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La triste storia di Cogne

Una notizia ha riportato i nostri ricordi su quel tragico omicidio di "quel" bambino di pochi anni, Samuele, a Cogne.

 

I giudici hanno rifiutato gli arresti domiciliari di Annamaria Franzoni ritenuta colpevole di aver ucciso il piccolo figlio Samuele e condannata dalla giustizia a 16 anni di carcere.

Un fatto che ha ampiamente fatto discutere opinionisti, psichiatri esperti di scientifica, giornalisti e tante altre persone. Non sappiamo, al di fuori della condanna di legge, se la Franzoni sia stata realmente quella persona, l'omicida, quella madre che ha ucciso il proprio figlio.
 
Nonostante quella condanna non è stata fatta quella chiarezza su quello che resterà un mistero e che tanto ha diviso l'opinione pubblica. Sembra sia stato un attimo di sogno surreale quello vissuto dalla Franzoni, che ha portato alla realtà un qualcosa al di fuori da ogni logica (in particolare di una madre), un qualcosa che non può essere poi ricordato ne accettato nella realtà stessa nella quale si è catapultato tale evento.

Schopenhauer identificava i sogni come una breve follia e la follia un lungo sogno. Il figlicidio rimane un delitto che suscita allarme sociale e mette in subbuglio la coscienza di ognuno di noi e che, malgrado gli sforzi delle scienze del comportamento umano, nasconde ancora tanti lati oscuri e misteriosi ma nonostante ciò non tutti gli omicidi delle mamme assassine (senza giudicare alcuno poiché esiste la giustizia per questo) sono ineluttabili, anzi molti di essi sarebbero evitabili se solo si ponesse più attenzione e soprattutto più amore nei confronti di chi manifesta difficoltà o disagi all’interno delle famiglie cosiddette “normali”.

 

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