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La qualità dei servizi pubblici secondo la Banca d’Italia

Servizi scadenti e costosi, con una permanente differenza tra nord e sud. Questa l’impietosa immagine del nostro paese che emerge da una ricerca della Banca d’Italia sulla qualità e l’efficienza dei servizi pubblici, che sottolinea “notevoli ritardi” nel confronto internazionale e “ampi divari territoriali.

Sotto l’analisi della Banca guidata da Draghi sono finiti i servizi offerti a livello centrale, e cioè istruzione, giustizia, i servizi regionali (sanità), e quelli locali (trasporti locali, rifiuti, acqua, distribuzione del gas e asili nido). Un’analisi importante e strategica perché, come sottolinea Bankitalia, “la quantità e la qualità dei servizi pubblici influiscono sulla competitività di un’economia e sul suo tasso di crescita potenziale”. “In generale si segnalano significativi ritardi del Mezzogiorno rispetto alle altre aree del Paese”. I divari sulla qualità e sull’efficienza riguardano tutti i servizi analizzati.

Le differenze territoriali riscontrate sembrano derivare da “differenziazioni non tanto nei livelli di spesa quanto nel grado di efficienza nell’utilizzo delle risorse impiegate”, riconducibile in molti casi ai diversi modelli organizzativi o alla regolamentazione. Per consentire agli amministratori di individuare i problemi e di intervenire efficacemente per risolverli – conclude l’analisi – “è fondamentale che informazioni sulla qualità dei servizi e, più in generale, sul funzionamento della cosa pubblica siano disponibili e adeguatamente diffuse”.

Nel confronto internazionale le performance delle regioni del Nord sono “in alcuni casi sensibilmente inferiori a quelle rilevate nei paesi più virtuosi”. È il caso del sistema giudiziario in cui la durata dei procedimenti è significativamente superiore a quella riscontrata nei principali partner europei. In base agli indicatori della Banca Mondiale, per risolvere una controversia commerciale in Italia nel 2010 occorrevano 1.210 giorni contro una media Ocse di 510 e dell’Unione europea di 549. Va un po’ meglio per l’istruzione e la sanità, dove il nord del nostro paese risulta “sostanzialmente in linea” con gli stati esteri più virtuosi. Considerato il ruolo che i servizi pubblici svolgono nel sostenere la crescita nel lungo periodo e la necessità per il nostro paese di contenere le spese, diventa necessario secondo Bankitalia “che servizi pubblici migliori siano realizzati soprattutto attraverso recuperi di efficienza nella loro fornitura, e non con l’impiego di maggiori risorse”. La razionalizzazione della spesa pubblica erogata a livello decentrato – aggiunge lo studio – “acquista particolare rilevanza nella prospettiva dell’attuazione del federalismo fiscale, che garantirà una copertura integrale solo delle spese relative alle funzioni fondamentali”.

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