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La forma dell’acqua: clonazione e staminali umane. Il ritorno della pecora Dolly

Ha fatto immediatamente il giro del mondo ed è la notizia più importante: il Prof. Shoukhrat Mitalipov, scienziato di origini russe, ed il suo staff della Oregon Health & Science University, è riuscito, partendo da cellule della pelle umana, a creare dei cloni.

Il sistema utilizzato è invero quello ormai datato, risale al 1962, dell'inglese John Gurdon con la celeberrima pecora Dolly: si prende una cellula uovo, se ne allontana il nucleo e con esso il materiale ereditario ivi contenuto, quindi vi si inietta il nucleo - con il proprio materiale ereditario - di una qualsiasi altra cellula; a questo punto la cellula uovo può cominciare a dividersi e svilupparsi regolarmente come se fosse stata fecondata, la cellula è infatti divenuta un embrione.

Il Prof. Mitalipov ed il suo staff, partendo da cellule della pelle di bambini e di feti umani malati, hanno ottenuto embrioni normali lasciati in colture di laboratorio. Il fine degli esperimenti era in realtà quello di ottenere direttamente cellule staminali senza derivarle da embrioni, "retrodatando" l'orologio cellulare. In questo l'esperimento è non solo sostanzialmente fallito, ma ha addirittura aperto un nuovo capitolo nel dibattito etico. Le cellule ottenute infatti sono in tutto e per tutto delle cellule embrionali che vengono poi poste in coltura per essere trasformate in staminali, ma che potrebbero benissimo essere impiantate nell'utero di una donna e lì evolversi regolarmente in feto. Dunque la nuova tecnica di Mitalipov è anzitutto una nuova tecnica non per produrre staminali, ma per produrre embrioni e, da colture di questi, cellule staminali.

La forma dell'acqua, titolo di uno dei racconti di Camilleri: "... che mi viene a significare la forma dell'acqua? L'acqua non ha forma...", "Appunto - risponde Montalbano -, l'acqua non ha forma, prende quella del recipiente in cui la si mette...".

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