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Europee: la reazione dei francesi alla vittoria del Front National e di Marine Le Pen

Mai come in questo caso la stampa pressoché dell'intera Europa è concorde: la vincitrice delle elezioni europee di domenica è la leader del Front National, Marine Le Pen. Di questa bionda e carismatica signora si parla così tanto in questi giorni, anche in Italia, al punto che è passata quasi in secondo piano la reazione dei francesi al tutto sommato previsto exploit elettorale dell'estrema destra.

Leggendo le pagine dei grandi quotidiani transalpini sembra prevalere una sorta di rassegnazione di fondo: tra gli articoli più condivisi e letti di Le Monde ce n'è uno dal titolo È possibile ridimensionare il successo del FN? L'analisi è accorta ed approfondita, ma in fin dei conti la risposta è un secco "no". Infatti dai sondaggi citati dalla testata viene smentito un luogo comune paricolarmente diffuso, ossia quello che il successo della Le Pen sia strettamente legato al calo dell'affluenza alle urne. Anzi, in realtà se i molti cittadini che hanno ritenuto di aver di meglio da fare che andare al seggio fossero stati obbligati a votare, gli equilibri tra i partiti sarebbero scivolati ancor di più a favore del FN.

Abbattendo anche il tabù che lo vedeva tradizionalmente poco brillante nelle europee (gli eurodeputati FN nel 2009 erano solo tre; domenica ne sono stati eletti 21) è vero che se anche la Le Pen ha raggiunto il record per quel che riguarda la percentuale, in quanto a numero di voti effettivi (qui si, complice l'astenzione massiccia) ne ha persi parecchi rispetto alla capagna elettorale per le presidenziali del 2012 (quella vinta da Hollande) e quelle del 2002 in cui era in lizza il padre poi battuto da Chirac.

Il confronto con quanto avvenuto dodici anni fa in occasione del primo exploit dell'estrema destra viene ripreso da molti. Quasi in 6.5 milioni il 21 aprile 2002 avevano votato al primo turno Jean-Marie Le Pen ma in quel caso nelle piazze era esplosa la protesta dei giovani incapaci di tollerare che un partito dai toni e dal manifesto ideologico così discusso potesse assumere la leadrship del paese. Ieri invece non è successo nulla.

"L'encefalogramma democratico della Francia - ha scritto Luc Bonner, giornalista de Le Monde - è piatto". Tutto ciò trova spiegazione nel fatto che quei giovani di dieci anni fa erano pronti alla lotta in favore degli ideali tradizionalmente di sinistra ora si trovano nella fascia di età più critica, scoraggiati dalla crisi economica e da un Partito Socialista che ha deluso. Al loro posto è emersa la nuova generazione che, al contrario, è in maggioranza schierata a favore dei frontisti. 

Nell'ultimo periodo M.me Le Pen ha attuato una strategia comunicativa soft con il tentativo di de-demonizzare il suo movimento e di renderlo il più presetnabile possibile. Nonostante questo sono ugualmente esplosi dei conflitti importanti con associazioni storicamente avverse al FN come SOS Racisme che ha denunciato il partito per i contenuti discriminatori e razzisti all'interno dei suoi programmi per le municipali. Tuttavia va sottolineato come in ballo ci siano i tagli che il partito ha fatto nelle sovvenzioni pubbliche ricevute dall'associazione che, dalla sua, ha una storia trentennale non propriamente immacolata e priva di ombre. Ma questa è una storia vecchia di un mese che vi avevamo già raccontato.

Per il resto l'iniziativa popolare più consistente messa in piedi al momento è quella di un liceale di 17 anni che, indignato dal risultato, ha passato la notte di domenica ad organizzare un evento Facebook. Così è nata la Marcia Cittadina contro il Fronte dell'Odio manifestazione che sta via via prendendo forma e che si sta diffondendo in varie città francesi in cui giovedì mattina si scenderà in piazza per smuovere le coscienze di tutti. Per l'appuntamento parigino, alle 11 in Place de la Bastille, già sono in 4500 ad aver confermato la propria presenza ma il numero è in costante aumento.

E i politici come hanno reagito? I partiti repubblicani non sono in un gran momento: la destra dell'UMP è in preda ad uno scandalo che ne sta decapitando i vertici mentre né Valls né tantomento Hollande sembrano in grado di raccogliere i cocci socialisti. A dir la verità le più popolari tra le critiche ricevute dal FN dai politici, specie dai Verdi, sono state quelle legate alla scelta del locale in cui Marine Le Pen ha portato il suo staff a festeggiare la vittoria: l'Elisèe Lounge, ristorante decisamente chic e lussuoso in cui un caffè costa 3.50€ ed una Coca Cola 6€.

Le critiche sono espresse in modo esplicito e denunciano la poca sobrietà ed il poco rispetto della crisi economica che stanno vivendo i francesi. Quello che nessuno ammette è però che questo locale fa ancor più paura in chiave simbolica poiché si trova a meno di 100 metri dall'Eliseo.

 

 

Foto: AnneBandine/Flickr

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