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La deriva presidenzialistica ed il fuorigioco di Grillo

Al di là dei ritardi e degli errori, il M5S ha teso una mano per salvare le forze democratiche dalle sabbie mobili in cui sono immerese e questo paese da un regime autoritario. Ma esse non l'hanno accolta. Con la destra oltre la destra più della destra, nel sistema e con il sistema, hanno favorito e favoriscono la deriva presidenzialistica. "Grillo in fuori gioco”, titola l’Unità. Certo in fuori gioco, dalle manovre di palazzo, da un regime autoritario, da un sistema di caste ed affaristico. Quel sistema che, all’improvviso, ha cambiato marcia al processo di riforma della legge elettorale e del Senato e prodotto un’accellerazione repentina, costellata di domande inevase, di interrogativi senza risposta.

C'e un legame tra questo cambio di marcia e la richiesta del M5S di partecipare alla trattativa? Perché Renzi non ha incontrato subito Grillo e ha parlato prima con Berlusconi? Quali le ragioni che hanno indotto il PD e Forza Italia a chiudere subito un accordo sulle riforme, mentre il M5S offriva il dialogo? Perché l’ala renziana cerca in tutti i modi di rendere impossibile ogni confronto?

La richiesta di Grillo di partecipare alla trattativa per le riforme ha determinato nuovi scenari politici e la possibilità di una maggioranza alternativa a PD/Forza Italia su un progetto di riforme democratiche. L'iniziativa ha creato le condizioni per la formazione di un gruppo alternativo a quello di governo, che può avere un certo peso nella trattativa. Ma Renzi e Berlusconi vogliono la repubblica presidenziale, un progetto che viene da lontano, ma lineare nel suo sviluppo: grandi intese, svolta autoritaria, repubblica presidenziale. E in difesa di questo progetto allontanano ogni pericolo che possa mettere in forse la riforma da loro tanto agognata. Una legge elettorale più equilibrata, nel rapporto tra rappresentanza e governabilità, butterebbe all’aria uno dei due pilastri su cui si regge il progetto per l'elezione diretta del capo dello Stato con funzioni di governo. Per questo Orfini, Serracchiani e Boschi hanno subito fissato paletti insormontabili per un confronto serio e praticabile: "l’italicum non si discute, la proposta del movimento è contraria e opposta a quella del PD, non si può ricominciare daccapo."

A fronte di questo fuoco di sbarramento contro la partecipazione del MOV5S alla trattativa, Grillo ha scritto a Renzi per stanarlo in pubblico sulla volontà di blindare l’accordo con Berlusconi, ma sopratutto per sondare la disponibilità del PD e delle altre forze politiche a costruire insieme una legge elettorale e un riforma del senato democratica.

Il re è nudo, ogni alibi è caduto. Oggi è possibile formare con il PD, la sinistra e il M5S una maggioranza senza Forza Italia e varare le riforme liberi dal condizionamento di Berlusconi. In queste condizioni, la sinistra e le forze democratiche di questo Paese devono scegliere tra l’accordo con Forza Italia, la svolta autoritaria insita nel pacchetto legge elettorale/riforma del Senato e l’accordo con il M5S per una riforma democratica.

Il segretario del partito democratico ha glissato la domanda ed espresso la massima disponibilità a dialogare con tutti, fissando per mercoledi un incontro con il M5S. Ma questo era prevedibile e previsto. Cio che sorprende è il silenzio di Mineo & company, il silenzio di Cuperlo, di SEL e delle altre forze democratiche. Se la sinistra e le forze democratiche lasciano solo il M5S in questa impari lotta contro la svolta autoritaria, il dialogo muore prima di nascere e con esso la speranza di riforme democratiche.

Ma questo è responsabilità della sinistra e delle forze democratiche antagoniste al duo Renzi/Berlusconi e un’ulteriore prova, un’ulteriore conferma, dell’esistenza di un sistema di casta ed affaristico granitico ed impermeabilizzato. E così Mineo & company, che pure si erano agitati e qualcosa avevano detto contro la svolta autoritaria, ora che c’è la possibilità concreta di sventare questa minaccia e comunque di renderla meno dannosa, diventano muti e immobili di fronte a quanto viene fatto per vanificarla. E così rientrano nel sistema, che si chiude a riccio di fronte a qualunque possibile minaccia .

Aveva ragione, dunque, il comico genovese a rifiutare il dialogo con il PD e con le altre forze del sistema e torto tutti noi, che l’ abbiamo criticato. 

 

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.219) 24 giugno 2014 10:11

    Ti sei letteralmente inventato una storia alla rovescia .

    Siccome però la maggioranza degli italiani non sono degli imbecilli come evidentemente pensi tu e Grillo ,sapranno ben distinguere la strumentalità della mossa del M5S .
    Come vogliamo definirla : azione di disturbo ? ,Furbata ? Tentativo di rovesciare il tavolo ? .Fai tu .
    Vanno all’incontro , sapendo che hanno zero possibilità perché il loro "o cosi’ o pomi’ " fa semplicemente ridere ,soltanto per poi gridare allo scandalo ,al mondo ladro ,all’inciucio e a tutte le altre belinate che fanno parte del repertorio del comico genovese .
    Comunque mercoledi’ avranno la risposta che meritano . Fa bene Renzi ha dare una disponibilità di massima al dialogo ,sempre pervicacemente rifiutato da Grillo e soci (e questa è la versione della storia genuina ) ,anche perché rientra nei doveri istituzionali , ma vedrai che più in la’ non si andrà .
    Ed è giusto che sia cosi’, la ricreazione è finita.
    ciao

  • Di (---.---.---.89) 24 giugno 2014 12:55

    sottoscrivo il commento precedente: una tale quantità di inesattezze è veramente imbarazzante. come è imbarazzante la funzione che ha avuto il partito di grillo: prima governo letta perchè bersani era troppo di sinistra per grillo, poi ha fatto campagna elettorale per renzi alle europee, e ora che lo ha reso padrone d’italia vuole fare con lui legge elettorale e riforma senato. ma non facevate prima a votare pd?

  • Di (---.---.---.206) 24 giugno 2014 16:38

    Ci sarebbe veramente da ridere a leggere i commenti qui sopra, se non fosse che le conseguenze poi le paghiamo tutti.

    Che il PD sia la stessa cosa del PDL, benedetta da re Giorgio e circondata da politici mezze calzette e da un giornalismo gaudente e incapace, è lampante. Si arriva poi a sganasciarsi a vedere il sig. Di Paolo che ancora dà ragione a Renzi - un po’ come dire "logico, se vuoi far soldi senza lavorare, è giusto che vai a rubare..."

  • Di paolo (---.---.---.219) 24 giugno 2014 17:24

    Hai poco da sganasciarti caro il mio talebano @ 206 . Confusion .
    Fossi nelle tue condizioni io invece sarei molto preoccupato .
    ciao

  • Di (---.---.---.217) 24 giugno 2014 21:11

    206 ha ragione povero gonzo te ne accorgerai quando sarà troppo tardi

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