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Legge Stanca? No: morta e sepolta

Legge Stanca? No: morta e sepolta

Fra le tante – a volte persino troppe – leggi italiane, ve n’è una in particolare di cui voglio parlarvi. Il nome della Legge è ripreso dal suo creatore originario: il Ministro Lucio Stanca. Già Ministro per l’innovazione e le tecnologie durante il secondo e terzo Governo Berlusconi, è attualmente amministratore delegato della Società di Gestione Expò Milano 2015 s.p.a.

 

La Legge in questione è la N° 4/2004 che in una serie di appena 12 articoli, traccia in maniera chiara ed ordinata, le regole attraverso le quali ogni essere umano, sia esso abile o disabile, abbia diritto di accesso globale ad ogni tipo di informazione.

Per ottenere ciò, in considerazione dell’enorme sviluppo dell’informazione – sia essa dei Media o delle Istituzioni – la Legge impone che ogni elemento di informazione sia reso facilmente fruibile a tutti: parliamo quindi anche e sopratutto di accessibilità. Ovvero, una serie di regole standardizzate a livello internazionale – il W3C – attarverso le quali vengono rese fruibili anche a disabili, ipovedenti e portatori di handicap di vario tipo, le informazioni che girano sul Web.

Dal 2004, anno di approvazione della Legge in questione, le lamentele sono state tante. Troppo spesso infatti in Italia, si crea una conseguenza materiale a certe giuste e condivisibili nuove norme: all’atto pratico, la nazione non è mai pronta a mettere in atto una innovazione. Che rimane quindi solo un bel progetto sulla carta.

Molte organizzazioni ed enti a tutela dei disabili, fino ad oggi hanno chiesto a gran voce che la Legge venisse messa realmente in atto, in special modo in quegli ambiti istituzionali in cui, poter ottenere notizie certe è fondamentale.

Il Ministro Brunetta, attuale Ministro per l’amministrazione e l’innovazione, ha portato avanti a sua volta progetti e buone intenzioni in merito. Basta vedere ad esempio l’informatizzazione di molti ambiti istituzionali che rientrano nel quotidiano vivere di molti cittadini. Ma la strada delkl’attuazione è lunga e tortuosa, e ad oggi, molto ancora c’è da fare e da mettere in pratica.

Insomma: all’origine l’idea c’è. La volontà – pareva – pure. Bastava aspettare i soliti tempi lunghi derivanti dall’andazzo generale dell’organizzazione istituzionale del Paese.

Ma no. Ecco che, con la nuova manovra Finanziaria ad opera del Ministro Tremonti, qualcosa ancora accade. E non di positivo. Al di la di ogni considerazione sul contenuto stesso della Manovra – leggete se volete la lettera aperta al Ministro Tremonti pubblicata pochi giorni fa – si scopre in queste ore che, tutta la teoria di accessibilità iniziata dal Ministro Stanca, fino a giungere all’innovazione informatica del Ministro Brunetta, cade di fronte ad un... errore.

Sì, un errore. Perché nel sito del Governo, ove doveva comparire il lungo testo della nuova manovra finanziaria, in realtà si è pensato bene, in un primo momento di pubblicare circa duecento pagine non fruibili né scaricabili in quanto semplici scansioni – in barba ai criteri di accessibilità del peso di circa 24Mb. Poi, di togliere del tutto il documento riportato, appellandosi ad un sovraffollamento di utenti sul sito ed alla promessa di rendere presto accessibile il contenuto a tutti.

Non è una bella mossa. No di certo. Anche perché – guarda caso – molti cittadini disabili, hanno sicuramente a cuore una attenta lettura del testo in questione, visto che si parla anche di loro e della possibilità, reale, che molti veri invalidi non si vedano oggi riconoscere alcuna provvidenza economica se attualmente erano in attesa di visita per aggravamento di invalidità.

Ricordo a tutti infatti, che ciò che accade in ambito invalidità, riguarda non tanto un bel taglio netto a suon di verifiche su verifiche sugli eventuali falsi invalidi e sui medici che a suon di mazzette hanno concesso invalidità fasulle anche a falsissimi ciechi, bensì un abella strada sbarrata in origine, a chi ha tutto il diritto di vedersi riconoscere almeno uno stato di invalidità che possa usufruire di un misero assegno mensile di 256,00 €.

Ergo: al danno la beffa. Ed una Legge, che piuttosto che Stanca ormai, sembra morta e defunta. Uccisa per mano di coloro che, hanno ormai dimostrato di voler cancellare in sun sol colpo, tutta la società civile e i sui diritti.

Non c’è molto da aggiungere

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