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Libia: attaccato il consolato Usa, morti l’ambasciatore Stevens e 3 funzionari

Ha perso la vita l’ambasciatore americano in Libia, Chris Stevens, un altro funzionario e due marines durante un attacco alla sede diplomatica di Bengasi condotto nella notte da un gruppo di manifestanti.

La notizia è stata confermata dalla portavoce del dipartimento di Stato Victoria Nuland: “Possiamo confermare che la nostra rappresentanza a Bengasi, in Libia, è stata attaccata da un gruppo di manifestanti, condanniamo nei termini più fermi questo attacco”.

A scatenare la protesta “L’innocenza dei musulmani”, un film, ritenuto blasfemo, sulla vita di Maometto prodotto dagli Usa. Il diplomatico sarebbe deceduto per asfissia in seguito ad un incendio causato dall’attacco. Due marines sarebbero morti nel tentativo di proteggere il consolato. I 35 dipendenti e i quattro cadaveri, secondo l’emittente araba, sono stati trasferiti via aerea seguendo il piano di evacuazione. L’ambasciata Usa a Tripoli ha gestito le operazioni.

Il trailer del film in questione, apparso su youtube, mostrerebbe il profeta in scene di sesso e istigazione alla guerra. Il film è prodotto da un egiziano cristiano e anti-musulmano, girato dall’israeliano-americano Sam Bacile. Il regista, subito contattato dall’agenzia Associated Press, avrebbe dichiarato che l’islam "è un cancro”, il suo film sarebbe una provocazione per portare alla luce le colpe dell’Islam nella sua terra d’origine. Bacile ha poi messo in dubbio il sistema di difesa dell’ambasciata: “Ho la sensazione che il sistema di sicurezza non sia buono, l’America dovrebbe far qualcosa per migliorarlo”. Ricordiamo che la religione vieta anche di ritrarre o disegnare l’immagine di Maometto. Il film sarebbe stato solo un pretesto per i manifestanti, ritenuti membri della milizia islamica, informati della presenza dell’Ambasciatore nell’edificio.

In occasione dell’anniversario dell’11 settembre alcuni manifestanti egiziani, in maggioranza salafiti, hanno assaltato l’ambasciata americana al Cairo, tra le cause anche il film di Balice. Durante la protesta è stata bruciata la bandiera americana e sostituita con un’insegna islamica.

Nel 2005 in tutto il mondo arabo scoppiarono proteste quando un quotidiano danese pubblicò 12 vignette satiriche con Maometto come protagonista. Nel 2006, sempre a Bengasi, morirono 11 manifestanti e altri 25 rimasero feriti negli scontri all’esterno dell’ambasciata italiana. Quella volta le proteste scoppiarono dopo che il ministro Calderoli decise di apparire in tv indossando una maglietta con una vignetta su Maometto. L’episodio fu condannato anche dall’ex presidente del consiglio Berlusconi che ne chiese le dimissioni.

Dopo questo accaduto sarà interessante vedere come gli sfidanti alla carica di presidente degli Stati Uniti si affronteranno sul tema della politica estera. Immediatamente lo sfidante alla casa bianca, il democratico Romney ha dichiarato: "Sono oltraggiato dagli attacchi contro le misioni diplomatiche americane in Libia ed Egitto e dalla morte di un dipendente americano del consolato di Bengasi. E’ vergognoso che la prima risposta dell’amministrazione Obama non sia stata quella di condannare gli attacchi ma di simpatizzare con coloro che li hanno compiuti".

Ieri, in occasione dell'anniversario dell'attacco alle Twin Towers, il presidente in carica Obama ribadiva: "L'America è in guerra contro ifondamentalisti, non contro l'Islam". Il suo responsabile della campagna elettorale, Ben LaBolt, è intervenuto rispondendo: "Siamo scioccati per il fatto che nel momento in cui gli Stati Uniti devono affrontare la tragica morte di un nostro funzionario diplomatico in Libia il governatore Romney scelga di sferrare un attacco politico". 

L'attacco al consolato Usa in LIbia potrebbe compromettere la campagna elettorale di Obama, molti quotidiani associano il comportamento del Presidente alla debole reazione di Jimmy Carter dopo l’attacco all’ambasciata statunitense a Teheran nel 1979.

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