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Le testimonianze di alternanze di periodi caldi e freddi

La tesi più accreditata sul cambiamento climatico è quella che lo attribuisce alle emissioni di CO2 Un'altra tesi - negata da molti - lo attribuisce a dei cicli di riscaldamento e raffreddamento della terra. Di questi cicli alcuni hanno lunghissime durate. L'ultima glaciazione è terminata diecimla anni fa. Altri hanno durate di alcuni secoli: il caldo medioevo dall'ottocento dopo Cristo a milletrecento. 

Naturalmente lo scioglimento dei ghiacciai dovuto a un riscaldamento delle temperature è sotto l’occhio di tutti. La tesi più accreditata è quella che il riscaldamento sia dovuto alle grandi emissioni di CO2. Si tratta anche della tesi che ci lascia sperare che una riduzione delle emissioni possa contenere i cambiamenti climatici. Questa tesi è stata abbracciata dalle Nazioni Unite e da molti scienziati, che l’hanno trasmessa all’opinione pubblica.

Tuttavia per la scienza indirizzare la ricerca e volgere lo sguardo verso altre ipotesi dovrebbe essere un percorso che rientra nella sua mission.

Pochi parlano di un periodo storico che va sotto il nome di “caldo medioevo”, un periodo che va all’incirca dall’ Ottocento dopo Cristo al Milletrecento, periodo che ha visto un sensibile aumento delle temperature, testimoniato per esempio dalla presenza della vite e dell’ulivo in Gran Bretagna oppure dall’espansione dei Vichinghi e dalle loro conquiste in Islanda, Groenlandia e probabilmente nel nord del Canada in epoche in cui non faceva freddo come adesso. Questa espansione dei Vichinghi è testimoniata sia da reperti archeologici che da testi letterari.

A questo periodo è seguito un periodo di ritorno di basse temperature e di nuova formazione di ghiacciai, periodo che è durato sino al 1850 dopo Cristo. Quella fu l’ultima volta che è accaduta un’era glaciale in Europa e causò inverni molto freddi in molte parti del mondo; ma sono documentati dettagliatamente soltanto in Europa ed in America del Nord. Nella metà del diciassettesimo secolo i ghiacciai delle Alpi svizzere avanzarono gradualmente inglobando fattorie e distruggendo interi villaggi. Il fiume Tamigi ed i canali dei fiumi dei Paesi Bassi si congelarono spesso durante l’inverno e la gente pattinò e perfino tenne fiere sul ghiaccio. Nell’inverno del 1780 il porto di New York ghiacciò, consentendo alle persone di camminare da Manhattan a Staten Island. In particolar modo, viene ricordato l’Inverno 1709 che, secondo gli esperti, è considerato il più freddo degli ultimi 500 anni per il continente Europeo.
Nella seconda metà del diciannovesimo secolo sono ritornate a salire le temperature, sia pure in modo graduale, ma con una accelerazione negli ultimi decenni, in cui l'attività dell'uomo è stata molto maggiore che in precedenza. Decina o forse centinaia di esperimenti nucleari, miliardi di auto che circolano, produzione di energia in gran parte bruciando fossili. Grandi Paesi emergenti economicamente come Russia, Cina, India e Brasile che inquinano o deforestano.
Che si possa parlare però anche di alternanza di periodi più caldi con quelli più freddi non lo si può negare del tutto. Questa teoria ha un limite: non si spiega quale possa essere la causa e quindi bisogna accettare che non si possa far nulla per impedirlo.
 
Foto: Wikimedia (Tra il XVI e il XIX secolo i lunghi periodi di gelo portarono la città di Londra a organizzare delle Fiere del ghiaccio lungo il fiume Tamigi, i Thames Frost Fair in un'immagine del 1683-84)

 

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