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Lezione dal terremoto d’Abruzzo

Dicono che dietro ogni norma di sicurezza si intravede il triste evento che ha portato ad adottarla, con ciò sottolineando l’importanza della concreta esperienza nel valutare le cose da questo rispetto.

Non fa eccezione il terremoto d’Abruzzo, con il suo fardello di vittime e di danneggiamenti.
 
Esso spinge i progettisti delle costruzioni a ripensare il proprio lavoro; e così pure sollecita il legislatore all’intervento.
 
In effetti quello che il cittadino oggi chiede alle costruzioni è molto più di quello che chiedeva solamente pochi decenni orsono.
 
Un tempo l’unica normativa di un certo spessore per l’edilizia residenziale era quella di igiene, adottata dal comune.
Proviamo, invece, ad elencare i principali punti oggi sentiti :
· Rispetto degli standard urbanistici ;
· Adeguate infrastrutture cittadine primarie e secondarie ;
· Accesso dalla rete stradale e parcheggio per gli autoveicoli ;
· Connessione alle reti dei servizi ;
· Sicurezza dell’impiantistica interna ;
· Sicurezza contro gli incendi ;
· Contenimento dei consumi energetici ;
· Accessibilità per i disabili;
 
e, last but not least direbbero gli inglesi, sicurezza contro gli eventi sismici.
 

Per le nuove residenze sono tutte esigenze, che devono trovare accoglimento sia nelle previsioni del legislatore sia nell’attività dei progettisti.
 
Più difficile, ed anche più costoso, che questo possa compiutamente realizzarsi per l’esistente; ma è pur sempre possibile intervenire al meglio.
 
Dunque un primo passo deve compierlo il legislatore. Sarebbero auspicabili, per l’intero settore:
· una legge-quadro tecnica ;
· una legge-quadro fiscale, con importanti sgravi a sostegno degli interventi di adeguamento e di riqualificazione dell’esistente (anche se non sarà affatto facile farli digerire al Ministro dell’Economia).
Per quanto riguarda i progettisti, potrebbero essere gli Ordini Professionali ad istituire di corsi di aggiornamento, sia tecnici sia amministrativi, in collaborazione con le Università.
 
Un capitolo a parte quello delle imprese di costruzione, settore vittima in passato del sistema tangentizio dei partiti della prima Repubblica ed ancor oggi ben lungi dall’essersi stabilizzato secondo un ordine che rispecchi valori sociali consolidati.
Proprio i fatti d’Abruzzo fanno capire quanto è importante che le Imprese di costruzione siano esclusivamente dedicate all’organizzazione di attrezzature e di personale per la realizzazione delle opere loro commesse, e non piuttosto in tutt’altre faccende affaccendate per far quadrare i conti.
 
E questo non solo per la sicurezza dei futuri abitanti degli edifici realizzati, ma anche per la sicurezza delle maestranze impiegate nel corso dei lavori, per il rispetto dell’ambiente e per altro ancora.
 
Infine i controlli: la Pubblica Amministrazione dovrebbe organizzarsi adeguatamente per farli, magari a campione o comunque creda sia meglio.
Soprattutto, però, dovrebbe affidarli a funzionari adeguatamente formati.
Ad esempio, per la sismica, potrebbe organizzare corsi interni presso l’Ufficio del Genio Civile di Messina, il quale, dopo il devastante terremoto del 1908, ha una esperienza positiva e praticamente infinita (per chi non lo sapesse a Messina non esiste alcun edificio antecedente il terremoto del 1908, salvo la Chiesetta dei Catalani).
 
A riprova della positività dell’attività dell’Ufficio, lo scrivente ha vissuto in prima persona a Messina tutti gli eventi sismici succedutisi dagli anni ’50 sino ai giorni nostri, ivi compresi quelli importanti del 1960, che sono tutti passati lisci e senza danni significativi per gli edifici. E, a torto od a ragione, ritiene che anche il recente sisma d’Abruzzo non avrebbe fatto alcuna vittima a Messina.
 
Questo anche per rispondere al Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Enzo Boschi, il quale ha asserito sulle pagine del Corriere della Sera “Nel Meridione d’Italia si è costruito malissimo, specialmente negli ultimi decenni e proprio nelle zone dove si verificheranno i terremoti più forti”.
 
Dispiace vedere scritte queste inesattezze assolute sulle pagine del più autorevole quotidiano nazionale (almeno per quanto riguarda Messina).

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