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Le banche chiedono maggiori libertà mentre le pensioni vanno in crisi

 

Lo scorso luglio, il Comitato di Basilea per la riforma della supervisione bancaria ha adottato la regola del 3 per cento che stabilisce che, per ogni 3 dollari di capitale, una banca può indebitarsi per un massimo di 97 dollari. Si tratta di una ipotesi di lavoro che potrebbe essere rivista prima dell’entrata in vigore delle nuove norme, visto che le banche hanno già iniziato un poderoso fuoco di sbarramento sotto la guida della lobby settoriale globale, quell’International Institute of Finance presieduto dal boss di Deutsche BankJoseph Ackermann.

La motivazione delle banche è sempre quella: se non ci lasciate liberi sulla leva finanziaria, saremo costretti a ridurre gli impieghi. E poco importa che alcuni studi storici non abbiano finora trovato alcuna correlazione tra livello di leva e volume dei crediti erogati. Il controllo della leva spaventa le banche perché appare come una museruola meno agevole da aggirare rispetto a coefficienti patrimoniali che sono ponderati per classi di rischio, spesso in modo del tutto fantasioso.

L’Unione europea, sotto la spinta tedesca ma a grande maggioranza dei 27 paesi membri, potrebbe escludere la leva finanziaria dai requisiti di supervisione al momento del recepimento definitivo delle regole di Basilea III, il prossimo anno. Sentiremo ancora per molto tempo le lamentazioni delle banche contro le regole che “impediscono di fare credito”, forse fino al punto in cui Basilea III verrà privata di gran parte dei denti.

Nel frattempo, questa settimana l’indice statunitense S&P 500 ha chiuso il gap apertosi con il crollo di Lehman Brothers. Gli utili aziendali appaiono in salute, anche grazie al fatto che nell’indice sono rappresentate grandi banche ed imprese globalizzate, che quindi possono sfruttare l’espansione dei paesi emergenti. Ma altri indicatori, come occupazione e prezzi degli immobili (residenziali e commerciali), mostrano un quadro assai meno positivo, mentre le finanze statali e locali appaiono sempre più sull’orlo del precipizio.

Ma la prossima crisi potrebbe venire dalle pensioni, come dimostra la vicenda della cittadina di Prichard, in Alabama, vistasi costretta a sospendere l’erogazione delle pensioni ai dipendenti pubblici per mancanza di fondi. Anche se si tratta di un caso estremo e ricco di errori, con un fondo pensione molto generoso (contributo pubblico del 10,5 per cento, età minima pensionabile 50 anni), è l’intera previdenza pubblica statale e locale americana ad essere sull’orlo del collasso, con buchi attuariali sempre più ampi che spingono i legislatori statali ad intervenire alzando l’età pensionabile e riducendo i benefici pensionistici. La vicenda di Prichard rappresenta un precedente inquietante, soprattutto considerando che ad oggi nel paese la rete di protezione federale per i dissesti dei piani pensione è limitata alle compagnie private, escludendo le strutture statali. Superfluo ricordare che il blocco dell’erogazione delle pensioni causa una reazione a catena fatta di insolvenze personali che si trasformano in dissesti aziendali.

Nel 2011 Obama ed il Congresso rischiano di scoprire che serve l’ennesimo salvataggio federale; avremo un ulteriore test della retorica sui tagli di spesa pubblica. E’ un’America sempre più bipolare, tra ricchezza di banche e aziende globalizzate e crescente indebitamento pubblico. Una divaricazione che non può durare.

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.25) 25 dicembre 2010 17:43
    Renzo Riva

    Cambia niente!

    Creazione del denaro grazie al credito frazionale

    Come abbiamo visto, le banche commerciali ai attribuiscono il Signoraggio sulla moneta scritturale.

    Adesso vedremo come avviene la creazione di denaro dal nulla!

    Per comprendere il meccanismo attraverso il quale le banche creano questo denaro facciamo un piccolo esempio numerico. Supponiamo di depositare in banca 100,00 euro in contanti sul nostro conto corrente.
    Con questi 100,00 euro, la banca potrà prestare a chi ne fa richiesta (aziende, privati, mutui, fidi, ecc.) ben 5000,00 euro! Come fa la banca a prestare 5000,00 euro se ne ha depositati solamente 100,00? Da dove saltano fuori i 4900,00 euro mancanti?
    Questa magica operazione di moltiplicazione di soldi si chiama credito frazionale, ed è permessa dalla cosiddetta riserva bancaria (il cui valore viene deciso dalla Banca Centrale). In soldoni la riserva bancaria è un tasso che indica la quantità di soldi minima che una banca deve trattenere (avere fisicamente nelle casse), come riserva appunto. Con un tasso di riserva pari al 10% una banca con i nostri 100 euro (che vengono messi subito in riserva), può prestarne 1000 (il 10% di 1000 euro = 100).
    Oggi però il tasso di riserva è del 2%, e quindi i nostri 100 euro diventano magicamente 5000!
    Infatti una banca per ogni 100.000 euro virtuali scritti nei loro computer, basta che ne abbia realmente 2000 di carta!!!
    Questo viene chiamato di fatto “bancarotta tecnica”, perché in definitiva le banche hanno un cinquantesimo del denaro che vantano di avere!

  • Di Renzo Riva (---.---.---.25) 25 dicembre 2010 18:29
    Renzo Riva

    Il documento di qualche anno fa e per il quale ringrazio Arturo Diaconale.

    “Meno male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse, credo che prima di domani scoppierebbe una rivoluzione”.
    Henry Ford

    Funzionamento del “sistema monetario”

    Cos’è il Signoraggio:
    Il Signoraggio è una delle più grandi truffe mai realizzate ai danni della popolazione, un illecito vero e proprio che viene operato sistematicamente dalle banche centrali (quasi tutte private) e banche commerciali (tutte private).
    In pratica il Signoraggio è la differenza tra il valore nominale (il numero stampato sopra) della moneta ed il suo costo di produzione! Un profitto enorme che viene incamerato da chi ha il potere di emettere (cioè stampare) moneta.
    Esistono 3 tipi di Signoraggio:
    - Sulla moneta metallica;
    - Sulla moneta cartacea;
    - Sulla moneta scrittale;

    - Signoraggio sulla moneta metallica:
    Questo Signoraggio è l’unico per legge che viene attribuito allo Stato. Esso è costituito dal valore di facciata nominale totale di tutte le monete metalliche coniate al netto del costo di produzione delle stesse monete (metallo, lavorazione, ecc.).
    - Signoraggio sulla moneta cartacea:
    Questo Signoraggio è per legge attribuito alla Banca Centrale che emette moneta. Esso è costituito dal valore di facciata nominale totale di tutte le banconote emesse dalla Banca Centrale al netto del costo di produzione delle stesse monete (carta, inchiostri, ecc.). Oggi in Europa la Banca Centrale, la BCE ha sede a Francoforte.
    - Signoraggio sulla moneta scritturale:
    Questo Signoraggio è attribuito al sistema bancario nel suo complesso. Esso è costituito dal valore nominale di tutta la moneta prestata sottoforma di credito dalle banche, al netto del costo di produzione che è praticamente nullo (basta digitare sul computer qualche numero, ecc.). Mentre il Signoraggio sulla moneta fisica (cartacea e metallica) è quantificabile, quello sulla Moneta scritturale risulta spesso non compreso a causa della non automatica identificazione di quest’ultima come moneta vera e propria. Tale confusione è accentuata ancor più dall’esistenza della Contabilità e del Bilancio: in quanto costituiti della stessa sostanza (cifre numeriche su pc o su carta), si tende a fare confusione tra la moneta scritturale (c/c) ed una generica computazione di cifre monetarie (contabilità e bilancio). La prima è moneta, la seconda un semplice conteggio della stessa moneta. Il conto corrente, in altre parole, non è contabilità, come viene solitamente definito, bensì vera e propria moneta non fisica. Che gode del suo signoraggio, come ogni moneta il cui valore nominale è superiore a quello intrinseco (nullo in questo caso)

    Come funziona il Signoraggio sulla moneta cartacea
    La Banca centrale stampa le banconote spendendo pochissimo, e le affitta agli Stati al VALORE DI FACCIATA, più un interesse annuo chiamato “tasso di sconto”.
    Per esempio: stampare una banconota da 100,00 euro costa per la banca centrale più o meno 0,05 euro (carta, inchiostri, ecc.), ma questa viene affittata allo Stato per 102,50 euro (valore nominale 100,00 euro + 2,50 euro che è il tasso di sconto del 2,5%). Quindi per ogni pezzo da 100 euro emesso, lo Stato s’indebita di 102,5 euro.
    Lo Stato paga questa moneta utilizzando Bot, titoli di stato, ecc., e per tanto s’indebita in maniera spropositata nei confronti delle banche. Noi paghiamo questo debito con le tasse!
    Il Signoraggio è quindi il potere delle banche centrali di emettere biglietti con un valore nominale ampiamente superiore al valore intrinseco e di ricavare un guadagno dalla sovranità sulla moneta. Nel momento in cui la Banca Centrale Europa che stampa la moneta, compra delle cose utilizzando questa moneta che a lei è costata pochissimo, ottiene un potere d’acquisto unico.

    Il Signoraggio
    è la differenza tra il valore nominale
    della moneta e il suo costo di produzione

    Non solo, la Banca Centrale, che stampa ufficialmente la moneta a prezzo irrisorio, mette nel bilancio PASSIVO non il costo tipografico sostenuto realmente (carta e colori) ma bensì il valore numerico scritto sulle monete. Il Signoraggio per tanto diventa un PASSIVO per la banca, perciò non è tassabile e viene evaso dal fisco!!!
    Per intenderci, è come se il proprietario di un Casinò nella sua contabilità mettesse al passivo non il costo di stampa delle fiches di plastica, ma il valore nominale scritto sulle fiches (10, 100, 10.000 euro, ecc.). Quindi gli stati membri dell’Unione Europea lasciano pagare ai propri cittadini questo sovrapprezzo tassandoli col cosiddetto “debito pubblico”.
    Siccome la Banca Centrale Europea stampa banconote garantite da aria fritta, cioè prive di un controvalore (oro, argento, ecc.), ne stampa quante ne vuole senza alcun controllo nei confronti del debito pubblico!

    Creazione del denaro grazie al credito frazionale
    Come abbiamo visto, le banche commerciali ai attribuiscono il Signoraggio sulla moneta scritturale. Adesso vedremo come avviene la creazione di denaro dal nulla!
    Per comprendere il meccanismo attraverso il quale le banche creano questo denaro facciamo un piccolo esempio numerico. Supponiamo di depositare in banca 100,00 euro in contanti sul nostro conto corrente.
    Con questi 100,00 euro, la banca potrà prestare a chi ne fa richiesta (aziende, privati, mutui, fidi, ecc.) ben 5000,00 euro! Come fa la banca a prestare 5000,00 euro se ne ha depositati solamente 100,00? Da dove saltano fuori i 4900,00 euro mancanti?
    Questa magica operazione di moltiplicazione di soldi si chiama credito frazionale, ed è permessa dalla cosiddetta riserva bancaria (il cui valore viene deciso dalla Banca Centrale). In soldoni la riserva bancaria è un tasso che indica la quantità di soldi minima che una banca deve trattenere (avere fisicamente nelle casse), come riserva appunto. Con un tasso di riserva pari al 10% una banca con i nostri 100 euro (che vengono messi subito in riserva), può prestarne 1000 (il 10% di 1000 euro = 100).
    Oggi però il tasso di riserva è del 2%, e quindi i nostri 100 euro diventano magicamente 5000!
    Infatti una banca per ogni 100.000 euro virtuali scritti nei loro computer, basta che ne abbia realmente 2000 di carta!!! Questo viene chiamato di fatto “bancarotta tecnica”, perché in definitiva le banche hanno un cinquantesimo del denaro che vantano di avere!

    Con la riserva frazionaria una banca può prestare
    50 volte quello che ha effettivamente in cassa!

    La dimostrazione di quanto appena detto è semplice: se tutti i correntisti andassero contemporaneamente a ritirare i propri risparmi la banca non avrebbe i soldi da restituire (proprio quello che è successo in Argentina). In questa situazione la banca chiuderebbe per una settimana l’erogazione del denaro e chiamerebbe in causa subito la Banca Centrale Europea di Francoforte, la quale si metterebbe a stampare giorno e notte euri per soddisfare le richieste e impedire che la banca fallisca realmente. Ecco il vero scopo delle banche centrali: impedire che le banche commerciali falliscano. Per questo la Banca Centrale viene chiamata “Prestatore di ultima istanza”. In una simile situazione però, in cui la banca centrale stampa denaro per salvare una banca, la massa monetaria aumenta di volume creando ulteriore inflazione.
    Torniamo al discorso della creazione di denaro dal nulla.
    Per essere ancora più precisi, la banca con quei 100,00 euro iniziali può prestarne 4900,00 tondi tondi (5000,00 meno la riserva del 2% e cioè i 100,00 euro iniziali), perché appunto 100,00 euro devono rimanere fisicamente in riserva.
    Su questo denaro, che la banca non possiede fisicamente nelle casse perché viene creato dal nulla, la banca ci lucra pure gli interessi (interessi sui prestiti, sui fidi, sui mutui, ecc.). Questi interessi assieme alla creazione vera e propria del denaro dal nulla, stanno lentamente e inesorabilmente sottraendo ricchezza alla società facendo sprofondare nel debito TUTTI i paesi del mondo, nessuno escluso. Perfino gli Stati Uniti vantano un debito tra i più elevati al mondo.
    Ma il giochetto della creazione del denaro non finisce qua!
    Anche quei 5000,00 euro creati dal nulla una volta entrati nel ciclo economico torneranno prima o poi nel sistema bancario sotto forma di depositi. E’ il circolo perverso e pericoloso della finanza bancaria.
    Questi depositi diventeranno a loro volta nuove riserve, e con questi la banca apre nuovi prestiti dal nulla. E via così…
    Il denaro circolante però non è dello Stato ma di aziende private (le banche) che lo hanno creato dal nulla e perfino tassato. Questo denaro crea debito!

    Il denaro non è dello Stato ma della Banca Centrale
    che è una società privata! Quindi il denaro è privato.

    Le banche centrali sono private?
    In alcuni casi esistono delle banche centrali più o meno nazionalizzate, come per esempio la Banca d’Inghilterra. Nella stragrande maggioranza dei casi, le banche centrali sono controllate da soci privati, per cui sono private. La Banca d’Italia rientra in queste ultime.
    Ecco l’elenco dei padroni di Bankitalia con le rispettive percentuali di azioni.

    SOCI E PROPRIETARI DELLA BANCA CENTRALE D’ITALIA:

    Gruppo Intesa (27,2%)
    Gruppo San Paolo (17,23%)
    Gruppo Capitalia (11,15%)
    Gruppo Unicredito (10,97%)
    Assicurazioni Generali (6,33%)
    Monte dei Paschi Siena (2,50%)
    RAS (1,33%) Anonimi (5,65%)
    INPS (5%)
    Banca Carige (3,96%)
    BNL (2,83%)
    Gruppo La Fondiaria (2%)
    Gruppo Premafin (2%)
    C. Risparmio Firenze (1,85%)

    Tre banche da sole “controllano” con il 55,58% la Banca d’Italia: Intesa (27,2%), San Paolo (17,23%) e Capitalia (11,15%). Rimane un 5,65% nelle mani di anonimi…
    La Banca Centrale Europea (BCE) è ufficialmente di proprietà delle banche centrali degli stati che ne fanno parte. Siccome le banche centrali sono controllate da società private, di conseguenza anche la BCE è una società privata.

    SOCI E PROPRIETARI DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA:

    Banca della Germania (23,40%)
    Banca della Francia (16,52%)
    Banca d’Inghilterra (15,98%)
    Banca d’Italia (14,57%)
    Banca della Spagna (8,78%)
    Banca d’Olanda (4,43%)
    Banca del Belgio (2,83%)
    Banca di Svezia (2,66%)
    Banca nazionale d’Austria (2,30%)
    Banca della Grecia (2,16%)
    Banca del Portogallo (2,01%)
    Banca di Finlandia (1,43%)
    Banca Danimarca (1,72%)
    Banca d’Irlanda (1,03%)
    Banca Lussemburgo (0,17%)

    Il Signoraggio della Banca Centrale Europea viene diviso in quote tra le banche aderenti a seconda della percentuale di azioni. La Banca d’Italia, come si legge nella tabella, ha il 14,57% di azioni della BCE, e quella sarebbe la sua quota di Signoraggio formale che prende (ovviamente prenderà anche una gran parte del capitale che sfugge al controllo). Nella lista qui sopra ci sono le banche che partecipano al Signoraggio europeo perché fanno parte del sistema. Vi sono però delle banche come quella d’Inghilterra, di Svezia e Danimarca che partecipano al Signoraggio europeo nonostante non abbiano adottato l’euro come moneta interna. Prendono cioè il 100% del Signoraggio della loro moneta e in più una fetta del Signoraggio europeo! In sostanza noi italiani senza saperlo stiamo pagando le tasse a questi tre paesi!!!

    (parte 1/2)

  • Di Renzo Riva (---.---.---.25) 25 dicembre 2010 18:36
    Renzo Riva

    (continua)

    Fallimento bancario
    Può accadere che un indebitato (imprenditore, lavoratore, ecc.) non possa pagare, fallisca, diventi cioè insolvente. In quel caso la banca è costretta a registrare quel prestito andato male alla voce perdite. Non è una grande tragedia per la banca, visto che possiede fisicamente solo un cinquantesimo del denaro. Ma una perdita contabile è pur sempre una perdita per la banca e per gli azionisti della banca. La banca però non può fallire, e infatti ogni banchiere sa che non gli sarà permesso fallire dalla banca centrale e perciò non dovrà rendere conto dei suoi prestiti più folli. E’ questo il motivo per cui le banche sono severissime quando si tratta di prestare 50.000 euri a un lavoratore e invece sono generosissime quando si tratta di prestare milioni o miliardi di euri a ditte come Parmalat, Fiat o allo Stato.

    Aprire un piccolo prestito costa come aprirne uno miliardario, solo che quest’ultimo fa guadagnare molto di più.

    E se la Fiat non paga sarà la Banca Centrale a salvare il banchiere, con la scusa che “bisogna salvare il sistema”.

    Se diventa insolvente invece l’operaio col muto per la casa, non vi sarà nessun intervento pubblico e la casa gli viene sequestrata immediatamente…

    Ecco perché la banca presta volentieri i soldi a Stati oppure a ditte come Parmalat, Cirio, ecc., pur sapendoli insolventi. Per una banca, quando un debitore estingue il suo debito e restituisce il capitale è un fastidio: dovrà trovare qualcun altro da indebitare che lo sostituisca. La cosa che conta per la banca è che il debitore continui a pagare gli interessi, magari in eterno, magari come gli stati…

    Perché non è lo Stato a stampare la moneta?
    Nel passato ci sono stati dei tentativi in cui lo Stato ha stampato ed emesso moneta, per esempio la banconota di carta da 500 lire sopra non portava la scritta Banca d’Italia ma “Biglietto di Stato a corso legale”. Quindi lo Stato può emettere moneta a corso legale trattenendosi il Signoraggio, il problema è che ci sono delle forti pressioni per far sì che questo non accada, e infatti oggi allo Stato rimane solamente il Signoraggio sulla emissione delle monetine metalliche (meno dell’1% del Signoraggio totale), e che in certi casi risulta essere negativo (stampare la monetina da 1 centesimo costa 3 centesimi!).

    In America diversi ricercatori investigativi sostengono che almeno sette presidenti americani sono stati assassinati proprio per una questione monetaria. I due più famosi sono Abramo Lincoln e John F. Kennedy.
    JFK il 4 giugno 1963 ordinò l’emissione (Ordine Esecutivo nr.11110) da parte del Ministero del Tesoro di oltre 4 miliardi di dollari con banconote che recavano la scritta “United States Note” invece di “Federal Reserve Note”. Casualmente dopo pochi mesi Kennedy fu eliminato e la prima cosa che fece il suo successore, Lyndon Baines Johnson, fu di ritirare dalla circolazione quei dollari del “popolo” sostituendoli con quelli “privati” della Federal Reserve!

    Addirittura la Federal Reserve non sarebbe neanche una società americana visto che è registrata Porto Rico!

    SOCI E PROPRIETARI DELLA FEDERAL RESERVE U.S.A.:

    Rothschild Bank di Londra Kuhn Loeb Bank di New York
    Warburg Bank di Amburgo Israel Moses Seif Banks Italia
    Rothschild Bank di Berlino Goldman, Sachs di New York
    Lehman Brothers di New York Warburg Bank di Amsterdam
    Lazard Brothers di Parigi Chase Manhattan Bank di NY

    Quindi anche la Banca Centrale degli Stati Uniti d’America, è controllata da un ristretto manipolo di banche e/o istituti di credito privati.

    Lo Stato: il debitore ideale
    Il debitore ideale è lo Stato. La banca presta il denaro allo stato comprandone i Buoni del Tesori (Bot) che sono cambiali, promesse di pagamento. Nessuno si aspetta ovviamente che lo Stato alla scadenza dei Bot paghi se non con l’emissione di nuovi Bot, di pari ammontare, a scadenza più lontana. Questo è l’eterno debito dello Stato, e non risulta nella storia che nessun Stato sia uscito da questa morsa. Tutto ciò fa felice le banche perché continuano a lucrare gli interessi sui Bot, e possono in ogni momento rivenderli al pubblico. Oggi si è arrivati che gli interessi dei Bot sono talmente bassi che nessuno li compra più. Li comprano solo le banche!!!
    Accade sempre più spesso che gli Stati, soprattutto nel terzo mondo, non riescano a pagare non solo i debiti ma nemmeno gli interessi sui debiti. Quando uno stato debitore non ce la fa più a pagare gli interessi, la banca li soccorre (ovviamente nel proprio interesse). Se lo stato debitore si dichiara insolvente, la banca dovrà cancellare il prestito dai suoi libri contabili e pagare con i soldi degli azionisti e padroni la perdita. Cosa questa assolutamente inconcepibile per i banchieri. Allora la banca apre al debitore un altro prestito (secondo prestito), creando dal nulla il denaro nuovo necessario a pagare gli interessi del primo debito. Questo sistema si chiama “prestito-ponte” e viene utilizzato sempre più spesso nei paesi poveri. Il nuovo denaro non entra nemmeno nel paese, ma passa da una scrittura ad un’altra della banca creditrice. Il vecchio prestito andato male resta nei libri contabili come attivo, anzi l’attivo è addirittura accresciuto del nuovo prestito e produce ulteriori interessi per la banca. Non allo Stato indebitato!
    Se lo Stato, ulteriormente indebitato inizia a non pagare più gli interessi, immediatamente i banchieri fanno intervenire il Fondo Monetario Internazionale, il quale emette un ulteriore prestito (e siamo al terzo) che servirà per pagare gli interessi dei due prestiti precedenti. In pratica il debito che si contrae con il FMI viene prolungato nel tempo, cioè per l’eternità e stringe in una morsa mortale lo Stato. Il FMI per questo prestito costringerà modifiche e riduzioni delle spese sociali importantissime come sanità, previdenza, istruzione, ecc. Ma i banchieri poco importa, a loro basta mantenere costante e insoluto il debito.

    Le monete complementari: la moneta deperibile di Gesell
    Nel 1931 in una cittadina del Tirolo (Woergl), il sindaco, per risolvere la grande depressione, decise di battere la propria moneta. Si trattava di una moneta molto particolare, perché era deperibile, cioè perdeva valore nel tempo. Per tenerla in corso infatti, chi possedeva le banconote doveva apporvi ogni mese un bollo, che costava l’1% del valore nominale della moneta (in una moneta per esempio da 10 scellini ogni mese si doveva attaccare un bollo di 0,1 scellini). Di fatto la moneta perdeva ogni anno il 12% del suo valore. L’emissione del sindaco era coperta alla pari da una somma in veri scellini depositati nella banca del comune. Tutti gli impiegati del comune iniziarono a prendere lo stipendio con la nuova moneta. Inizialmente i bottegai si rifiutarono di accettare la nuova moneta, ma poi furono costretti perché in circolazione c’era poco denaro, quasi niente. Presto tutti l’accettarono per il solo fatto che chiunque altro l’accettava (oggi l’euro è valido solamente perché noi lo accettiamo). La presenza di questa moneta deperibile, che nessuno aveva interesse ad accumulare, fece risorgere l’economia comunale e aumentare la circolazione monetaria. Era dal 1926 che il paese non vedeva tanti introiti: furono asfaltate strade e fatti moltissimi altri lavori pubblici.
    Il sindaco raccontò felicissimo ai giornalisti (questo fu l’errore fatale) che il 12% annuo estratto dalla bollatura delle banconote, lui, l’aveva reinvestito e speso per il bene della popolazione, e che, dato il ritmo della circolazione, ogni mese il Comune vedeva tornare nelle sue casse venti volte l’ammontare dei primi stipendi pagati con le banconote deperibili. Il 2000%. Senza nemmeno saperlo il sindaco aveva rivelato due segreti vietatissimi:
    1) l’enorme profitto che il sistema bancario estraeva dalla circolazione;
    2) l’immenso e occulto profitto che l’emissione monetaria regalava a chi batte la moneta;
    Immediatamente la Banca Nazionale austriaca intervenne abolendo quel fastidioso concorrente. La moneta deperibile fu bandita e resa illegale nel 1933 perché contraria al monopolio monetario accordato alla banca centrale, cioè contraria agli interessi dei banchieri.
    L’idea della moneta deperibile ha un inventore ben preciso, il commerciante e importatore tedesco Silvio Gesell (1862-1930).

    Nel mondo ci sono circa
    5000 monete complementari!

    Oggi nel mondo ci sono circa 5000 monete complementari, di cui 700 solamente in Giappone. Sono nate un po’ come funghi, come sono nate anche in altri periodi storici, e lo abbiamo appena visto durante la Grande Depressione. Quando il sistema bancario, basato sull’usura, come abbiamo fin qui descritto, esagera, e quindi la crisi si diffonde tra i cittadini, è chiaro che le masse reagiscono spontaneamente con questa creazione di valuta complementare. In Giappone, all’indomani del 1995 c’erano circa 30.000 suicidi economici all’anno, per bancarotta o fallimento, e un personaggio importante dell’ambiente bancario è uscito dal sistema e ha cominciato a creare queste valute alternative per cercare di risolvere la situazione di povertà. Qualcosa di simile è successo anche in Argentina dove le province si sono messe a stampare ed emettere della valuta locale complementare.
    Bisogna sostenere una rapida diffusione di valute complementari, perché potrebbero essere un passo per stabilizzare la situazione e far da ponte di passaggio tra l’attuale sistema ingiusto e illegale e un sistema futuro dove il Signoraggio sia chiaro, trasparente e si sappia soprattutto dove va a finire e a che scopi viene destinato. Non può esserci una sovranità del popolo se non esiste una sovranità monetaria.

    Deflazione
    La deflazione è il fenomeno contrario all’inflazione, e segue spesso una bolla speculativa. Consiste praticamente nella caduta continua dei prezzi. La conseguenza è che i consumatori attendono ad acquistare nella speranza di poterli comperare a minor prezzo. Le imprese, che sono indebitate con le banche, non vendono i loro prodotti rischiando di non pagare gli interessi sui debiti. Abbassano ulteriormente i prezzi per invogliare gli acquisti, ma ciò aggrava il ribasso e dunque la crisi deflazionistica. Le aziende si dichiarano insolventi, falliscono e licenziano. I disoccupati aumentano, il potere di acquisto cala, ancor più merci restano invendute. Alla fine l’intera produzione, l’intera economia, si paralizza! La circolazione monetaria declina, fino all’arresto. Non si spende più. Chi ha denaro lo accumula anziché investirlo, aggravando ulteriormente la situazione. In questa situazione per riavviare l’economia non serve a nulla abbassare i tassi d’interesse e cioè far costare meno il denaro.
    La moneta deperibile di Gesell è la soluzione al problema. Invece di premiare il capitale con la concessione di un interesse a chi lo presta, il suo sistema penalizza chi detiene capitale inoperoso, chi non lo spende. La lieve penalizzazione (il bollo mensile) rende conveniente spendere quei soldi e con questo la riattivazione degli scambi commerciali.

    La tassazione dello Stato potrebbe essere superflua
    Nessuno lo dice, ma il Signoraggio assieme alla creazione del denaro dal nulla da parte dello Stato, e non di aziende private, renderebbe superflua la tassazione. Lo Stato incamera solamente il Signoraggio sulla moneta metallica, però se ricevesse anche il Signoraggio sulla moneta cartacea potrebbe tranquillamente eliminare le tasse ai cittadini.
    Le tasse allora a cosa servono? Servono a noi cittadini per credere che il denaro sia scarso. E per noi è effettivamente scarso, perché se ne guadagniamo di più le tasse ce lo tolgono. In realtà il denaro non manca, basterebbe che lo Stato facesse stampare le monete dalle banche centrali tenendosi però il Signoraggio!
    La distinzione e la diversità tra servi e padroni non mai stata così delineata e forte. Nemmeno nel Medioevo. Non era così quando la moneta era d’oro o convertibile in oro. Solo oggi ci sono i veri servi e i veri padroni. Chi crea denaro dal nulla, con il quale comanda lavoro a tutti noi, quello è il vero padrone che ci rende schiavi!

    Cosa possiamo fare noi cittadini?
    Innanzitutto informarsi prendendo coscienza del meccanismo del Signoraggio, del sistema monetario e del potere che hanno le banche che emettono moneta o che la creano dal nulla. Importante è che le associazioni di difesa dei consumatori diffondano una cultura su questo tipo di problemi. Diffondere il più possibile le enormi possibilità che offrono le valute complementari, tra cui la più importante è quella di trattenere localmente il Signoraggio. Una Provincia, un Comune o anche un associazione per esempio andrebbero bene per emettere una valuta complementare…

    FORSE E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI PRENDERE COSCIENZA
    E FAR SENTIRE LA NOSTRA VOCE

    (parte 2/2 fine)

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