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La ricetta di Zapatero contro la crisi

Dopo la pubblicazione dei dati record sulla disoccupazione in Spagna che ha superato la soglia del 20%, il governo Zapatero studia le contromosse per fronteggiare la crisi.

Il governo ed i sindacati hanno siglato un patto sociale a tutto campo (il più importante da quello della Moncloa del 1977) con forti agevolazioni per le imprese che assumono gli under 30.
 
Inoltre il premier Zapatero ha promesso entro settembre nuove misure per favorire il reinserimento dei disoccupati over 55 e un pacchetto di riforme del mercato del lavoro, compreso la negoziazione collettiva ed il costo dei licenziamenti.
 
I disoccupati in Spagna sono 4,7 milioni, con un tasso del 40% per i minori di 25 anni, il doppio della media europea.
 
Le nuove misure prevedono che per i giovani under 30, nel caso di assunzione con contratto part-time, determinato o non, della durata di almeno 6 mesi, le aziende possano per il primo anno non versare i contributi previdenziali, fino ad un massimo del 100% per le imprese sotto i 250 dipendenti e fino al 75% per quelle più grandi.
 
L'obiettivo del governo è di collocare così almeno 100 mila nuovi occupati part-time, incrementando il loro peso dal 13% del totale al 25% della media Ue.
 
Nella ricetta anti-crisi del governo socialista è previsto anche una maggiore attenzione alla formazione personalizzata, ad un rafforzamento delle strutture di collocamento, ad una migliore integrazione tra stato centrale e comunità autonome (l'ex premierJosè Maria Aznar ha lamentato l'eccessiva decentralizzazione che ha creato di fatto 17 mini-stati con competenze spesso doppie e spreco di risorse, soprattutto nel sistema sanitario e scolastico).
Per compensare le pesanti misure sul mercato del lavoro, è stato fissato un contributo di 400 euro mensili, della durata massima di 6 mesi, per i disoccupati di lungo corso, mentre è allo studio la creazione di un fondo di capitalizzazione aziendale a sostegno dei lavoratori.
 
Non mancano i progetti in campo energetico, con l'obiettivo di ridurre le emissioni di CO2, integrando un mix equilibrato di fonti, accompagnato da una riforma delle tariffe e dei consumi.
 
Il governo Zapatero ha già varato lo scorso dicembre un importante riforma previdenziale, con l'innalzamento dell'età pensionabile dai 65 ai 67 anni con 37 anni di contributi.
 
Adesso si guarda allo sviluppo di un nuovo modello economico per il futuro della Spagna in declino.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.39) 5 febbraio 2011 19:42

    Per chi ci crede >

    Sedicenti esperti della stampa pro-Cav glorificano la campagna anti-patrimoniale lanciata da Berlusconi arrivando ad attribuire (v.Libero) ad esponenti del centro-sinistra l’intenzione di togliere dalle tasche degli italiani ben 600 miliardi in 2 anni.
    Si fanno perfino i calcoli. Una “stangata” da 10mila euro per ciascun cittadino oppure una “botta” da 1,5 mln per quelli che dichiarano redditi superiori a 100mila euro.

    Viceversa non servono conteggi per apprezzare la “frustata al cavallo dell’economia” promessa da Berlusconi.
    Non si vede alcun problema (v.Il Giornale) nel privatizzare oltre 7mila imprese a partecipazione pubblica o vendere il “grosso” patrimonio immobiliare pubblico.
    Come si dà per scontato che strumenti tipo la cedolare secca faranno emergere/recuperare risorse sufficienti per una significativa defiscalizzazione a favore dei giovani e delle imprese.
    E nessun accenno neppure alla “tempistica” necessaria a concretizzare tanti mirabolanti risultati.

    L’importante è far leva sul Consenso Surrogato di chi è sensibile all’imprinting mediatico …

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