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La dichiarazione del Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso ad AgoraVox Italia - video

In occasione della conferenza "I soldi della droga, l’economia sotterranea e il sequestro dei beni criminali in Europa" presso il Ministero degli Esteri Francese, all’interno del quale sono intervenuti tra gli altri, Roberto Saviano, autore di Gomorra, il Ministro degli Interni Francese M. Michèle Alliot-Marie, il Ministro della Giustizia Francese Rachida Dati, il Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso ha dichiarato ad AgoraVox Italia, in occasione delle scritte inneggianti la mafia apparse a Palermo, che "la Mafia è anche un’espressione mediatica e si serve della diffusione mediatica per lanciare dei messaggi. Secondo me si fa un favore alla mafia nel momento in cui si diffonde e si enfatizza però bisogna nel contempo diffonderlo e criticarla dicendo che Riina è responsabile di tanti crimini efferati. Ed è impensabile, oggi che si possa liberare una persone del genere e questo dovrebbe entrare nella coscienza collettiva. Si dovrebbe reagire a questo con vigore”.




Commenti all'articolo

  • Di Federico Pignalberi (---.---.---.32) 22 novembre 2008 02:19


    Caro direttore,
    leggendo questo articolo ho pensato che fosse riduttivo limitarsi a parlare dell’opinione di Grasso, fra l’altro di prevedibile condanna, sulle scritte che potrebbe aver fatto su di un muro un conglioncello qualsiasi. Il discorso di Grasso, durante la conferenza, stando a quanto riportato da Reppublica, è stato di gran lunga più ampio. Ad esempio ha detto, secondo Repubblica, che è necessario rafforzare il sistema dei collaboratori di giustizia, proprio lui che, quando si trattò di interrogare a tempo pentiti del calibro di Nino Giuffré, li tenne nascosti, facendo loro solo domande di ordinaria macelleria mafiosa, tenendo tutto segreto, senza permettere, agli altri procuratori della Dda di intervenire. Proprio lui che barattò l’ergastolo ed il carcere duro del boss Pietro Aglieri con una simpatica "dissociazione", che, al contrario del pentimento, permette al mafioso di mantenere un silenzio tombale sui segreti di Cosa Nostra, nella fattispecia sulle trattavive fra Stato e mafia. Infatti Grasso ha ricordato, sempre stando a Repubblica, che dopo le stragi di Capaci e Via D’Amelio <<si è aperta una grande stagione di contrasto contro la criminalità organizzata che ha portato all’adozione di pene piu’ severe per i mafiosi>>. Appunto. E poi ha ricordato, alla faccia della sua gestione gerarchizzata ed esclusivista del pool antimafia, che è necessario un’impegno globale contro le mafie. Solo alcune contraddizioni che, ora che Grasso, compagno sportivo di Mangano nella Bacigalupo allenata da Dell’Utri, viene considerato un po’ da tutti un guru dell’antimafia, andrebbero evidenziate.
     
    Distinti saluti,
    Federico Pignalberi
     

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