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La situazione delle carceri italiane

Egregio dott. Sergio Romano,
sul problema delle carceri dobbiamo rilevare una novità assoluta : per la prima volta il governo ha parlato con franchezza del problema.
Ci è stato detto che le attuali strutture carcerarie sono fatiscenti ed insufficienti, ossia che servono nuove carceri che siano anche carceri nuove ; perché non si possono porre i detenuti in condizioni lesive della dignità della persona. Ed ancora che parlare di indulto è senza senso : è evidente che l’indulto è una atto di clemenza dello Stato, mentre le iniziative per ovviare alle problematiche delle carceri sono atti dovuti.
Insomma, nel Paese del Melodramma e della Sceneggiata, per la prima volta non si è fatta una «messa in scena» ; e credo che tutti ci auspichiamo che la cosa si estenda per il futuro a tutta la vita politica nazionale.
Nel merito desideravo portare una testimonianza.
Ho avuto modo di conoscere la Casa Circondariale della nostra città per avervi eseguito lavori di manutenzione edile con l’Impresa da me amministrata.
Abbiamo lavorato prevalentemente nella sezione “cellulari”, dove si trovano ristretti i detenuti più pericolosi, posti in due in ogni cella, ciascuna delle quali è stata sicuramente prevista per una sola persona.
Fra intonaci cadenti e tubazioni marcie, i letti a castello e le televisioncine portatili (si, era loro concesso di averle), i servizi igienici erano una semplice tazza ed un lavandino attaccati al muro ; e sovente, mentre un detenuto mangiava da un lato, l’altro li utilizzava dall’altro.
Questo succede ancora mentre io scrivo al computer ; e succederà anche quando quello che scrivo sarà letto.
Forse il governo avrebbe dovuto avere più coraggio ; e porsi un obiettivo da raggiungere a breve, quello di far pareggiare capienza e presenze ; imitando per analogia quello che ha fatto Obama per risolvere il problema “Guantanamo”.
Non credo debba essere molto difficile : esistono anche, e credo siano anche molto utilizzati, gli arresti domiciliari ; magari con i braccialetti elettronici.
Non vedo difficoltà insormontabili per gestire al meglio il non breve periodo necessario per la realizzazione di nuove carceri.
E poi, dove è scritto che l’unica forma di pena debba essere la reclusione nelle carceri ?
Messina, li 29.01.09
Distinti saluti
Bernardo Aiello

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