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La moda nei tempi del Coronavirus

La moda in tempi di Coronavirus ha cercato di reinventarsi con le Fashion Week digitali e le vendite online. Molte hanno prodotto camici e mascherine e li hanno donati alle istituzioni. Ad agosto dopo cinque mesi di assenza ritornerà a Copenhagen la prima fashion week fisica

Il mondo della moda si avvale di negozi per la vendita, di fiere per fare incontrare produttore e buyer, di sfilate e Fashion Week per far vedere le nuove collezioni. Con il Coronavirus gran parte dei negozi sono rimasti chiusi, le fiere sono state vietate e lo stesso vale per le sfilate.

Le ultime sfilate del quadrilatero della moda sono state fatte a febbraio a New York, Milano, Londra e Parigi. Dai primi di marzo sono state soppresse. Non è stata soppressa però la vendita online con consegna a domicilio. La pubblicazione delle riviste di moda. Alcune Fashion Week sono state realizzate in formato digitale. Le hanno fatte a Mosca, a Tokio, a Londra, a Dubai. Le manifestazioni in formato digitale comunque non hanno avuto un grande successo di stampa.

La maggior parte delle fiere e Fashion Week sono state posposte o annullate. Anche il mese di luglio vedrà solo qualche manifestazione in formato digitale. Da agosto dovrebbe riprendere la Copenhagen Fashion Week, la prima a ripresentarsi in formato fisico. E da settembre le Fashion Week dovrebbero riprendere, con quali restrizioni e controlli ancora non lo sappiamo.

Molte aziende tessili hanno convertito la propria produzione temporaneamente in materiale sanitario, mascherine e camici, spesso donati alle istituzioni.

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