• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > La famiglia secondo Pillon

La famiglia secondo Pillon

Mentre la campagna mediatica contro i migranti va scemando, complici i mezzi di comunicazione che oscurano il tema, i disegni di legge più bizzarri si moltiplicano nel silenzio dei più.

Stiamo sviluppando capacità di adattamento alle cose più strane senza gli anticorpi per respingerle?

Di questo passo la società si ammalerà, se non lo è già.

Non ho figli e non ho mai nemmeno avuto un matrimonio, ma sento ugualmente l’urgenza di occuparmi di famiglia, diritti civili e relazioni stabili. In quanto essere umano ho qualcosa da dire.

La famiglia secondo Pillon

Non ci potevo credere, eppure l’ho letto davvero.

Obbligheremo le donne a partorire” dice il Senatore leghista Pillon, neocatecumenale, organizzatore del Family Day, quello che vorrebbe nascondere i gay sotto il tappetto, abolire la Legge 194 come in Argentina e persino le unioni civili, tanto faticosamente ottenute qualche tempo fa (ne ho parlato in questo articolo).

Ha detto proprio obbligare, perché in Italia dobbiamo fare più bambini altrimenti ci estinguiamo.

Quale cultura sta tornando nel nostro paese?

Il timore di perdere l’oggetto amato, giacché per taluni uomini si tratta proprio di questo, prova ne siano i numerosi femminicidi (siamo a 50 dall’inizio dell’anno!) compiuti contro donne che dicono no al loro partner, spinge alcuni uomini a individuare forme sempre meno sottili di egemonia.

Così si scrivono disegni di legge per abolire gli assegni di mantenimento al figlio così come li conosciamo, per obbligare i genitori a un affido condiviso e costringere per legge chi vorrà divorziare a pagare figure di mediatori familiari.

L’eco della parola obbligare

Le reazioni al disegno di legge Pillon sono state immediate ma a mio avviso non abbastanza diffuse. La parola “obbligare” quando si tratta di scelte personali ha un profumo antico che voglio derfinitivamente dimenticare.

Non so nemmeno se sia costituzionale una cosa del genere!

Il DDL Pillon prevederebbe, se fosse approvato, che il bambino viva un tempo paritetico con il padre e con la madre, per un minimo di 12 giorni al mese. Stare a casa del genitore che lo avrà in affido solo se ne avrà una che risponde a determinate caratteristiche.

Il genitore economicamente fragile rischia dunque di non poter avere il proprio bambino con sé, anche perché l’assegno forfettario per il mantenimento del minore nella proposta Pillon va cancellato e sostituito da un assegno per un progetto condiviso sul figlio, finanziato con una sorta di piè di lista rimborsato dal genitore più forte economicamente.

Chi deciderà cosa va bene oppure no per il bambino, anche se abiterà con l’altro genitore? Il genitore che paga

Non si rischia di spezzare l’unita della responsabilità genitoriale?

Invece di incrementare il ruolo condiviso di padre e di madre nelle piccole questioni quotidiane, lo si spezza in due, aritemeticamente.

Il bambino con la valigia si trasferirà di casa in casa, di abitudine in abitudine, di cultura in cultura, di modello affettivo e relazionale in modello affettivo/relazionale, continuamente.

Se la norma risponde a una legittima necessità di condividere il “peso e le responsabilità del ruolo di genitore”, il mezzo scelto per compierlo mi pare sbagliato.

La chicca della mediazione obbligatoria

La vera chicca del DDL PIllon è la mediazione obbligatoria tra i coniugi con figli che intendono separarsi.

Credo nel dialogo e penso che ogni tentativo possibile, se uno dei due o entrambi lo ritengono opportuno, vada perseguito.

Ma se la legge obbliga i coniugi a mediare allora non siamo di fronte a una scelta, a una valutazione autonoma, ma a un’imposizione, una coercizione che interviene nel privato delle persone.

Come se di fronte a una sala per l’interruzione di gravidanza si trovassero i Centri di aiuto alla Vita per convicere le donne a non abortire più.

Un obbligo che costerà. Alle famiglie, ai coniugi, non allo Stato, che non ci mette un soldo.

Possiamo ipotizzare una platea di 3000 persone all’anno che dovranno per legge sostenere una spesa per la mediazione familiare che si aggira dai 2000 ai 3000 euro a testa. E questo oltre le spese per la separazione, gli assegni, ecc.

Una grande risorsa per i professionisti del settore e un deciso stop alle donne, magari vittima di violenza, che saranno sempre meno nelle condizioni di separarsi per ragioni economiche.

Sapete che mestiere fa Pillon? Provate a indovinare... Azzeccato! Fa l’avvocato ed è un esperto di mediazioni familiari.

Pagheranno le madri?

Ogni norma va valutata nel contesto in cui dovrebbe operare. In un paese in cui la parità tra i generi è ancora tutta da conquistare, specie nel mondo del lavoro e dal punto di vista salariale, provocherà danni, specie per le donne.

Nell’attuale mercato del lavoro la differenza di reddito tra donne e uomini, a parità di mansione, si aggira intorno al 33%.

Come si può garantire al genitore economicamente più fragile la possibilità di vedere suo figlio?

in caso di casa coniugale, colui o colei che non vi abita più perché va via e non ha le risorse per tenere suo figlio in un’abitazione consona (criterio previsto dal DDL), dovrà forse non vederlo più? Lo potrà vedere dai nonni? Mah..

In questo contesto, non fa molta differenza il modello di calcolo per l’assegno, quando è sempre più difficile farselo erogare.

La parte sbagliata del corno del problema

Invece di investire in un sistema che favorisca le pari opportunità e la divisione dei compiti tra i coniugi in modo equo, ivi compreso il compito supremo dell’educazione e crescita dei figli, si introducono elementi di rigidità che nulla hanno a che vedere con l’interesse del bambino.

Il quale non viene mai citato se non come oggetto dell’attenzione del genitore. Come se non avesse una autonomia propria intellettuale e di scelta, come se non fosse un individuo.

Un DDL del genere non va soltanto emendato, va cancellato.Dobbiamo ancora finire di garantire i diritti già acquisiti a tutte le donne, comprese le vittime di violenza, non è il caso di allungare la lista di questo lungo lavoro.

E voi care Volpi, cosa ne pensate?
Avete esperienze di separazione e di figli a carico? Come vivevte questa discussione?

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di la Verità (---.---.---.245) 19 settembre 2018 08:53

    Avete dimenticato altri «obblighi» dello Stato confessionale → https://youtu.be/f36pOLq5Lrg 

    Per non parlare dell’obbligo dei 6 Miliardi € l’anno a causa dell’ancora non-abolito Concordato mussoliniano-craxiano → https://youtu.be/kQNTqeE8vH0 
  • Di Giuseppe (---.---.---.246) 19 settembre 2018 09:22
    Riporto: "prova ne siano i numerosi femminicidi (siamo a 50 dall’inizio dell’anno!) compiuti contro donne che dicono no al loro partner" 
    Certo anche un solo omicidio è troppo ma va detto che in Italia, Giappone e Irlanda i c.d. femminicidi sono i più bassi al MONDO. E come in genere gli altri reati in Italia sono da anni in diminuzione; non c’è un’improvvisa emergenza come a volte sembra da vari articoli. CUI PRODEST questa improvvisa campagna? Forse a chi lavora nei centri antiviolenza e ci tiene a conservare il suo posto di lavoro? 
    Ma è giusto e doveroso dare ascolto e consiglio a chi si trova in situazioni familiari a volte drammatiche. Ma perché i CENTRI ANTIVIOLENZA sono solo per donne e gestiti solo da donne? Alla faccia della parità di genere. Se in uomini e donne a volte si arriva alla violenza l’ascolto di tutti è fondamentale prevenzione.
    • Di Enzo Salvà (---.---.---.64) 19 settembre 2018 09:44

      Ma Lei è sicuro di aver letto l’articolo? ha provato a leggere bene il DDL Pillon?

      Se interessato lo trova qui: http://www.senato.it/japp/bgt/showd...

      Credo che l’improvvisa campagna sia dovuta proprio all’improvviso, ma non improvvisato, testo presentato, OSCENO
      Es.
    • Di Giuseppe (---.---.---.246) 19 settembre 2018 18:33
      Stavo commentando i riferimenti al c.d. femminicidio cui pure parla l’articolo e non il ddl Pillon che ha indubbiamente delle criticità. 
      Ma ora entro un po’ nel merito.
      La situazione più critica è l’attuale. La legge attuale 54/2006 prevede la possibilità del mantenimento diretto ma praticamente non viene mai concesso anche quando richiesto e facilmente applicabile. 
      Nell’udienza presidenziale si fissano i provvedimenti PROVVISORI che DURANO ANNI. E che sono fatti con il ciclostile stante il "copia e incolla" per cui a volte si ritrovano i nomi che erano in procedimenti precedenti. 
      La mediazione può costare da 300 a 600 € che sono decisamente meno di una CTU o CTP (consulenze tecniche d’ufficio o di parte.)

      Il danno da deprivazione genitoriale può essere compiuto da entrambi i genitori e non è un’invenzione! Infatti l’alienazione parentale è stata inclusa nel nuovo ICD-11 ( International Classification of Diseases ) a cura dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS

      Nemmeno sono un’invenzione le false e STRUMENTALI denunce di molestie. Secondo la p.m. Carmen Pugliese oltre l’80% sono FALSE. 

      Certo bisogna verificare per capire se si tratta di vere molestie, alienazione parentale o di false accuse strumentali a escludere l’ex dalla frequentazione dei figli. Ma quando la verifica dura due anni in pratica il calunniatore è premiato e soprattutto il danno al minore è certo. Il fatto che normalmente non ci sono sanzioni non scoraggia questo comportamento criminale.

      Nelle separazioni tutti si impoveriscono e, nel tener conto dell’assegnazione dell’abitazione, bisogna valutare quanto incide sui bilanci di entrambi i nuovi nuclei e spesso attualmente non è così.

    • Di Enzo Salvà (---.---.---.223) 19 settembre 2018 21:26

      Continuo a non capire. Si sta parlando del DDL nuovo, non delle vecchie disposizioni.


Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità