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La storia di Mussolini secondo Berlusconi

Nel Giorno della Memoria, Berlusconi elogia Mussolini. Per il Cavaliere, il Duce ha emanato le leggi razziali perche ha subito il predominio tedesco, ma ha fatto anche cose buone. In sostanza le cose buone le ha fatte per capacità, mentre le cose cattive le ha fatte perché costretto. Questa la storia di Mussolini, per Berlusconi.

La sua non è stata solo una battuta infelice, ma uno spot elettorale, nonché l’espressione di una convinzione profonda a un'ideologia che trova riscontro nei comportamenti, nelle azioni politiche di ieri e di oggi, e in molti provvedimenti legislativi adottati dai suoi governi.

In campagna elettorale tutto viene approfondito, pensato e discusso. Niente viene detto a caso. La battuta del cavaliere è stata detta in un momento e in un luogo in cui erano accesi i riflettori dei media e l’attenzione degli antifascisti e dei fascisti. E questo è un particolare importantissimo per la sua propaganda, che segue due linee: essere presente in tv il più possibile, e comunque più degli avversari, rivolgersi a specifici bacini elettorali. Va a Domenica Live e a Uno Mattina per parlare alle massaie, va da Santoro per parlare agli indecisi, va alla commemorazione per parlare ai fascisti.

E per questo, la sua è stata qualcosa di più di una gaffe, è stata uno spot elettorale, per conquistare voti in quel mondo che gravita intorno a Storace, fatto da gente che non ha fatto ancora i conti con la storia. Ma ridurre un dramma nazionale ed internazionale ad un spot elettorale è il sintomo di una cultura antidemocratica che, insensibile ed ignara, per qualche voto in più strumentalizza tutto e tutti. 

Questo ventennio berlusconiano è stato costellato da un'attività politica e da una cultura lontana mille miglia dall’antifascismo previsto nella costituzione. L’esempio più eclatante è la sua assenza alle manifestazioni per l’anniversario del resistenza, il rapporto inesistente con i partigiani, la sua ignoranza sulla vicenda dei fratelli Cervi.

Vi sono state poi le alleanze con la Lega di Borghezio e con la destra radicale di Storace che non sono state solo scelte elettorali, ma scelte politiche dettate dal razzismo verso gli immigrati, le donne e il mondo gay. E tutto ciò si è tradotto in un disegno di legge che ha equiparato i reduci di Salò ai partigiani, che nella normativa contro gli immigrati è sfociato nella disinfestazione delle carrozze che questi occupavano, e in tema di omosessualità è degenerato nell'attacco ai gay e alle loro manifestazioni, nelle offese al mondo arabo in seguito all’accordo con Gheddafi per liberare il mare dalle barche degli immigrati.

Ma vi è anche la gestione di un partito in termini padronali: quando non si fanno congressi e quando le decisioni di un partito vengono prese da un sola persona, quando si gestisce un a parlamento in funzione dei bisogni del leader, c’è il trionfo del superuomo, la consacrazione della superiorità del capo e dei capetti, infine di quelli che aderiscono ad una certa ideologia politica. E tutto ciò ricorda il fascismo.

E non è la prima volta che Berlusconi ci ricorda il fascismo. Il fatto strano è che solo oggi ce ne accorgiamo. Ma niente è strano in un Paese che ha perso la memoria, che tutto dimentica: le leggi ad personam, il discredito internazionale, la crisi non governata, e tutto si beve, anche che Ruby era la nipote di Mubarak. 



E cosi sembra che un destino cinico e baro abbia portato l’Italia sull’orlo del baratro, e non un governo che non governava per difendere il capo dai processi. E allora tutto si spiega, anche l'insensibilità, l’assenza di una reazione per questa ricostruzione fantasiosa della nostra storia e della nostra vergogna. Frasi che hanno messo in subbuglio il mondo civilizzato, ma nella destra italiana non provocano nessuna reazione.

Eppure da Bruxelles è venuto un monito ai leader politici “a prendere posizione contro chi nutre l’odio razziale”. Ma Fiamma Nirenstein è ancora nel PDL, mentre il mondo ebraico attacca gli sproloqui berlusconiani. E d’altra parte, Alfano e Brunetta in maniera spudorata attaccano la sinistra per le dichiarazioni del capo. Dunque se Berlusconi elogia Mussolini è colpa della sinistra. Entrambi si prodigano in pubbliche dichiarazioni a sostegno del capo.

Il primo non legge la rassegna stampa estera, e allora sostiene che non c’è un problema a livello internazionale. Il secondo dimentica i partigiani, e si dichiara d’accordo con quanto detto da Berlusconi, ovvero che la sua dichiarazione corrisponde al pensiero della maggioranza degli italiani. 

Se la cosa non fosse drammatica, ci sarebbe da ridere.

 

 

 

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