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 Home page > Tribuna Libera > La macina al collo dei corruttori

La macina al collo dei corruttori

Dal Vangelo di Matteo
18,3 In verità vi dico: se non cambiate e non diventate come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
18,4 Chi pertanto si farà piccolo come questo bambino, sarà lui il più grande nel regno dei cieli.
18,5 E chiunque riceve un bambino come questo nel nome mio, riceve me.
18,6 Ma chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, meglio per lui sarebbe che gli fosse appesa al collo una macina da mulino e fosse gettato in fondo al mare.
18,7 Guai al mondo a causa degli scandali! perché è necessario che avvengano degli scandali; ma guai all’uomo per cui lo scandalo avviene!
18,8 Se la tua mano o il tuo piede ti fanno cadere in peccato, tagliali e gettali via da te; meglio è per te entrare nella vita monco o zoppo, che avere due mani o due piedi ed essere gettato nel fuoco eterno.
18,9 Se il tuo occhio ti fa cadere in peccato, cavalo e gettalo via da te; meglio è per te entrare nella vita con un occhio solo, che aver due occhi ed essere gettato nella geenna del fuoco.
18,10 Guardatevi dal disprezzare uno di questi piccoli; perché vi dico che gli angeli loro, nei cieli, vedono continuamente la faccia del Padre mio che è nei cieli.

È con molto ritegno che avvicino le parole del Vangelo alle squallide vicende delle cronache odierne.

Aldilà del fatto politico, dell'abuso di potere, aldilà del ruolo che ricopre il corruttore, i corruttori... costoro lo sappiano, è meglio che si mettano una macina da mulino intono al collo e siano gettati sul fondo del mare.

Per poi forse essere ripescati perché la misericordia di Dio supera ogni umano disgusto.

Si tratta ora di considerare lo stato dei corruttori di piccoli, di minorenni, di bambini.

I corruttori in questione in primo luogo hanno corrotto col loro comportamento i loro figli, sia portandoli con loro nella violazione della legge, sia magari imponendoli in ruoli che non meritavano.

Ma ce ne sono molti altri.

I corruttori dei piccoli sono ovunque, sono questi ricchi e potenti, sono i miseri che prostituiscono i figli, anche se hanno l'attenuante della miseria.

I corruttori sono quelli che li usano come schiavi del sesso o nei lavori più duri o addirittura per carpirne gli organi e poi ucciderli.

I corruttori dei bambini sono quelli che li inducono a combattere, a fare violenza su altri e li drogano per dare loro il coraggio.

I corruttori dei bambini sono i cattivi educatori, n'è pieno il mondo, sono persino i genitori che offrono loro falsi valori o che li proteggono anche quando i bambini o i giovani hanno torto.

Julia Kristewa diceva che per diventare adulti bisogna commettere il matricidio. Corruttore è quel genitore che non è madre o padre, ma amico, e toglie al figlio l'occasione di diventare adulto, perché non si fa uccidere, in senso metaforico, ovvio.

Anzi un genitore così, corruttore, verrà magari ucciso, ma davvero.

I presunti corruttori di questa ultima vicenda sono molti e fanno ancor più schifo perché potenti. Un capo di stato vecchio e malato, (non riesco a immaginare niente di più ributtante di un vecchio che vuol restare giovane e si copre di ridicolo, ma insieme fa pena, vedi Pirandello nell'Umorismo, quando parla della donna vecchia e truccata da giovane), una corte di servi-padroni, una meretrice giovane pseudo soubrette e pseudo politica (anche se eletta, eletta capito!?!) che si fa affidare una piccola, perché di una piccola si tratta, anche se dalle forme procaci, e poi una volta consegnata al vecchio orco non se ne occupa più.

Quanti corruttori... e al centro la vittima, vittima due volte perché certamente ora non sa quale grande torto le sia stato fatto, le hanno macchiato anzitempo la purezza della fanciullezza. Una purezza dura, anche crudele talvolta, ma necessaria per crescere, una purezza di cuore che, se coltivata, un po' si mantiene, ma se sporcata così presto rende la vita un lungo estenuante sfruttamento, un lungo rotolarsi nella corruzione e nella lordura.

Mi si dica pure che sono moralista, puritana e repressa, non m'importa. Io trovo il messaggio evangelico sublime, penso a quelle macine che pazienti attendono il collo dei corruttori e forse già pesano sui loro colli, io non so che pena sia la malattia d'un vecchio che non vuole invecchiare; penso alla purezza corrotta, alla durezza inusuale di Gesù Cristo in queste parole e penso che, oltre alla pena per la vittima, provo pena per i corruttori, certa che nessuna felicità autentica, nessuna gioia ha mai toccato le loro vite così povere, così turpi.

Commenti all'articolo

  • Di Ambrogio Ercoli (---.---.---.19) 5 novembre 2010 08:13

    Non mi ricordo più chi, ha detto: bisognerebbe convertire i cattolici italiani al cristianesimo.
    A forza di abbassare l’asticella, ci siamo abituati a tutto. [Piroso]
    Non voglio aggiungere altre frasi, mi accontento di quelle già dette, a iniziare da Horwel che chiuse 1984 con queste parole: adesso lui amava il Grande Fratello.
    Noi siamo ancora in grado di essere uomini o ci accontentiamo di essere spettatori dallo spioncino di Avetrana?
    Claudio

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