La sfida della diaspora senegalese: un altro Sénégal è possibile?
E mentre si vocifera che Wade “passerebbe la mano” direttamente a suo figlio Karim, c’è chi non perde tempo e inizia a costruire una possibile alternativa al paese.
Si tratta del Prof. Arona N’Doffene Diouf, direttore dei programmi di Scienza della terra e ambiente all’Università del North Carolina negli Stati Uniti. La sua idea è quella di organizzare la diaspora senegalese, Nord America e Europa in particolare, per trasferire le competenze e le conoscenze di chi, all’estero da anni, trasferisce parte del proprio denaro a casa, senza tuttavia assistere ad un miglioramento delle condizioni di vita di chi è rimasto. Le rimesse verso il Senegal coprono dal 40 al 50 % del PIL del paese. Una percentuale che consente di avere voce in politica. L’obiettivo di Diouf è quello di raccogliere 500000 consensi tra gli emigrati, che possano unire dai 3 ai 5 elettori in Senegal. Risultato? 2 milioni di voti circa.
Diouf ha già iniziato a strutturare i gruppi dell’USC (Union Des Sénégalais Concernés), fondata nel 2005, che costituiscono il movimento civico ACAD (Association Citoyenne Arona Diouf). Il Professore ha visitato numerose città negli Stati Uniti. È stato in Spagna, in Francia e in Italia. Il 21 giugno 2008 ha tenuto una conferenza alla Sorbona di Parigi mentre i primi di luglio, come tappa italiana ha scelto Brescia, città lombarda vivono 7000 senegalesi: la comunità più importante. Nuovamente a Brescia si terrà a novembre il primo incontro mondiale dell’organizzazione della Diaspora, mentre il 27 settembre a Bologna con un incontro pubblico il presidente nazionale di USC, Malick Ba, insieme a Joseph William Wallace, Abdoulaye Diop e Babacar N’diaye, daranno vita alla prima cellula emiliana del movimento in attesa del confronto di novembre con il Prof. Diouf, futuro candidato alle presidenziali del 2012
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