercela oltre che con l’impersonale Ministero.
La sensazione è che più di sostegno le famiglie si tratta di elemosina di Stato, perché il vero sostegno le famiglie si dà introducendo la tassazione sulla base del quoziente familiare, cioè del reddito complessivo pro capite dei membri della famiglia, ma soprattutto, tanto più in tempi di crisi, va introdotta l’esenzione totale da tassazione per i redditi minimi necessari ad un dignitoso sostentamento della famiglia , perché chi lavora onestamente ha il diritto di poter mantenere la famiglia con decoro senza essere messo in difficoltà dalle pretese erariali di uno Stato che troppe volte dimostra di non far buon uso delle somme che riceve.
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