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La minaccia dei fondamentalisti

Le generazioni più attempate hanno vissuto nel passato l’incubo della guerra fredda, della guerra nucleare, del terrorismo, degli anni di piombo, della lotta contro lo Stato, il rapimento e la successiva uccisione di Aldo Moro segretario della Democrazia Cristiana, il principale partito politico del Paese.

Oggi viviamo l’incubo della lotta dichiarata all’occidente opulento da parte dei feroci integralisti di matrice islamica, peraltro tutt’altro che coesi ma diversificati in una molteplicità di fazioni anche in contrasto armato tra loro.

L’aspetto più inquietante di questa già terrificante minaccia è che i germi di questo virus mortale, sono penetrati nel nostro stesso tessuto sociale. Sono sempre più numerosi i giovani tedeschi, francesi, inglesi, danesi, italiani, che subiscono il fascino perverso della violenza disumana degli integralisti religiosi.

Non è una novità che le menti più psicologicamente labili siano attratte dalla violenza. Da sempre i più feroci assassini ristretti nella patrie galere ricevono appassionate lettere d’amore da parte di giovani donne.

Nell’ormai lontano passato, le famiglie mono nucleari, patriarcali, avevano in sé gli anticorpi, e i figli più strampalati erano messi nelle condizioni di non nuocere anche perché facilmente individuati tenuti sotto controllo e assoggettati alla riprovazione sociale.

Oltre alla famiglia, anche l’altra fondamentale istituzione, la scuola, faceva la sua parte e poi naturalmente lo stato con le sue leggi, e, soprattutto, con la certezza della pena.

Oggi tutto questo ha perso gran parte della sua efficacia. I giovani mancano di punti di riferimento, non hanno nessuna stima né fiducia negli adulti e in particolare, nel nostro Paese, nella giustizia, che certo non costituiscono esempi edificanti né tranquillizzanti.

E’ per questo che i giovani si sentono e sono, disadattati nei confronti di un mondo che disprezzano, che non offre loro prospettive incoraggianti, non gli fa intravedere un futuro accettabile.

Per tutti questi motivi, si ribellano, e così da vittime si trasformano in carnefici contribuendo a rendere il presente ancora peggiore, ancora più invivibile.

Come uscire da questo cul de sac? La difesa in armi è una strada obbligata, ma non è sufficiente. Solo la cultura può salvare l’umanità da una micidiale lotta fratricida che rischia la scomparsa della razza umana dalla faccia della terra. Si pensi all’eventualità di armi nucleari o batteriologiche nelle mani degli integralisti che già sono in possesso di formidabili armamenti convenzionali e che sono già molto vicini ai nostri confini territoriali.

Non c’è tempo da perdere, dobbiamo potenziare la scuola, dobbiamo selezionare severamente i docenti che devono essere forniti di adeguati strumenti psicologici. Essi non si devono limitare a fornire agli allievi nozioni, ma devono insegnare loro a ragionare con rigore logico, a rispettare le istituzioni, le gerarchie, lo stato, gli anziani, i deboli, gli animali, la cultura, il merito. Insomma, quei valori peculiari del mondo civile, diffusi finora più che altro attualmente nel mondo occidentale ma molto meno altrove.

E’ per questo che siamo percepiti come diversi, come diavoli tentatori, con il nostro benessere, che li umilia, con la progressiva liberazione dai tabù sessuali e, si sa, il diverso costituisce una minaccia e quindi deve essere combattuto, annientato.

 

    

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