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 Home page > Attualità > Politica > La mia intervista di dieci secondi con Roberto Maroni

La mia intervista di dieci secondi con Roberto Maroni


Mi piacerebbe incontrare Roberto Maroni, per una specie di intervista.
Mettersi a sedere e sfruttare quei pochi minuti concessi per parlare.
Inizierei emozionato, ma forte e sicuro di ciò che sto per dire.


"Ministro Maroni, conosce le berte? Sono uccelli, che vivono nel mediterraneo e nell’atlantico, piuttosto simili ai gabbiani, pesi appena 400 grammi.

Ogni anno compiono un tragitto di 20.000 chilometri, che dalle coste della Gran Bretagna, le porta a sfiorare l’Africa occidentale per poi scendere fino alle coste estreme del Sud America e ritornare alla Gran Bretagna dopo aver attraversato una parte dell’America Meridionale e aver costeggiato molto al largo gli Stati Uniti.


Non credo portino documenti con sè, e temo che non lavorino, in nessuno di questi paesi.

Questo fa di loro, come molti uccelli, dei migranti, tuttavia non mi risulta che vengano tenuti chiusi per mesi senza motivo in un centro di permanenza.

Solo i pettirossi, i passerotti ed i piccioni rimangono in Italia ad affrontare l’inverno. Gli altri migrano"


Assaporerei per un secondo o due il volto visibilmente esterrefatto e perplesso del ministro, gli stringerei la mano e me ne andrei.

Se ci pensate un attimo, la migrazione dei volatili è semplicemente un cambiare aria in cerca del luogo migliore durante la stagione migliore. E’ la natura stessa che gli ha insegnato ad emigrare in cerca della migliore condizione di vita.
Fa riflettere, credo.

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