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La situazione è grave, ma non seria

E’ quel genio letterario di Ennio Flaiano a fornirci la chiave di interpretazione più adatta a capire la situazione in cui siamo: grave ma non seria. Perché molto al di sotto della soglia di serietà sono i suoi protagonisti. Giudicate voi:

  • Il Pdl invoca una declaratoria di incostituzionalità di una legge (la “Severino”) che lui stesso ha votato - senza sollevare obiezione alcuna - solo pochi mesi fa. E nessuno ride.
  • Letta spande fiumi di camomilla, ripetendo ad ogni piè sospinto: “Vado avanti”, ma poi, “vado avanti” significa solo “facciamo un rinvio”. Sembra il pianista del saloon che continua imperterrito a suonare mentre intorno infuria la rissa. E nessuno ride.
  • Il Pd vuole restare alleato di un partito del cui capo di appresta a votare la decadenza da Parlamentare ed anzi, vuole farci insieme la riforma della Costituzione, come se dall’altra parte di fossero Einaudi, Croce e Mortati. E nessuno ride.
  • Alle obiezioni dell’ interessato (qualche ragione ce l’ha anche lui, povera stella!) il Pd risponde che “non si baratta la legalità”. Senza curarsi del fatto che già cinque mesi fa, si sapeva perfettamente che nel giro di poche settimane sarebbero arrivate le sentenze sul Cavaliere e che 90 su 100 sarebbero state a lui sfavorevoli. Ma ci fece l’alleanza delle “larghe intese” con tanto di marcia nuziale (“questo è divisivo… quest’altro non è divisivo”). E nessuno ride.
  • Il Pd è dilaniato da una infinita guerra interna su chi deve essere il segretario del partito e chi il candidato premier, non sono d’accordo su nulla, nemmeno sulle regole per fare a cazzotti, però ripete costantemente il mantra “prima l’Italia” e poi torna ad azzuffarsi. E nessuno ride.
  • Nel Pdl si sente già odore di idi di marzo (a volte marzo capita in autunno) ed i congiurati già affilano i pugnali, ma nessuno dà la prima coltellata perché non c’e ne è uno che abbia il fegato (chiamiamole così) di farlo. In bilico fra la tragedia e la farsa. E nessuno ride.
  • Napolitano fa finta di non sapere che un minuto dopo la decadenza di Berlusconi il Pdl si ritira dalla maggioranza e non ce ne è una di ricambio (salvo triple capriole trasformiste di branchi di Senatori) e invita a non disturbare i “saggi” che stanno rifacendo la Costituzione e che intanto si dimettono uno alla volta. Ormai sembra l’imitazione di Crozza. E nessuno ride.
  • Sempre Napolitano, nel suo primo mandato, ha già dato prova di un interventismo molto al di là dei suoi poteri costituzionali: per molto meno la sinistra stava per chiedere la messa in stato d’accusa di Cossiga, per attentato alla Costituzione. Noi invece, caso unico, lo abbiamo rieletto e, quando, nel discorso di re-insediamento, ha preso pubblicamente a schiaffi quegli stessi parlamentari che lo avevano eletto, ha ricevuto una standing ovation da finale dei mondiali. E nessuno ride.
  • Ora ci si è messo anche Grillo che, dopo aver promesso una riforma della legge elettorale eliminando il Porcellum, dice “andiamo subito alle urne anche con il Porcellum”, rifacendo lo stesso errore del Pd che impedì la riforma elettorale perché convinto di arrivare primo ed arraffare il premio di maggioranza. Salvo poi trovarsi azzoppato al Senato. Quel che accadrebbe anche al M5s –qualora vincesse alla Camera- che si troverebbe nella condizione di essere quello che va in cerca di alleati che oggi snobba. E nessuno piange.

Tutto ciò premesso, mi dite come si fa a parlare seriamente della politica di questo paese?

 

Foto: Duncan Hull/Flickr

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