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Lettera ad una compagna siciliana

"Il fallocentrismo di Cetto la Qualunque"

Ciao Sabrina, so che dopo i risultati delle elezioni, ti senti male. Ma non sei la sola e il tuo malessere è diffuso in molte donne e uomini che con la “porcata”, studiata dai nostri cervelloni del Parlamento, incuranti che devono rappresentare tutto il popolo, siamo stati costretti a votare per l’ennesima volta.

Ma ti passerà, vedrai che è solo una questione di positottimismo. Sai, dopo queste elezioni sono diventato anch’io ottimista, vedo il mondo dall’altra parte e cioè per come lo vede la maggioranza degli italiani e sto meglio, molto meglio. Tu mi dirai che sono caduto in depressione pure io. No, perchè voglio vivere da sordo, muto e non vedente. In Sicilia si diceva un tempo, che si sarebbe vissuto più a lungo. E se qualche amante delle statistiche ti dice che i precari, adesso siete un milione e mezzo, tu non ci credere, fai finta che non è vero, tanto quella legge è adorabile per la destra e la sinistra.

Vedi, ormai viviamo in una nazione tra le più ricche del mondo, prosperosa e liberale. Che bello… siamo tutti liberali! Cerca di sentirti liberale anche tu… d’altronde ci hanno aumentato le pensioni, i salari, e prossimamente con il federalismo fiscale non pagheremo più quelle tasse che ci hanno sempre appioppate. Cosa vogliamo di più, un po’ di lavoro in Sicilia? Adesso lo porterà Lombardo, tranquilla! Tu mi dicevi che a Palermo non c’è più neanche il lavoro in nero. Bene, vuol dire che andremo in bianco. Non è meglio? E poi se ci stanchiamo anche per andare a votare… figuriamoci.


Ti ricordi di quel cabarettista “cetto la qualunque” che da Fazio nei suoi fantomatici comizi dava “cchiu pilu pì tutti”? Ora si che possiamo invertire le cose: abbiamo il signor Minchia per tutte e tutti. So che quando si parla di lui ti si accapona la pelle e senti brividi di voluttà incontrollabili. Ma non tutte e tutti vedono il fallocentrismo come tendenza a riconoscere nel maschio la sua identità sessuale e so che tu non vi appartieni per sopraggiunto limite di età e non solo.

Mia zia, per esempio, è andata a votare e voterà pure per il referendum. Non ne perde una! Fa sempre il suo dovere… eccome! Hai visto come hanno articolato il referendum? Per andare a votare occorre una laurea, minimo in scienze politiche o legge, altrimenti se entri in cabina che stai bene, ne esci con il mal di testa, se tutto va bene, sì perchè potrebbe anche capitare a qualcuno che non riuscendo nell’intedo uccida qualche presidente di seggio.

Ti immagini certa gente in cabina: mia zia per esempio, tu dici che il sig. Minchia per tutti, non ha colpa se nel nostro Paese ci sono tanti deficenti. Sicuro, mica sono tutti figli suoi...Vogliamo togliergli il diritto di voto...o gli vogliamo far fare gli esami per andare a votare? Certo di ignoranti come mia zia c’è ne sono tanti, è così ignorante che non riesce a capire quanto lo sia. Il bello è che agli altri cerca di non farlo capire ma non ci riesce neanche se sta zitta. Che fa, l’accoppo, come dicono qui nel Veneto o gli sparo un colpo di lupara? Dimmelo tu! Intanto è vecchia, rimbambita e sta aspettando che il signor Minchia per tutte gli dica se votare “si” o “no”. Noi intanto ci eleviamo dal pensiero fallocentrico ma da oggi è meglio che camminiamo con una mano d’avanti e una di dietro. Non si sa mai!

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