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La giustizia europea appoggia la lotta contro l’impunità in Guatemala

Il 31 agosto, a Ginevra, la polizia ha arrestato un cittadino svizzero di nome Erwin Sperisen (nella foto), ricercato per una serie di omicidi. Lunedì scorso, un giudice ha stabilito che dovrà rimanere in carcere per almeno tre mesi, necessari per lo svolgimento delle indagini.

Non si è trattato di una normale operazione anticriminalità. Sperisen ha anche passaporto del Guatemala, paese nel quale è stato il capo della Polizia nazionale dal 2004 al 2007.

Sperisen è accusato dell’esecuzione extragiudiziale di tre prigionieri evasi dal carcere di massima sicurezza El Infiernito nel 2005 e di sette prigionieri del carcere di El Pavón nel 2006.

Quando la giustizia guatemalteca ha avviato le indagini, siamo nel 2007, Sperisen ha lasciato l’incarico ed è partito per l’Europa insieme a due colleghi; l’ex ministro dell’Interno Carlos Vielman ha riparato in Spagna, l’ex vicedirettore delle indagini della Polizia nazionale Javier Figueroa in Austria, dove ha ottenuto lo status di rifugiato politico, sostenendo di essere perseguitato nel suo paese. Sperisen, come abbiamo scritto, è andato in Svizzera.

Le autorità spagnole hanno arrestato Vielman nell’ottobre 2010 per poi rilasciarlo su cauzione con l’obbligo di non lasciare il paese. L’indagine sul suo ruolo nelle esecuzioni extragiudiziali è in corso. Stesso destino per Figueroa, arrestato nel maggio 2011.

Se le indagini proseguiranno e perverranno a un giudizio di colpevolezza e a una condanna nei confronti dei tre ex alti pubblici ufficiali del Guatemala, sarà il segnale che la giustizia, quando vuole, sa essere globale.

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