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 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > La musica di Arvo Part per il concerto del giorno delle Ceneri

La musica di Arvo Part per il concerto del giorno delle Ceneri

La chiesa dei Carmini gremita di persone accorse ad ascoltare la musica del compositore estone

La chiesa di Santa Maria del Carmelo, meglio conosciuta come “dei Carmini”, ha ospitato il consueto appuntamento organizzato dalla Fondazione Ugo e Olga Levi. Sarebbe stato il ventesimo anno, ha spiegato il presidente della Fondazione Davide Croff (Venezia, 1947), se l’arrivo della pandemia non avesse azzerato le edizioni 2020 e 2021.

Roberto Calabretto, presidente del comitato scientifico della Fondazione, ha ricordato come il concerto rappresenti un momento di raccoglimento, ideato da Don Giulio Cattin (Vicenza, 1929 – 2014), illustre musicologo, presidente del comitato scientifico dal 1987 al 2006. Inoltre, per la prima volta, è stato scelto come protagonista un compositore del ‘900, Arvo Part (Paide, 11 settembre 1935), che ci indica un percorso con il quale l’uomo può scoprire sé stesso.

A cercare di interpretare la partitura in una maniera che rispetti e rispecchi gli intendimenti del compositore, sono stati i musicisti (strumentisti e cantanti) e il Coro del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia e tre insegnanti, i maestri Sergio Bernetti (trombone), Fabrizio Nasetti (tromba) e Annunziata “Kiki” Dellisanti (percussioni).

Il numeroso ensemble è stato diretto con precisione ed affetto da Francesco Erle, insegnante, al Conservatorio, di Musica Vocale di Insieme.

Non è facile interpretare le opere di Arvo Part, avvolte da una sensazione di mistero, di qualcosa che sta per incombere e che perciò fa paura e mette in agitazione. Essere precisi nell’esprimere il suono appropriato.

Gli studenti, diligenti e concentrati, ci hanno provato, mettendocela tutta.

Particolarmente convincenti sono apparsi i solisti vocali.

La serata si è aperta con Arbos, una composizione datata 1977/1986, rivista nel 2001, per 4 trombe, 4 tromboni e percussioni. Di breve durata, è già in grado di avvicinare l’ascoltatore alla concezione del sacro di Part.

De profundis, 1977/1980, per 4 voci maschili, organo e percussioni, attinge al testo dei salmi 129 e 130.

Summa, 1977/2009, in origine eseguita vocalmente – il testo è quello del Credo – è stata eseguita in una versione strumentale, da un quartetto di sassofoni (soprano, contralto, tenore, baritono), con gli interpreti posizionati al centro della chiesa.

Questi primi tre brani sono contenuti nel disco “Arbos”(1987), il secondo uscito per l’etichetta ECM del produttore Manfred Eicher, dedicato alla musica di Arvo Part.

Il brano successivo, L’Abbé Agathon, 2004, è stato preceduto da una lettura teatrale dell’attore Marco Ferraro, prima di essere interpretata dalla soprano giapponese Higo Satoko, assieme ad un ottetto strumentale composto da 4 viole e 4 violoncelli.

Per il finale è stato scelto un lungo brano (oltrepassa i 30 minuti), Miserere, che dà il titolo al quarto disco ECM, uscito nel 1991, per 5 voci soliste, un nutrito coro, fiati, organo, percussioni, chitarra e basso elettrici.

Il testo è tratto dai salmi 50 e 51 e dalla sequenza Dies Irae, “il giorno dell’ira”, quel giorno che dissolverà il mondo terreno in cenere, come annunciato da Davide e dalla Sibilla.

E’ una composizione estremamente insidiosa. Va dato atto che l’intero organico ha profuso tutto il suo impegno per arrivare ad un’esecuzione dignitosa.

Complimenti perciò alla Fondazione Levi e al Conservatorio veneziano, per aver voluto far conoscere la produzione del compositore estone, famoso sì, ma certamente non così conosciuto come altri del repertorio classico.

Ma non c’è stato solo il concerto.

Il mattino seguente nel Conservatorio si è tenuto un Laboratorio di Analisi musicale sulla musica di Arvo Part, a cura del compositore Ranato Miani.

Nel tardo pomeriggio, una tavola rotonda intitolata Arvo Part. Una porta alla nuova contemporaneità, moderata da Roberto Calabretto, ha prodotto una serie di riflessioni, grazie agli interventi del musicologo Enzo Restagno (1941), autore di un fondamentale volume, edito da “Il Saggiatore”, Arvo Part allo specchio, della musicista estone Helena Tulve (1972), di Renato Miani e del musicista e musicologo Francesco Erle.

Dagli interventi sono sorte alcune interessanti considerazioni riguardo ad Arvo Part :

1. Cercava un nuovo approccio, un nuovo modernismo

2. Cercava vari modi per trovare la sua libertà e ha maturato un linguaggio          estremamente personale    

3. E’ molto attento a ciò che accade nel mondo della musica

4. E’ molto attento al suono. La sua specifiocità è infatti l’indagine sul suono e sulla   parola

5. La sua intenzione è che il suo linguaggio sia più accessibile al pubblico

6. la sua musica, molto complessa, non è semplice, perché richiede tanta            concentrazione negli ascoltatori

 

 

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