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Libertà sul web a rischio in Italia?

Alla vigilia della giornata mondiale della libertà di stampa, il rapporto FREEDOM ON THE NET 2011 pone interessanti interrogativi sul futuro mondiale del World Wide Web. Luci e ombre sulla situazione italiana.

Il rapporto del 18 aprile di Freedom House FREEDOM ON THE NET 2011 evidenzia una situazione mondiale in rapida evoluzione sul fronte dell’accesso al web. Nella maggior parte dei Paesi si osserva una tendenza alla limitazione e al controllo dei contenuti, in forte aumento anche negli stati a regime democratico. I dati sul livello di libertà su Internet ci vedono quasi al limite superiore della categoria dei paesi LIBERI. Su una scala da 0 a 100, un indicatore totale misura il grado di libertà, dove 0 è il massimo e 100 l’oscuramento totale. I Paesi vengono classificati in liberi (0/30), parzialmente liberi (31/60), non liberi (61/100). L’Italia ha un indice totale 26.

WESTERN EUROPE & OTHERS (0 best, 100 worst)

 

Analizziamo questo dato più in dettaglio.

L’indice totale è ottenuto sommando tre sotto-indicatori riguardanti:

  1. Ostacoli all’accesso (barriere infrastrutturali ed economiche…);
  2. Limiti sui contenuti (filtri e blocchi dei siti…);
  3. Violazioni dei diritti degli utenti (misure legali restrittive dell’attività on line, privacy…).
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Un dato confortante è la notevole crescita in Italia del numero di cybernauti, passati dal 29% nel 2009 al 50% nel 2011. A fronte di questo successo così importante del web (solo Facebook in Italia conta 17 milioni di utenti) il rapporto rivela come alcune nubi si addensino al nostro orizzonte virtuale.

1) Il numero di utenti italiani è comunque inferiore alla media europea;

2) Nell’ultimo periodo sono state avanzate in Parlamento proposte di legge restrittive, con pene pecuniarie anche cospicue, sulla diffusione di notizie lesive della privacy;

3) Tra i paesi esaminati, di quelli classificati come “liberi” solo il Brasile ha un indice totale peggiore (29), mentre l’Italia è penultima a pari merito col Sud – Africa.

Disponendo i dati su un grafico che incrocia la penetrazione di Internet con l’indice di Net-libertà si vengono a formare quattro aree di diverso colore.

- CERHIO VERDE: i paesi virtuosi (alta penetrazione, elevato indice di libertà);

- CERCHIO ARANCIONE: i paesi parzialmente virtuosi (bassa penetrazione e moderato indice di libertà, o viceversa);

- CERCHIO PORPORA: i paesi non liberi;

- LINEA BLU: paesi con media penetrazione che vanno da quelli più liberi (a sinistra) a quelli meno liberi (a destra).

 
Come si vede, nel web-Oceano siamo ancora in buona posizione e la navigazione appare tranquilla, ma con moto ondoso in aumento. L’Italia è sulla linea blu: non fa parte dei paesi del web-Olimpo pur essendo classificato come paese libero. Possiamo ritenerci soddisfatti, o faremmo meglio a vigilare per difendere i nostri cyber-diritti?

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