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Legge per Equiparare i repubblichini di Salò ai partigiani.

È stata presentata una proposta di legge che vorrebbe equiparare i repubblichini (aderenti alla repubblica di Salò) ai partigiani che combatterono contro il nazifascismo.

La proposta, che ha come primo firmatario Gregorio Fontana (Pdl), propone l’apertura ai finanziamenti statali (già in essere) a tutte le associazioni di ex combattenti senza limitazioni. Questo significa che non farà differenza sulle motivazioni dei combattenti stessi, che cioè, abbiano combattuto per una nazione libera o per la dittatura. La conseguenza è l’inserimento, in chi ne ha diritto, dell’associazione ex combattenti della repubblica di Salò noti come repubblichini. Pertanto anche il loro riconoscimento nelle forze militari della repubblica.

La proposta di legge nasce dalla necessità di dotare le associazioni di ex combattenti di personalità giuridica dal momento che ricevono fondi dal Ministero della Difesa. Ciò non toglie, però, che i repubblichini non lottarono per l’attuale repubblica, che tra l’altro nasce sulla loro sconfitta, ma per mantenere il vecchio regime totalitario fascista. Sarebbe come legittimare coloro che vorrebbero la fine della repubblica a favore di un qualche regime illiberale e totalitario.

Oltre a ciò, la proposta assegna al ministero il servizio di vigilanza oltre che sulla legittimità dei loro statuti, anche sul controllo delle loro attività e questo fa pensare che si voglia controllare l’attività dell’ANPI. 

Già in passato si era tentato di equiparare i repubblichini ai partigiani. Ora si ritorna alla carica.

Ma che senso ha una tale proposta?

Non servirà certo a cancellare un passato indegno dove i fautori della RSI (repubblica sociale italiana – repubblica di Salò), sia il nuovo esercito di Graziani sia le brigate, erano al servizio del nazismo che, pur essendo al capolinea, o forse, proprio per questo, si macchiò di delitti quali la deportazione di ebrei italiani che di genocidi contro la popolazione civile. Così come non servirà a democratizzare un’idea che ha alla sua base proprio il contrario della libertà di espressione. Libertà che, per sua natura, permette a chiunque di esprimersi. Ciò però, non deve trarre in inganno, poiché la libera espressione non significa la libertà di assolvere chi ha commesso delitti, anche se al servizio di un organismo che li legittimava.

Pertanto, il significato che assume la proposta di legge del PDL non può che essere la legittimazione di coloro che, oggi come in passato, vorrebbero porre fine alla repubblica e alla libertà in Italia attraverso una strategia politica che mira a preparare le popolazioni ad accettare idee totalitarie usando i mezzi democratici. Strategia che, basandosi sul falso concetto di “società perfetta”, dove gli individui possono essere liberi e sicuri entro un sistema di leggi che eliminerebbe ogni contrapposizione, porterà la società stessa a un sistema rigido e illiberale.

Petizione per non equiparare i repubblichini ai partigiani.

Il corriere

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