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Liberato Francesco Azzarà

Il cooperante di Emergency era stato rapito il 14 agosto. Ancora sconosciute le circostanze della liberazione

Finalmente libero Francesco Azzarà, il cooperante di Emergency rapito lo scorso 14 agosto a Nyala, la capitale del Darfur, dove lavorava presso il centro pediatrico gestito dall'associazione italiana.

La comunicazione ufficiale è stata data da Gino Strada poche ore fa. Si conclude così una vicenda che aveva tenuto tutti con il fiato sospeso, soprattutto a causa dell'assenza di notizie da un paio di mesi a questa parte. Era stata proprio Emergency a chiedere il silenzio stampa per non complicare ulteriormente una situazione già drammatica.

Infatti Azzarà era stato rapito da un commando di uomini armati mentre si recava in aeroporto. Le circostanze, tuttavia, sono apparse subito poco chiare: gli autori del rapimento erano miliziani ribelli - che stavano sfidando le autorità locali e il governo sudanese - oppure semplici banditi? Ed erano vere le notizie secondo cui il rapimento sarebbe stato effettuato da una tribù araba, entrata in rotta di collisione con Khartoum (capitale del Sudan) e Nyala (una delle capitali del Darfur)? In assenza di una versione certa per mesi le trattative sono state tenute nel più stretto riserbo.

Nel frattempo, in Italia Emergency, alcuni partiti politici e diversi esponenti della società civile hanno guidato una mobilitazione per chiedere la liberazione di Azzarà. Stendardi di solidarietà con la foto di Francesco sono apparsi il primo settembre sui municipi di Torino, Venezia, Firenze e Napoli e più tardi anche di Roma e Milano. 

Le condizioni del cooperante sono buone. Tuttavia non si conoscono ancora modalità e circostanze della liberazione.

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