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 Home page > Tribuna Libera > La "primavera europea": perché noi stiamo a guardare?

La "primavera europea": perché noi stiamo a guardare?

Non lo so, ma sinceramente credo che qui in Italia non stiamo facendo una bella figura nei confronti degli altri Paesi Europei. No non sto parlando del nostro Premier, ma proprio di noi: la cosiddetta società civile.

Nella Spagna di Zapatero, dove i socialisti hanno perso disastrosamente le elezioni amministrative, quasi inaspettatamente i giovani senza un'organizzazione sindacale, partitica o di movimento sono scesi in piazza e ci sono rimasti. Sono stati cacciati via con una repressione vergognosa dalla piazza del Puerta del Sol e hanno avuto il coraggio di ritornarci.

Nella Francia di Sarkozy che ha fatto politiche disastrose non troppo lontane da quelle di Zapatero, alcune migliaia di ragazzi hanno provato ad occupare le piazze, ma sono stati repressi proprio sul nascere, e comunque ma pare che abbiano intenzione di riprovarci. In Grecia i ragazzi e non solo, hanno occupato la piazza principale della loro Capitale e per la prima volta senza nessuna organizzazione dietro c'è stata un'imponente manifestazione.

Sono proteste diverse ovviamente dalla cosiddetta "primavera Araba", ma si sono resi conto che si stanno comunque ribellando contro una dittatura più subdola, quella del "mercato". Hanno capito che i Governi Nazionali, di qualsiasi colore, non fanno altro che rispettare gli ordini dagli organismi transnazionali come il Fondo Monetario Internazionale, l'Organizzazione Mondiale del Commercio o la Banca Mondiale. Organismi non democratici dove ricattano Nazioni intere, con la scusa di farle rientrare nei parametri pretendono delle vere e proprie macellerie sociali. Questo è stato capito, e infatti tra gli "Indignatos" spiccavano dei cartelli con scritto: "Debitocrazia"!

E noi? Nonostante non abbiamo raggiunto la crisi come la Spagna, il Portogallo o la Grecia, stiamo messi peggio. Da loro ancora resiste un po' di Stato Sociale che riesce almeno a garantire i giovani. Noi l'unico "ammortizzatore sociale" rimasto è il nucleo famigliare. In sostanza sono i genitori che riescono ancora a mantenere i giovani precari. Ma la novità è che anche la famiglia nonostante abbia un lavoro fisso non ce la fa più e a sua volta si reggono grazie ai risparmi di chi ha vissuto il dopoguerra.


Perché noi Italiani ancora stiamo a guardare? Possibile che ci muoviamo solo dietro la spinta dall'alto? Il cosiddetto Popolo Viola è stato un fallimento perché era ridotto al semplice antiberlusconismo e comunque era stato cavalcato dalle opposizioni, e non a caso il coordinatore Mascia è un iscritto all'IDV. Poi abbiamo avuto altre manifestazioni che comunque si sono ridotte ad una sola giornata e dopo tutti a casa.

Non dobbiamo assolutamente credere di risolvere i problemi per via istituzionale come le elezioni. Si, è stato emozionante che abbia vinto Pisapia a Milano ma leviamoci dalla testa che un futuro Governo di centrosinistra risolva i nostri problemi. L'hanno capito gli altri giovani europei che c'è una dittatura economica mascherata da democrazia e quindi da una falsa alternanza.

Non sta accadendo niente qui in Italia. Niente tende, nessuna assemblea popolare. Per ora gli unici che lo stanno facendo per difendere la loro terra dallo scempio della TAV sono i valsusini e da un momento all'altro rischieranno una dura repressione.

Credo che in questo periodo pieno di paradossi qui in Italia, falsato dal berlusconismo (e l'anti berlusconismo fine a se stesso ne è la faccia della stessa medaglia) dovremmo andare controcorrente. Proprio come fanno i salmoni che risalgono il fiume per ritornare al loro luogo di origine.

Ecco dovremmo ritornare alle origini del nostro malessere, riprendere la battaglia contro la globalizzazione economica che abbandonammo dieci anni fa. Anche perché ora gli effetti si stanno facendo finire con troppa evidenza.

Quando accadrà? Non sarà mica che con queste ultime elezioni crediamo che dall'alto qualcosa cambi? Gli altri ragazzi europei ci stanno aspettando. Che fare? Non facciamoci anestetizzare.

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