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Letta e il pacchetto "fare" tra le banche e il credito

E mentre i banchieri si sgolano nell'affermare che non ci sia affatto una stretta creditizia, lo Stato si prepara a fargli un bell'assist, dopo quello - non restituito - della BCE. Nel progettato prossimo pacchetto legislativo si prepara il varo di una norma che permetterà alla Cassa Depositi e Prestiti (CDP) di erogare fondi alle banche per mutui “controllati”, dove però, in ultimis, il rischio finanziario dell'intera operazione, non graverà sul sistema bancario, ma sullo Stato nella figura della CDP ed in ultima istanza sul classico e medio-piccolo risparmiatore italiano che si affida da sempre al braccio finanziario dello Stato medesimo, ossia le Poste. E dato che nessuno ha voglia di esporsi, specie le banche, la patata bollente rischia alla fine di ritornare sempre nelle tasche di Pantalone.

Il Fatto Quotidiano testualmente riporta sul suo blog“Assist di Letta a banche e costruttori, i soldi dei mutui arriveranno dallo Stato”. Da un messaggio del genere alla fine ciò che si ricava è a dir poco sconcertante. Stando a quanto riporta La Stampa, dunque, tra i provvedimenti che il governo potrebbe attuare, potrebbe defilarsi attraverso la CDP il passaggio agli istituti di credito della liquidità necessaria per far ripartire la concessione di mutui per l'acquisto di abitazioni. Ciò agevolerebbe sia gli utenti sia i costruttori, molti di essi sull'orlo della disperazione. La Cassa Depositi e Prestiti è de iure una società finanziaria costituita in S.p.A., ossia partecipata, in applicazione al D. Legge 30 9 2003 N. 269, per l'80% del suo pacchetto di azioni dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, i.e. lo Stato, e per il 18,4% da varie fondazioni rifacentisi ad istituti di credito e affini, ossia le banche.

Tale società vede le sue attività articolate in due distinti campi finanziari. Il primo è una cosiddetta “gestione separata”, ossia un fondo dove vanno ad esser convogliate le raccolte finanziarie operate tramite il risparmio postale, ossia fondi rimborsabili sotto forma di libretti di risparmio e di buoni fruttiferi postali - garantiti dallo Stato - fondi provenienti dall’emissione di titoli, e da altre varie operazioni finanziarie garantite sempre dallo Stato. A tale gestione si lega la gestione del finanziamento degli investimenti operati dallo Stato e di altri enti pubblici ad esso legati, ossia Regioni, Province, Comuni ed altri enti che facciano riferimento allo Stato, ma anche piccole e medie imprese per fini destinati a sostenere l'economia.

Il secondo campo è costituito da una “gestione ordinaria” che non è costituita da fondi provenienti da risparmi postali ma da fondi che non sono garantiti dallo Stato bensì da altri, in particolare obbligazioni. Questa gestione si occupa del finanziamento di opere, di impianti e affini destinati alla fornitura di servizi pubblici, nonché di finanziare le bonifiche.

Stando a quanto riferito dal Presidente Letta prima, e poi dal Ministro Lupi, fermo restando che venga presto approvato l'articolo 48 previsto dal pacchetto di provvedimenti, ossia il decreto “Fare” e il ddl per le semplificazioni, alla fine, i fondi per la concessione di mutui alle famiglie, arriveranno proprio dalla gestione separata della CDP ed indirettamente dai risparmi degli italiani medesimi. Quest'ultima cosa è da considerarsi la grande vergogna del sistema bancario italiano, con questo governo complice, giacché, avendo le banche ottenuto dalla Banca Europea oltre 250 miliardi di euro, toccherebbe a tale spilorcio sistema bancario – sempre più parassitario e opportunista - fornire tale liquidità.

Grazie dunque alla normativa proposta, la gestione separata dovrebbe non solo finanziare gli Enti succitati, ma anche le persone fisiche sotto forme di concessioni di mutui e prestiti. In più, tale pacchetto di provvedimenti prevede anche che la CDP possa acquistare ABS (Asset-backed security) da parte delle banche, in pratica obbligazioni che si basano sulla cartolarizzazione di mutui, una volta che questi siano concessi a fini dell'acquisto dell'abitazione di residenza. Una vecchia storia che si ripete, la crisi dei muti subprime docet.

La cosa, infatti, è da definirsi ancorché accorta, alquanto “furbesca”, poiché gli istituti bancari che riceverebbero i soldi dalla gestione separata della CDP concederebbero sì una catena di prestiti, formalmente intestati ad una società “esterna” creata per questa operazione, ma facendoli restare formalmente fuori dal bilancio dell'istituto bancario emittente i mutui; la società cosiddetta “esterna” dà via ad emissione di titoli obbligazionari pari all'ammontare dei prestiti concessi riuscendo così a pagare gli interessi utilizzando le rate incassate dai contraenti dei mutui in questione. Apertis verbis, agendo in tal modo, le banche concessionarie dei prestiti scaricheranno de facto e de iure il rischio di insolvenza del debitore su chi avrà comprato le obbligazioni, ossia la Cassa Depositi e Prestiti con la sua gestione separata ed in ultima istanza, i risparmiatori italiani medesimi.

L'unica nota positiva dovrebbe esser che i prestiti per esser concessi dovrebbero rientrare in alcuni parametri ascrivibili al contraente del mutuo, parametri che, nel futuro pacchetto, conoscendo le banche italiane, non saranno certo “subprime”. In breve, manovre con vecchi trucchi per vecchie volpi: nulla di nuovo sotto il Sole!

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