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La memoria e la consapevolezza del 25 Aprile 1945

La dialettica della storia non lascia scampo a certe interpretazioni di comodo, prive di spirito critico e di coscienza politica. Anche la lotta al fascismo è stata lotta di classe, la lotta dei “sommersi” contro il capitale industriale e finanziario italiano, che foraggió la violenza squadrista e la marcia su Roma.

Il 25 Aprile si celebra la sconfitta del nazifascismo grazie al sacrificio di donne e uomini comunisti, socialisti, repubblicani e cattolici impegnati nella Resistenza. Ai cultori del pensiero perbenista, del pensiero gentile e del qualunquismo militante, che non riescono ad oltrepassare la soglia dell’opportunismo intellettuale voglio ricordare che il 25 Aprile non è la festa della democrazia contro la dittatura, perchè la prima venne dopo la disfatta della seconda. Ed ancora, voglio rammentare a costoro che il fascismo fu figlio della monarchia, la quale a sua volta si reggeva sulla democrazia liberale e borghese di inizio secolo. 

La dialettica della storia non lascia scampo a certe interpretazioni di comodo, prive di spirito critico e di coscienza politica. Anche la lotta al fascismo è stata lotta di classe, la lotta dei “sommersi” contro il capitale industriale e finanziario italiano, che foraggió la violenza squadrista e la marcia su Roma. Se oggi si stanno smarrendo il significato ed il senso della Resistenza, i suoi tratti, il suo profilo storico e il suo dna; se i giovani non ne hanno nemmeno il sentore, la colpa grande è di quanti hanno scordato di insegnare loro la storia, o peggio, di quanti hanno preferito manipolarla nel tentativo di ridurre la vittoria della Resistenza all’interno di due categorie troppo generiche (democrazia e dittatura), perchè troppo presi dalle faccenduole quotidiane e troppo interessati ad ingannare persino se stessi pur di apparire saggi, colpevolizzando chiunque e qualunque cosa che turbano la loro quiete ed il loro appagamento, nel nome di questa osannata moderna democrazia del capitale, che miete vittime indifese e costrette nell’emarginazione.

In questo sistema, sempre più identitario dell’ordine mondiale della comunicazione mistificatoria, non puó trovare posto la verità della storia. 

Allora, è compito di chi ha viva la coscienza storica e la memoria, mettere sul campo la verità senza trascurare la coscienza di classe, perchè la storia sarà sempre storia di lotta di classe, fino a quando il nemico da battere saranno il capitale e i suoi tentacoli.

 

Nello Russo

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