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Le Rivoluzioni nel Nord Africa e le ripercussioni su Italia ed Europa

Le poche immagini arrivano dai telefonini. Non ci sono giornalisti stranieri in Libia, non è consentito dal regime. E cosi le rivolte sono documentate dagli stessi rivoltosi, giovani o meno giovani che manifestano, protestano, si fanno uccidere in tutto il paese. Il regime di Gheddafi è oramai compromesso, neanche i vili bombardamenti contro la folla sono serviti a sedare la rivoluzione.

Le poche immagini arrivano dai telefonini. Non ci sono giornalisti stranieri in Libia, non è consentito dal regime. E cosi le rivolte sono documentate dagli stessi rivoltosi, giovani o meno giovani che manifestano, protestano, si fanno uccidere in tutto il paese. Il regime di Gheddafi è oramai compromesso, neanche i vili bombardamenti contro la folla sono serviti a sedare la rivoluzione. Non sappiamo a cosa porterà tutto questo. Si teme che, al contrario delle rivolte tunisine ed egiziane, in Libia vi sia la lunga mano degli estremisti islamici e che se l’esercito non interverrà con un golpe, l’ex colonia italiana potrebbe diventare un nuovo Iran, una teocrazia alle porte dell’Europa e soprattutto del nostro paese.

Per l’Italia si aprono comunque due fronti durissimi. Quello economico, con l’Eni e le industrie italiane fortemente penalizzate vista la ampia collaborazione con l’attuale governo libico. Il prezzo dei carburanti potrebbe schizzare vertiginosamente nelle prossime settimane, in caso di precipitazione degli eventi. Poi c’è il fronte dell’immigrazione. Se dalla Tunisia in pochi giorni sono sbarcati piu di 5000 migranti, cosa accadrà quando il regime libico sarà irrimediabilmente collassato? Il trattato bilaterale che ha ridotto del 98% gli sbarchi nel nostro paese diventerebbe carta straccia e soprattutto la assenza di un governo locale lascerebbe campo libero alla fuga verso l’Italia. Ben presto potremmo trovarci quindi di fronte ad un esodo “biblico”, come ha detto Maroni, con migliaia di migranti in arrivo da Tunisia, Egitto e Libia. Come accoglierli? Con quali risorse e mezzi? L’Italia dovrà necessariamente chiedere l’aiuto della UE. Non vi sono alternative.

L’89 del NordAfrica va visto comunque in chiave mondiale e non solo dal punto di vista italiano. Senza essere ipocriti dobbiamo ammettere che i regimi caduti, e che stanno cadendo, ci hanno fatto comodo. Per anni abbiamo stipulato accordi economici e non con dittatori che tenevano il loro popolo sotto scacco e assecondavano le nostre richieste su immigrazione, petrolio, gas, affari. Ben Alì, Mubarak, Gheddafi, facevano gli interessi dei loro popoli? Credo proprio di no. Non ritengo che la “primavera araba” darà gli stessi frutti in tutti i Paesi coinvolti, non tutti raggiungeranno la Democrazia, altri regimi, magari piu soft, potrebbero sostituire alcuni di quelli appena caduti o che cadranno nei prossimi mesi. Non è dato sapere, comunque, se i nuovi futuri governi arabi saranno disposti a rispettare i trattati in vigore con l’Europa o se, per difendere i loro popoli, rinegozieranno tutto. L’Egitto sarà ancora alleato fedele di Israele? Cosa potrebbe accadere nel caso in cui decidesse di interagire con l’Iran?

Lo stesso Obama è stato troppo precipitoso nello “scaricare” Mubarak chiedendo Riforme per gli egiziani. Forse l’Egitto è veramente pronto per un sistema piu democratico ma se cosi non fosse, se all’ex Presidente deposto succedesse un Regime islamico o comunque ostile ai progetti statunitensi, i Repubblicani avrebbero buon gioco nel rinfacciare al Presidente di non aver difeso gli “interessi americani”.E questo potrebbe anche costargli la Casa Bianca tra un anno e mezzo.

Cosi come in Europa, dove molti stanno sottovalutando le Rivoluzioni arabe. E’ un salto nel buio, quel che rimarrà quando “la tempesta” sarà passata potrebbe non piacere molto ai governi Europei.

Con questo non voglio assolutamente difendere i regimi che hanno dominato gli ultimi decenni in quelle zone. La Libertà è un obiettivo che ogni persona dovrebbe perseguire, sempre. Le proteste di tanti giovani danno speranza, fanno capire che anche nel mondo arabo si sta diffondendo un valore sacro come quello della libertà. Credo però sia anche opportuno tenere presente che gli interessi di quei ragazzi non sono necessariamente i nostri. O meglio quelli dei nostri governanti. E’ bene saperlo, anche per il futuro.

Del resto è impossibile prevedere cosa accadrà in seguito. Ogni giorno può rivelarci sorprese. Mi auguro solo che la voglia di cambiamento in atto nel Nordafrica e nel Medioriente possa infondere forza e coraggio anche ai tanti iraniani che da anni lottano contro un regime autoritario e sanguinario come quello degli Ayatollah.

I prossimi mesi ci indicheranno gli scenari con i quali dovremo confrontarci ed anche il prezzo che forse, saremo costretti a pagare.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.124) 22 febbraio 2011 19:24

    Io la vedo diversamente, non si tratta di libertà ma di prezzi dei generi alimentari che sono ai loro massimi storici e che in paesi che non hanno agricoltura e che devono importare tutto si è determinata una situazione insostenibile.

    Poi quei ragazzi e quella popolazione non spendono la maggior parte dei loro redditi in cellulari e Internet ma li spendono in mangiare, quindi la crisi economica più prezzi del cibo ai massimi hanno determinato le rivolte.

    La FAO l’aveva previsto nei suoi comunicati, quindi nulla di nuovo. Le avvisaglie le si avevano avute durante le rivolte di un paio d’anno fa nel sud America, famosa è stata quella delle Tortillas in Messico durante il precedente picco dei prezzi del cibo.

    Adesso tocca al Nord Africa che importa molto del suo cibo e dove i proventi del petrolio non arrivano alla gente. Hanno una popolazione molto elevata in rapporto alle proprie risorse e questo è il principale problema, possono però sperare di ridistribuire maggiormente i proventi del petrolio, credo sarà difficile è più facile che la loro condizione peggiori.

    Per esempio in Egitto sono in 80 milioni e hanno un territorio quasi tutto desertico (ho letto che la popolazione è quasi tutta nei pressi del Nilo), producono tre quarti di milione di barili di petrolio al giorno e nel 2010 li hanno utilizzati tutti per il consumo interno: come fanno a comprare il cibo dall’estero se non hanno i soldi della vendita di petrolio? Gli egiziani andranno solo in peggio, non vedo possibilità di miglioramento della propria condizione economica con qualsiasi regime democratico o non democratico, socialista o liberale.

  • Di pv21 (---.---.---.42) 27 febbraio 2011 19:40

    Bipolarismo artefatto >

    Nel 2008, con il 36% di consenso elettorale, la Legge 270/2005 (“porcellum”) ha assegnato al governo una maggioranza di 340 Deputati. Una maggioranza “blindata”, alla Camera, da 24 voti in più della maggioranza “assoluta”(316).
    Ciò nonostante per Decreti e Leggi ordinarie basta tuttora la maggioranza “semplice” dei votanti.

    Sono mesi che il governo ottiene la “fiducia” con meno di 316 voti.
    Per andare avanti serve una “maggioranza purchessia”.
    Assistiamo così ad oculate “trasmigrazioni” (prestiti) volte a formare Gruppi “satelliti” in grado di garantire, all’occorrenza, il consenso delle Commissioni.

    I Padri costituenti non immaginarono un Parlamento di “nominati” o maggioranze “blindate” da strane “alchimie” politiche.
    Di certo avrebbero contrastato il rischio di evoluzioni di stampo “autoritario”.
    Non avrebbero dato spazio ai “puzzles” parlamentari di una casta di Primi Super Cives attenta a privilegi, interessi ed immunità …

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