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Les liaisons dangereuses di Adobe ed Apple

Les liaisons dangereuses di Adobe ed Apple

E’ noto il cattivo sangue che corre tra Adobe ed Apple, il cui pomo della discordia è la tecnologia Flash.

Adobe decide adesso di aggiungere un ulteriore elemento alla disputa e di lanciare una campagna marketing display in cui sottolinea le sue posizioni.

Cliccando sui banner si approda a una lettera pubblica firmata dai cofondatori di Adobe Chuck Geschke e John Warnock, in risposta a quella di Steve Jobs.

“Come fondatori di Adobe” si legge nella lettera “crediamo che i mercati aperti siano l’interesse primario degli sviluppatori, dei proprietari di contenuti e dei consumatori. La libertà di scelta sul Web ha trasformato il modo in cui lavoriamo, comunichiamo e ci esprimiamo”.

“Se il Web si frammenta in sistemi chiusi” continuano i dirigenti Adobe “Se le aziende mettono dei muri di fronte alle loro applicazioni, il loro successo va a scapito dell’innovazione che ha fatto di Internet una forza rivoluzionaria”.

“Crediamo che i consumatori debbano essere in grado di avere accesso libero alle loro applicazioni e ai loro contenuti preferiti, qualsiasi computer abbiano, qualsiasi browser utilizzino e da qualsiasi dispositivo, e nessuna azienda, non importa quanto grande o creativa, deve impedirlo”.

“I migliori prodotti alla fine vincono” aggiungono.

Adobe ritiene di essere parte di questa filosofia e porta l’esempio dei suoi formati PostScript e PDF “Di cui abbiamo reso pubbliche per entrambi le specifiche” e la medesima operazione “E’ stata fatta più recentemente anche per Flash, che rimane leader del mercato per la costante creatività e l’innovazione tecnica degli sviluppatori”.

Geschke e Warnok citano poi direttamente Apple e credono che “Il suo approccio sia un passo che può minare il prossimo capitolo del Web, un capitolo in cui i dispositivi mobili sorpasseranno i computer e ognuno potrà essere un publisher e i contenuti raggiungibili ovunque e in ogni momento”.

“Alla fine” concludono “Noi crediamo che la questione sia questa: chi controlla il World Wide Web? E noi crediamo di avere la risposta: nessuno. E in ogni caso, non una singola azienda”.

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